La famiglia Winshaw di Jonathan Coe: ecco il riassunto della trama del libro e un ampio estratto dal testo; ricordiamo che lo straordinario romanzo di Coe è edito in Italia da Feltrinelli nella collana Universale economica al prezzo di 10 euro. La famiglia Winshaw in ePub, mobi e Pdf può essere acquistato, inoltre, al prezzo di 6,99 euro sulle principali librerie online italiane.
La famiglia Winshaw, riassunto trama del libro di Jonathan Coe
La famiglia Winshaw di Jonathan Coe: un estratto dal libro
La tragedia s’era già abbattuta due volte sulla famiglia Winshaw ma mai in proporzioni così terribili.
Il primo di questi incidenti ci porta indietro alla notte del novembre 1942, quando Godfrey Winshaw, che aveva solo trentatré anni, fu abbattuto dalla contraerea tedesca mentre volava sopra Berlino per una missione segreta. La notizia, che fu portata a Winshaw Towers nelle prime ore del mattino, bastò a sprofondare la sorella maggiore, Tabitha, nel gorgo della pazzia, dove sino a ora è rimasta. Tale fu la violenza della sua follia che si ritenne addirittura impossibile farla presenziare alla cerimonia ufficiale in onore del fratello.
Per ironia della sorte quella stessa Tabitha Winshaw, oggi ottantunenne e con non più facoltà mentali di quelle esibite negli ultimi quarantacinque anni, è la patrocinatrice e la finanziatrice del libro che tu, mio caro lettore, tieni ora fra le mani. Scrivere delle sue condizioni risulta compito, per qualche verso, problematico ma ciò non toglie che, alla luce dei fatti, la realtà sia questa: che dal momento in cui le arrivò la notizia della tragica morte di Godfrey, Tabitha fu preda di una grottesca fissazione. Per farla breve, si convinse (mi si passi l’eufemismo) che Godfrey non era stato colpito dal fuoco tedesco, ma che la sua morte non accidentale era invece stata opera del fratello Lawrence.
Non voglio soffermarmi vanamente sulle pietose infermità con cui il destino ha scelto di punire una povera donna svanita, ma la trattazione di questo tema è funzionale al prosieguo della storia che concerne la famiglia Winshaw, e pertanto deve ritagliarsi uno spazio suo nella narrazione. Cercherò almeno di essere breve. Il lettore deve sapere che Tabitha aveva trentasei anni quando morì Godfrey e che, non avendo mai manifestato alcuna inclinazione per il matrimonio, conduceva una vita da zitella. Non era del resto sfuggito a parecchi membri della famiglia come al sesso maschile ella riservasse un atteggiamento di indifferenza se non addirittura di aperta avversione: la mancanza di entusiasmo con cui accoglieva le avances dei suoi rari corteggiatori era speculare all’appassionato attaccamento e alla devozione nei confronti di Godfrey che era – come testimoniano alcune voci e qualche fotografia rimasta – di gran lunga il più allegro, il più bello, il più dinamico e il più umanamente aperto dei cinque fratelli Winshaw. Conoscendo l’intensità dei sentimenti di Tabitha, la famiglia era caduta preda di 1.
La tragedia s’era già abbattuta due volte sulla famiglia Winshaw ma mai in proporzioni così terribili.
Il primo di questi incidenti ci porta indietro alla notte del novembre 1942, quando Godfrey Winshaw, che aveva solo trentatré anni, fu abbattuto dalla contraerea tedesca mentre volava sopra Berlino per una missione segreta. La notizia, che fu portata a Winshaw Towers nelle prime ore del mattino, bastò a sprofondare la sorella maggiore, Tabitha, nel gorgo della pazzia, dove sino a ora è rimasta. Tale fu la violenza della sua follia che si ritenne addirittura impossibile farla presenziare alla cerimonia ufficiale in onore del fratello.
Per ironia della sorte quella stessa Tabitha Winshaw, oggi ottantunenne e con non più facoltà mentali di quelle esibite negli ultimi quarantacinque anni, è la patrocinatrice e la finanziatrice del libro che tu, mio caro lettore, tieni ora fra le mani. Scrivere delle sue condizioni risulta compito, per qualche verso, problematico ma ciò non toglie che, alla luce dei fatti, la realtà sia questa: che dal momento in cui le arrivò la notizia della tragica morte di Godfrey, Tabitha fu preda di una grottesca fissazione. Per farla breve, si convinse (mi si passi l’eufemismo) che Godfrey non era stato colpito dal fuoco tedesco, ma che la sua morte non accidentale era invece stata opera del fratello Lawrence.
Non voglio soffermarmi vanamente sulle pietose infermità con cui il destino ha scelto di punire una povera donna svanita, ma la trattazione di questo tema è funzionale al prosieguo della storia che concerne la famiglia Winshaw, e pertanto deve ritagliarsi uno spazio suo nella narrazione. Cercherò almeno di essere breve. Il lettore deve sapere che Tabitha aveva trentasei anni quando morì Godfrey e che, non avendo mai manifestato alcuna inclinazione per il matrimonio, conduceva una vita da zitella. Non era del resto sfuggito a parecchi membri della famiglia come al sesso maschile ella riservasse un atteggiamento di indifferenza se non addirittura di aperta avversione: la mancanza di entusiasmo con cui accoglieva le avances dei suoi rari corteggiatori era speculare all’appassionato attaccamento e alla devozione nei confronti di Godfrey che era – come testimoniano alcune voci e qualche fotografia rimasta – di gran lunga il più allegro, il più bello, il più dinamico e il più umanamente aperto dei cinque fratelli Winshaw. Conoscendo l’intensità dei sentimenti di Tabitha, la famiglia era caduta preda di una qualche ansietà allorché Godfrey aveva annunciato il suo fidanzamento, nell’estate del 1940: invece della violenta gelosia che si era temuta, fra la sorella e la futura cognata si era subito instaurato un caldo e rispettoso rapporto di amicizia, e il matrimonio fra Godfrey Winshaw e Mildred, nata Ashby, fu celebrato con successo nel dicembre di quello stesso anno.
Di contro, Tabitha continuò a riservare al fratello maggiore Lawrence il verso più affilato del suo spirito critico. Non è facile spiegare le origini dell’ostilità fra questi due infelici consanguinei. L’ipotesi più probabile è che essi dovessero fare i conti con una profonda differenza di temperamento. Come suo padre Matthew, Lawrence era uomo di poche parole non privo di scatti di impazienza, che, in affari, governava i suoi ampi interessi nazionali e internazionali con una determinazione assoluta, da molti interpretata come mancanza di scrupoli. Quel regno di femminile dolcezza e delicato sentire in cui si muoveva Tabitha gli era del tutto estraneo: egli la considerava leggera, ipersensibile, nevrotica e – per usare un’espressione che ora si può leggere come tristemente profetica – “un po’ balenga”. (E non era, a onor del vero, il solo ad avere questa opinione.) Insomma, facevano del loro meglio per non incrociarsi; e la saggezza implicita in questa linea di comportamento si può valutare alla luce delle sconvolgenti vicende che seguirono la morte di Godfrey.
Immediatamente prima di imbarcarsi nella sua missione fatale, Godfrey passò qualche giorno di riposo nella tranquilla atmosfera di Winshaw Towers. Con lui, naturalmente, c’era Mildred, incinta del loro primo e unico figlio (che sarebbe stato un maschio): era parecchio avanti con la gravidanza, e fu presumibilmente l’idea di vedere i membri della famiglia che le erano più cari a far sì che Tabitha abbandonasse gli agi della sua ben protetta dimora e varcasse la soglia della casa dell’odiato fratello. Benché Matthew Winshaw e sua moglie fossero ancora vivi e vegeti, vivevano allora confinati in una serie di stanze di un’ala indipendente del palazzo, mentre Lawrence si era eletto unico e vero signore della dimora. Del resto sarebbe eccessivo affermare che egli fosse, insieme a sua moglie Beatrice, un ospite all’altezza della situazione. Lawrence badava, come al solito, ai suoi affari che lo tenevano occupato ore e ore al telefono nel chiuso del suo ufficio, e, in un’occasione, gli richiesero un viaggio notturno a Londra (che fece senza dare spiegazioni o scusarsi con gli ospiti). Nel contempo Beatrice non si sforzava minimamente di intrattenere i parenti del marito e li lasciava soli per la maggior parte del giorno ritirandosi nella sua stanza da letto e adducendo il pretesto di una ricorrente emicrania. Così, Godfrey, Mildred e Tabitha furono risospinti a comportarsi come meglio credevano – e forse era proprio ciò che più avevano desiderato – e trascorsero tante piacevoli giornate in compagnia, girovagando per i giardini e godendosi tutte le vaste stanze di Winshaw Towers, dall’ingresso alla sala da pranzo, dal salotto al soggiorno.
La famiglia Winshaw di Jonathan Coe sarà di nuovo protagonista (almeno in parte) nell’atteso nuovo romanzo dello scrittore intitolato Numero 11, che arriverà in Italia nel corso del 2016.