Edito da Les Flâneurs Edizioni nel 2022, Vuoto è il nuovo romanzo di Ilaria Palomba candidato al Premio Strega 2023. Un testo che si destreggia fra la dimensione onirica e la costante inquietudine che si sussegue, pagina dopo pagina. Una storia in cui aleggia un senso di morte perpetuo e che, tuttavia, induce alle riflessioni più pure e radicate grazie al viaggio nell’inconscio della protagonista. Personaggio principale del libro è Iris Palmieri, una poetessa dominata dalla sua vita disordinata e dall’oppressione del suo stesso Io, le cui esperienze audaci e, a tratti, anche violente l’hanno segnata in modo indelebile.
Un’esistenza tormentata, truculenta, promiscua che nel corso delle pagine svelerà l’essenza dell’opera, in tutta la sua interezza. Fra momenti onirici imperniati di esoterismo e un vorace senso di morte che la protagonista ricercherà più volte attraverso il suicidio, il lettore sarà permeato da un senso di sospensione e perdizione variegato da momenti punteggiati da una pressante inquietudine. Il contesto in cui Vuoto è ambientato si snoda fra la Puglia e Roma, il tutto nel giro di un anno. Il libro si divide in otto sezioni in cui si evince un certo tipo di continuità fra un capitolo e l’altro, tranne che per l’ultima parte. Un viaggio tra passato, presente e futuro che si sussegue in concatenazioni di eventi fluttuanti, come in una dimensione irreale, che portano la protagonista a sezionare in modo chirurgico la sua psiche, gli avvenimenti del suo passato e le sue emozioni. Attraverso questo andirivieni emotivo lento e doloroso, emergono le prime flebili certezze di Iris: la protagonista “visualizza” i propri timori, dà loro un contesto temporale che sembra sfumato nei meandri del suo inconscio.
Le paure che Iris percepisce appartengono a un episodio mai metabolizzato avvenuto durante la sua adolescenza; rivede le spiagge del Salento e d’un tratto, il suo essere la pone di fronte a una realtà non portata alla luce per troppo tempo. I timori di Iris sono il prodotto di un’azione terribile: lo stupro subito un’estate della sua adolescenza da parte di un ragazzo più grande di lei. Nel corso degli anni, la giovane sperimenta numerose relazioni fallimentari sia in ambito lavorativo che sentimentale; ma anche i rapporti con la famiglia di origine appaiono claudicanti. Ed è proprio in questo clima di incertezza che la protagonista appura quanto l’esistenza sia caduca e, quanto, il suo essere sia fragile; una fragilità divorante che Iris distingue come un angosciante vuoto che, in tutti i modi, cerca di riempire.
Recensione a cura di Annalina Grasso
Annalina Grasso è una giornalista pubblicista nata a Benevento. Si è laureata in Lettere moderne all’Università Federico II di Napoli con una tesi su Giacomo Debenedetti interprete di Marcel Proust e si è specializzata in filologia moderna a indirizzo linguistico presso la medesima università, con particolare interesse verso la storia della lingua italiana. Ha frequentato un corso di laurea magistrale in Editoria e scrittura presso l’Università Tor Vergata di Roma, un breve corso di studi umanistici alla Sorbona e ad Harvard (incentrati soprattutto sulla Divina Commedia), un corso di media social communication alla Ninja Academy di Milano e un master in arte e organizzazione di eventi culturali (specialmente mostre d’arte). Da anni si occupa di cinema, arte e letteratura e nel 2014 ha fondato il magazine culturale online ‘900letterario, che dirige. Le sue ricerche e studi sono volti alla divulgazione di opere letterarie e cinematografiche meno conosciute.
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