Un assaggio di Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami, con frasi e citazioni sulla tempesta e l’incipit del romanzo dell’acclamatissimo autore giapponese, edito nel 2008 da Einaudi.
Prima di riportare citazioni e frasi da Kafka sulla spiaggia di Murakami ricordiamo che il romanzo è stato pubblicato in Italia nel 2008 da Einaudi (la prima edizione in lingua originale è del 2002) e che la bella traduzione è di Giorgio Amitrano. La trama del libro vede dipanarsi in parallelo le vicende del giovanissimo Tamura Kafka, 15enne in fuga da casa, che parla di sovente con una sorta di alter ego denominato Il ragazzo chiamato Corvo, e di Nakata, anziano vittima di un incidente assolutamente fuori dal comune durante la sua infanzia, assieme a molti altri bambini.
Contenuti
Kafka sulla spiaggia, la tempesta: frasi e citazioni da Haruki Murakami
Una citazione tratta dalle prime pagine del libro in cui vediamo Tamura dialogare con Il ragazzo chiamato Corvo:
— Sei pronto? Immagina una terribile tempesta di sabbia, — dice. — Dimentica completamente tutto il resto.
Seguendo le istruzioni, immagino una terribile tempesta di sabbia. Dimentico completamente tutto il resto. Dimentico perfino chi sono. Divento uno spazio bianco. Subito alcune visioni mi affiorano alla mente. Come sempre io e il ragazzo, sul vecchio divano di pelle nello studio di mio padre, dividiamo quelle visioni.
— Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso, — comincia.
Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra col dio della morte prima dell’alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l’unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia. Attraversarlo, un passo dopo l’altro. Non troverai sole né luna, nessuna direzione, e forse nemmeno il tempo. Soltanto una sabbia bianca, finissima, come fosse fatta di ossa polverizzate, che danza in alto nel cielo. Devi immaginare questa tempesta di sabbia.
Una frase da Kafka sulla spiaggia sulla tempesta:
Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.
Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami, l’incipit
Il ragazzo chiamato Corvo
— E così il denaro sei riuscito a trovarlo? — chiede il ragazzo chiamato Corvo. Il modo di parlare è il solito, un po’ strascicato. Come di uno che si è appena svegliato dopo una lunga dormita e ha i muscoli della bocca ancora intorpiditi. Ma il suo è solo un atteggiamento: in realtà è perfettamente sveglio. Come sempre.
Io annuisco.
— Quanto?
Rifaccio un’altra volta il calcolo a mente, quindi rispondo: — Circa quattrocentomila yen in contanti. Poi c’è ancora qualcosa che posso prelevare con la carta. Naturalmente non credo che basti, ma almeno per ora dovrei farcela.
— Non è male, — dice il ragazzo chiamato Corvo. — Almeno per ora.
Io annuisco.
— Però questi soldi non li hai certo ricevuti da Babbo Natale, o sbaglio? — dice.
— No, — rispondo.
Il ragazzo chiamato Corvo si guarda intorno, storcendo leggermente le labbra in una smorfia ironica.
— Non sarà che provengono dal cassetto di qualcuno, qualcuno molto vicino?
Non rispondo. Lui sa benissimo di chi è quel denaro, è ovvio. Non sta cercando di strapparmi una confessione. Mi sta semplicemente prendendo in giro.
— Beh, pazienza, — dice il ragazzo chiamato Corvo. — Quei soldi ti servono. Ti servono davvero. Devi averli. Qualsiasi mezzo è lecito: chiederli, prenderli in prestito di nascosto, rubarli… In ogni caso sono soldi di tuo padre. Con quelli, almeno per ora, ce la farai. Ma quando avrai finito quei quattrocentomila yen, come hai intenzione di muoverti? I soldi non crescono spontaneamente nel portafogli come funghi di montagna. Avrai bisogno di mangiare, e di un posto per dormire. A un certo punto i soldi finiranno.
Kafka sulla spiaggia di Murakami, offerte e sconti
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