Adolesco è il romanzo d’esordio dello scrittore eteronimo Timothy Megaride (Il ramo e la foglia edizioni, 16,00 euro). Ed è una storia d’amore del tutto fuori dagli schemi.
In questi tempi di editoria selvaggia, di nuove uscite che riempiono a centinaia ogni settimana gli espositori delle librerie per durare al massimo pochi giorni, di strepiti sul caso editoriale del mese e di caccia al libro-che-mette-d’accordo-la-community-tutta, trovare una voce fuori dal coro e una storia che si attacchi davvero alle viscere diventa una faccenda oltremodo confusionaria e difficile. In questo panorama quindi, forse chi se la cava meglio sono le piccole realtà editoriali, che senza sgomitare individuano e propongono testi che si distaccano dal giro mainstream e che, magari, mettono a fuoco spaccati di vita e situazioni comuni, vicini a noi ma sui quali spesso non si riflette a sufficienza.
Adolesco, in un certo senso, rappresenta proprio questo: il ritratto di una gioventù riconoscibile, quotidianamente visibile, eppure, tante volte, incompresa. Un sedicenne, Tommaso, è rinchiuso dentro casa sua, e in questo contesto di separazione decide di incidere la sua voce su un registratore vocale per raccontare le vicende gli sono successe negli ultimi tre anni, durante i quali è cresciuto, trasformandosi da ragazzino problematico ma tutto sommato buono, a vero e proprio depravato. Depravato, ad appena sedici anni? Ebbene sì. O, perlomeno, questo è quanto gli dicono i suoi genitori.
Tommaso, ricalcando lo stereotipo di tanta classe benestante italiana, è un ragazzo svagato, ingenuo ma allo stesso tempo ostentatamente fiero e sicuro delle proprie opinioni. Trascorre le giornate guardando film, ascoltando musica e svicolando continuamente dallo sguardo dei genitori, con cui è in perenne conflitto: pur premurosi, infatti, questi non riescono ad arrivare ovunque, educativamente parlando, e spesso lasciano nel ragazzo la sensazione che il mondo degli adulti sia pieno di contraddizioni e assurdità. Sensazioni che in Tommaso si acuiscono man mano che, andando a ritroso nel racconto delle sue traversie, il giovane racconta i momenti più delicati della sua maturazione: la scoperta del proprio corpo, della sessualità, dell’amore e delle responsabilità che questo comporta, eventi che, proprio come nel momento di raccontare, il ragazzo affronta da solo. Non letteralmente, visto che può contare sulla complicità dell’amico d’infanzia Riccardo (con cui Tommaso condivide un’intimità molto più che fraterna) e sui saggi consigli dello psicologo Giona (forse l’unica figura adulta positiva di questo romanzo), ma la sensazione è proprio che Tommaso non riesca mai a uscire davvero da una sorta di individualismo, da una gabbia interiore che gli impedisce di capire la natura dei sentimenti che prova. Allo stesso tempo, la sua condizione ha quasi del metafisico, visto che nelle idee di Tommaso sull’amore e le relazioni si intravede qualcosa che somiglia all’idealismo, a una scala di valori che, assoluta come tutte le posizioni dei pre-adolescenti, oltrepassa ogni concetto di normatività e “normalità”. In questa chiave si possono leggere i suoi rapporti con Riccardo, che vengono vissuti sempre con una specie di candore infantile, ma anche la rabbia e il senso di rivalsa personale che inconsciamente portano il ragazzo a gesti avventati e pericolosi (come diffondere immagini private attraverso il telefonino sulle chat di messaggistica di tutta la scuola, quello che comunemente viene chiamato “revenge porn”), e non da ultima l’attrazione sconsiderata e fatale che Tommaso sviluppa verso l’insegnante chiamata a dargli ripetizioni di latino, l’affascinante e seducente Marta.
Leggendo, viene da pensare che storie di questo tipo siano forse fin più comuni di quanto non si pensi. E questo non unicamente perché nel romanzo di Timothy Megaride si intravede anche un fatto vero accaduto qualche anno fa, ma perché il particolare registro linguistico che l’autore affida a Tommaso acuisce la sensazione di verosimiglianza: la scrittura è la trascrizione fedele di un parlato che non ha nessun velo di censura e in cui le vicende raccontate, le citazioni e persino le parolacce aiutano a calarsi nella quotidianità di un adolescente, a familiarizzare con la sua visione delle cose, a impedire che si possa entrare da “giudici” nella vita di un individuo che, del resto, a modo suo, ammette di avere sbagliato. Tacere sul resto della storia è un modo per invogliare la lettura di questo romanzo sicuramente atipico ma che solleva moltissime questioni su cui oggi si sente l’urgenza di riflettere: il ruolo educativo degli adulti, l’accoglienza alla diversità, il bullismo e le discriminazioni sessuali, il concetto di “normalità” in genere.
Adolesco ricorda in qualche modo Un giorno questo dolore ti sarà utile (a cui lo stesso Tommaso fa riferimento nel corso del libro) ma a differenza del romanzo di Peter Cameron l’eloquente semplicità del punto di vista del giovane viene amplificata e rafforzata. E, come detto all’inizio, Adolesco non è solo un romanzo di formazione e di crescita, ma soprattutto una storia d’amore. Di che tipo, lo si può scoprire solo arrivando alla fine di questo libro, il cui scopo, forse, è proprio invitare a riflettere davvero su una generazione i cui disagi, troppo spesso, restano inascoltati.
Recensione inviata da Stella Di Giammarco
Edito da Il ramo e la foglia edizioni nel 2021 • Pagine: 224 • Compra su Amazon
"Tommaso ha 16 anni e un dramma più grande di lui da raccontare. Affida la sua testimonianza alla memoria di un registratore vocale e lo fa nei modi enfatici e dissacranti dell’adolescenza. Induce al sorriso, talvolta alla commozione, irrita, ma aiuta a capire un universo spesso ignoto o ignorato. Spara sentenze sul mondo che lo circonda, la famiglia, i compagni di scuola, noti personaggi dello spettacolo o della politica, i professionisti che devono in qualche modo gestirne le intemperanze. Tuttavia, dietro il discorso scontorto e irriverente, infarcito di neologismi, gergalità e volgarità, si cela la generosità di un eroe romantico dei nostri giorni, ignaro delle conseguenze di azioni a loro modo generose. Irride i veri miti romantici, rivela la pochezza granguignolesca degli odierni sogni di gloria, ma conquista una fresca moralità che ha qualcosa da insegnare anche agli adulti. Adolesco è un romanzo di formazione rivolto ai giovani, ma anche uno strumento di riflessione per quanti degli adolescenti si occupano. Croce e delizia del nostro confuso presente, i ragazzi sono il nostro futuro. Conoscerli e prendersene cura è un servigio reso alla Storia."
Che bella recensione, molte grazie a Libri News, che la pubblica, e a Stella Di Giammarco che la firma.
Interessante,un tema attuale