Ecco la trama di Darker – Cinquanta sfumature di nero raccontate da Christian, il link alle recensioni su IBS e un ampio estratto dal nuovo libro di E.L. James.
Trama di Darker – Cinquanta sfumature di nero raccontate da Christian
La rovente relazione tra Christian Grey e Anastasia Steele è finita con una rottura dolorosa piena di recriminazioni, ma lui non riesce a togliersi Ana dalla testa e dal cuore. Determinato a riconquistarla, Christian tenta di reprimere le sue pulsioni più oscure e la sua necessità di avere il controllo su tutto, e di amarla alle sue condizioni.
Ma gli incubi della sua infanzia continuano a ossessionarlo, e l’intrigante capo di Ana, Jack Hyde, la vuole per sé. Riuscirà il dottor Flynn, il confidente e psicologo di Christian, ad aiutarlo a sconfiggere i suoi demoni? O la possessività di Elena, la sua seduttrice, e la devozione malata di Leila, l’ex sottomessa, faranno precipitare nuovamente Christian nel passato?
E se Christian riconquisterà Ana, come potrà mai un uomo tanto tormentato e ferito sperare di tenerla al suo fianco? Con “Darker” E. L. James offre una versione più profonda e oscura di “Cinquanta sfumature”.
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“Sto per vederla.”
Mi agito sul sedile posteriore. Mi sento soffocare, e anche se cerco di restare calmo l’aspettativa e l’ansia mi chiudono lo stomaco e mi fanno mancare l’aria. Taylor è al volante e guarda dritto davanti a sé, in silenzio, imperturbabile come al solito, mentre io fatico a respirare. Piuttosto seccante.
“Ma dove si è cacciata?”
È dentro… negli uffici della Seattle Independent Publishing. Separato dalla strada da un ampio marciapiede, l’edificio è malridotto e avrebbe bisogno di una ristrutturazione; il nome della società è inciso in modo approssimativo sul vetro e l’effetto satinato si sta consumando. Dietro quelle porte chiuse potrebbe esserci una compagnia di assicurazioni o una società di revisione contabile; non espongono in vetrina la loro merce. Be’, è una delle cose che sistemerò quando assumerò le redini. La SIP è mia. Quasi. Ho firmato gli accordi preliminari.
Taylor si schiarisce la gola e incrocia il mio sguardo nello specchietto retrovisore. «Aspetto fuori, signore» dice lasciandomi di stucco, e scende dall’auto prima che io possa fermarlo.
Forse avverte la mia tensione più di quanto credessi. Sono così trasparente? Forse è lui, a essere nervoso. Ma perché? A parte il fatto che ha dovuto affrontare i miei sbalzi d’umore nel corso dell’ultima settimana, e so di non essere una persona facile.
Ma oggi è stato diverso. O almeno lo spero. È stata la prima giornata produttiva da quando lei mi ha lasciato, o così pare. Durante le riunioni sprizzavo ottimismo ed entusiasmo. Mancano dieci ore al momento di vederla. Nove. Otto. Sette… Il ticchettio dell’orologio che mi avvicinava all’ora dell’appuntamento con Miss Anastasia Steele ha messo a dura prova la mia pazienza.
E adesso che me ne sto seduto qui da solo, ad aspettare, la determinazione e la sicurezza che mi hanno accompagnato per tutto il giorno si stanno sciogliendo come neve al sole.
“Magari ha cambiato idea.”
“Torneremo insieme? O sono soltanto il suo passaggio gratis per Portland?”Guardo di nuovo l’orologio.
17.38.
“Merda. Ma perché il tempo scorre così lento?”
Prendo in considerazione l’idea di mandarle una mail per dirle che sono fuori dal suo ufficio, ma mentre armeggio in cerca del telefono mi accorgo che non ho nessuna intenzione di staccare gli occhi dalla porta d’ingresso. Mi appoggio allo schienale e ripercorro mentalmente le ultime mail che mi ha inviato. Le conosco a memoria; tutte amichevoli e concise, senza nemmeno un accenno al fatto che le manco.
Forse sono davvero un passaggio gratis, dopotutto.
Scaccio quel pensiero e fisso l’ingresso, ordinandole di comparire.
“Anastasia Steele, sto aspettando.”
La porta si apre e il cuore mi balza in gola, ma l’entusiasmo lascia rapidamente il posto alla delusione. Non è lei.
“Maledizione.”
Mi fa sempre aspettare. Mi sale alle labbra un sorriso privo di allegria: aspettare da Clayton, all’Heathman dopo la seduta fotografica e di nuovo quando le ho mandato i libri di Thomas Hardy.
“Tess…”
Mi chiedo se li abbia ancora. Avrebbe voluto restituirmeli, darli in beneficenza.
“Non voglio niente che mi ricordi te.”
Rivedo l’immagine di Ana che se ne va; il viso livido e l’espressione triste, piena di sofferenza e confusione. Il ricordo è sgradito. Doloroso.
Sono stato io a renderla così infelice. Mi sono spinto troppo oltre, troppo in fretta. E la cosa mi riempie di rimorso. Da quando se n’è andata provo solo disperazione. Chiudo gli occhi e cerco di recuperare il controllo di me stesso, ma sono assalito dalla mia paura peggiore: che abbia conosciuto qualcun altro. Che divida il letto e il suo splendido corpo con qualche dannatissimo sconosciuto.
“Al diavolo. Sii ottimista, Grey.”
“Non pensarci. Non tutto è perduto. La vedrai tra poco. Hai messo in moto i tuoi piani, e la riavrai.” Apro gli occhi e torno a guardare l’ingresso attraverso i finestrini dell’Audi, che adesso riflettono il mio umore. Dall’edificio escono altre persone, ma non Ana.
“Dov’è?”
Taylor cammina avanti e indietro e lancia occhiate verso l’ingresso. Dio santo, sembra nervoso quanto me. “Che accidenti gli è preso?
L’orologio dice 17.43. Lei dovrebbe arrivare a momenti. Prendo un respiro profondo e mi sistemo i polsini della camicia, poi faccio per raddrizzare il nodo della cravatta, solo per accorgermi che non ce l’ho. “Che cavolo.” Mi passo la mano tra i capelli e cerco di scacciare i dubbi, senza riuscirci. “Sono soltanto un passaggio gratis? Le sarò mancato? Mi rivorrà?” Non ne ho idea. È peggio di quella volta al bar dell’hotel, e l’ironia della cosa non mi sfugge. Credevo che fosse la discussione più sgradevole che avrei mai avuto con lei. Aggrotto la fronte… Non era andata come mi aspettavo. Le cose non vanno mai come mi aspetto con Miss Anastasia Steele. Sento una fitta di panico serrarmi lo stomaco. Oggi la faccenda è molto più grossa.
La rivoglio.
“Ha detto di amarmi…”
Sento il cuore accelerare i battiti e un fiotto di adrenalina scorrermi nelle vene.
“No. No. Non pensare a questo. Non può provare una cosa simile per me.”
“Datti una calmata, Grey. Concentrati.”
Guardo di nuovo l’ingresso della Seattle Independent Publishing ed eccola lì, che cammina verso di me.
“Cazzo.”
Ana.
Lo shock mi toglie il fiato come se mi avessero tirato un calcio al plesso solare. Sotto la giacca nera indossa uno dei vestiti che preferisco, quello viola, e porta stivali neri con il tacco alto. I capelli mandano riflessi bruniti al sole del tardo pomeriggio e ondeggiano al ritmo del suo passo. Ma non sono i vestiti o i capelli ad attirare la mia attenzione. È pallida, quasi diafana. Ha ombre scure sotto gli occhi ed è dimagrita.
“Dimagrita.”
Sento un’improvvisa fitta di sofferenza, di senso di colpa.
“Cristo.”
Anche lei ha sofferto.
La preoccupazione si trasforma in rabbia.
No. Furia.
Per la biografia dell’autore e la sua bibliografia rimandiamo alla pagina di Wikipedia dedicata a E.L. James.
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