Ecco il riassunto della trama di Pastorale americana di Philip Roth (American Pastoral, 1997) e un ampio estratto dal libro. Ricordiamo che il grande romanzo dello scrittore americano, premio Pulitzer per la narrativa, è edito in Italia da Einaudi con un prezzo di copertina di 14 euro per l’edizione tascabile. Il volume può essere acquistato, inoltre, in ePub, Mobi e Pdf al prezzo di 6,99 euro.
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Pastorale americana: riassunto della trama
La trama del romanzo di Roth vede protagonista Seymour Levov, detto “lo Svedese“. La cornice del romanzo vede Nathan Zuckerman incontrare un vecchio amico, Jerry Levov, il quale gli racconta della vita del fratello maggiore, Seymour, che il giovane Nathan ammirava per le sue doti atletiche. Jerry gli fa capire che la vita dello Svedese non è stata affatto semplice, e da lì Zuckerman ricostruisce una sorta di biografia immaginaria dello Svedese, basandosi su alcuni ricordi, sulle informazioni ricevute da Jerry e su alcuni ritagli di giornale.
Seymour nasce a Newark, dove cresce tra la fabbrica di guanti del padre (di origini ebraiche) e il mondo dello sport (lo Svedese è un giocatore straordinario di basebell, football e basket, cosa che lo rende assai popolare). In seguito sposa l’ex Miss New Jersey Dawn Dyer e sostituisce il padre alla direzione della fabbrica, ma la vita ha in serbo amare sorprese. La figlia Merry, balbuziente da piccola, diventata adolescente si trasforma in una ribelle fortemente politicizzata e non estranea ad atti illegali. La vita di Seymour conoscerà una svolta drammatico quando Merry viene riconosciuta come la responsabile di un attentato contro un ufficio postale costato la vita a una persona. Dopo l’attentato Merry si dà alla fuga innescando una lunga e tormentosa ricerca da parte del padre. Per anni lo Svedese tenterà di riunire la famiglia ed essere felice, ma nonostante alcuni “successi parziali” tutto precipiterà, ancora una volta, nel finale del romanzo.

Edito da EINAUDI nel 2013 • Pagine: 462 • Compra su Amazon
Seymour Levov è un ricco americano di successo: al liceo lo chiamano "lo Svedese". Ciò che pare attenderlo negli anni Cinquanta è una vita di successi professionali e gioie familiari. Finché le contraddizioni del conflitto in Vietnam non coinvolgono anche lui e l'adorata figlia Merry, decisa a portare la guerra in casa, letteralmente. Un libro sull'amore e sull'odio per l'America, sul desiderio di appartenere a un sogno di pace, prosperità e ordine, sul rifiuto dell'ipocrisia e... → CONTINUA SU AMAZON
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Pastorale americana: il significato del titolo
Il titolo è carico di amara ironia: il termine pastorale richiama la tradizione artistica, e letteraria più in particolare, caratterizzata dall’idea della possibilità di una vita bucolica e perfetta in comunità con la natura. Il romanzo di Roth ci presenta un personaggio che potrebbe essere il protagonista di una pastorale, ma in realtà non lo è, nonostante i suoi grandi pregi, la sua forza di volontà e la fortuna di essere nato negli Stati Uniti.
Un estratto da Pastorale americana
– È morto.
– Tuo fratello?
– Mercoledì. Il funerale è stato due giorni fa. Venerdì. Ecco perché ero nel New Jersey. Ho visto morire il mio grande fratello.
– Di che? In che modo?
– Cancro.
– Ma era appena stato operato alla prostata. Mi ha detto che gliel’avevano tolta.
Spazientito, Jerry disse: – Che altro doveva dirti?
– Era magro, ecco tutto.
– Non era tutto.
Dunque, anche lo Svedese. Ciò che, con grande stupore di Mendy Gurlik, stava decimando gli Scavezzacolli; ciò che, con mio grande stupore, un anno prima aveva fatto di me «un semplice scrittore»; ciò che, sulla scia di tutte le altre perdite che a poco a poco mi avevano isolato, in coda a tutte le cose e a tutte le persone che se n’erano andate, mi aveva ridotto un individuo le cui forze minate dalla vecchiaia non avevano ormai che un solo, saldissimo scopo, un uomo che, volente o nolente, avrebbe cercato conforto soltanto nelle parole; lo stesso male era riuscito nell’impresa più stupefacente di tutte portandosi via l’indistruttibile eroe della Weequahic del tempo di guerra, il talismano del nostro quartiere, il leggendario Svedese.
– Sapeva, – chiesi, – quando l’ho visto, di essere conciato così male?
– Aveva le sue speranze, ma lo sapeva benissimo. Era pieno di metastasi interne.
– Mi dispiace.
– Il mese prossimo sarebbe stato il cinquantesimo. Sai cosa ha detto, all’ospedale, martedì? A me e ai suoi ragazzi il giorno prima di morire? Per la maggior parte del tempo non era presente, ma ha detto due volte, in modo che potessimo capirlo: «Voglio arrivare al cinquantesimo». Aveva saputo che tutti quelli del suo anno chiedevano: «Ci sarà lo Svedese?» e non voleva deluderli. È stato veramente stoico. Un bravo ragazzo, semplice e stoico. Non uno spiritosone. Non un passionale. Solo un uomo adorabile destinato a farsi fottere da pazzi scatenati. In un certo senso, lo si sarebbe potuto credere un uomo assolutamente banale e conformista. Un’assenza di valori negativi e nient’altro. Educato alla piattezza, costruito per il conformismo, eccetera eccetera. La vita ordinaria e decorosa che vogliono fare tutti, e nient’altro. L’adattamento sociale, e nient’altro. La bonarietà, e nient’altro. Mentre quello che cercava di fare era sopravvivere, mantenendo il gruppo intatto. Stava cercando di farcela col suo plotone intatto. Era una guerra, per lui, in definitiva. C’era qualcosa di nobile in quell’uomo. Rinunce dolorose hanno caratterizzato la sua vita. È stato coinvolto in una guerra che non aveva cominciato, e si è battuto per tenere tutto insieme, e ci ha lasciato le penne. Banale, conformista: forse, forse no. La gente poteva pensarlo. Non voglio giudicare. Mio fratello era quanto di meglio si possa trovare in questo paese, di gran lunga.
Mi chiedevo, mentre parlava, se questa fosse l’opinione di Jerry sullo Svedese anche da vivo, se nelle sue parole non ci fossero le tipiche riconsiderazioni che fanno i parenti intorno al caro estinto, magari un po’ di rimorso per un’opinione meno favorevole e più jerriana che un tempo poteva aver avuto del bel fratello maggiore, bravo, ben adattato, tranquillo, normale, uno che tutti prendevano a modello, l’eroe del quartiere al quale il minore dei Levov era stato continuamente paragonato mentre lui stesso si evolveva in qualcosa di succedaneo. Questo giudizio, che non sembrava un giudizio emesso da Jerry sul conto dello Svedese, poteva benissimo essere un nuovo sviluppo, nato da una pietà di poche ore. Capita, quando la gente muore: l’aggressività svanisce, e persone così piene di difetti che a volte riuscivano quasi insopportabili in vita adesso si presentano nel modo più attraente, e ciò che l’altro ieri ti era meno gradito diventa, nella limousine che segue il carro funebre, una causa non soltanto di indulgente divertimento, ma di ammirazione. Una stima che comprende una realtà più vasta – quella poco caritatevole che ci è permessa prima del funerale, forgiata, senza tanti paroloni, nelle scaramucce della vita quotidiana, o quella che ci riempie di tristezza durante la successiva riunione familiare – che perfino un estraneo non può giudicare. La vista di una bara che sprofonda sotto terra può produrre un grande cambiamento nel cuore della gente (scopri tutt’a un tratto che non sei così deluso dalla persona che è morta), ma ciò che fa la vista di una bara per la mente nella sua ricerca della verità, questo non pretendo di saperlo.
– Mio padre, – disse Jerry, – era un insopportabile bastardo.
Altri libri di Philip Roth
Philip Roth è considerato tra i più importanti scrittori contemporanei. Della sua corposa bibliografia ricordiamo qui:
- Lamento di Portnoy (1969)
- La mia vita di uomo (1974)
- Lo scrittore fantasma (1979)
- Il teatro di Sabbath (1995)
- La macchia umana (2000)
- Il complotto contro l’America (2004)
Per concludere rimandiamo alla nostra guida completa per la bibliografia dello scrittore.