La nostra recensione di Casa di foglie di Mark Danielewski inizia con una precisazione: il libro è finalmente tornato a essere disponibile nelle librerie dal novembre 2019 grazie alla nuova edizione targata 66thand2nd. Nelle prossime righe cercheremo di spiegare perché è un testo che vale assolutamente la pena di avere.
Casa di foglie di Danielewski è un libro complesso, un romanzo in cui si innestano elementi da libro d’arte e una fitta rete di narrazioni. Il testo è diventato rapidamente un cult all’estero, ma trovare qualcuno che lo abbia letto in Italia non è facile.
Contenuti
Recensione di Casa di foglie di Danielewski: i viaggi nel labirinto
Oltre la porta non c’è una stanza, ma un corridoio buio seguito da altri corridoi con altre porte che conducono entro nuovi spazi provvisti di ulteriori corridoi. Oltre la porta c’è un mondo, non una stanza. Un mondo buio che sembra farsi beffe delle leggi fisiche a noi conosciute.
Casa di foglie di Danielewski è un libro dai molti significati e dalle molte profondità, ma non bisogna dimenticare che il cuore portante del tutto è una storia incredibilmente avvincente. Danielewski dosa con accortezza l’esplorazione dello spazio dentro la casa, gestisce la narrazione con grandi capacità tecniche: la curiosità del lettore è sempre stimolata, e a tratti viene posto sulla graticola, tenuto in attesa di scoprire cosa c’è in quello spazio misterioso dalle versatili dimensioni.
Il principale arco narrativo del romanzo è estremamente godibile e il libro riesce a incollare alle pagine per ore e ore. Ma il primo romanzo di Danielewski non si limita a proporre un intreccio di grande impatto: l’autore ha infatti creato una struttura molto complessa e indugia sul limite della sperimentazione con delle modalità che a tratti ricordano le soluzioni sviluppata da David Forster Wallace in Infinite Jest e altri suoi testi, a tratti quelle della letteratura ergodica.
Storie che si sovrappongono
Un ragazzo che lavora in un negozio di tatuaggi ritrova documenti a casa di un anziano deceduto in maniera inquietante; i documenti parlano principalmente del materiale video (The Navidson Record e non solo) realizzato in una casa assolutamente fuori dal comune. Mentre ci immergiamo nelle vicende della casa-labirinto ci troviamo spesso interrotti dal ragazzo che ha ritrovato i documenti riguardanti il “documentario” sulla casa; il ragazzo in questione ci parlerà di tutto, di donne e sesso e innamoramenti, senza tralasciare risse e nottate a base di alcol e stupefacenti.
Questa linea narrativa a tratti risulta un po’ ingombrante, per il lettore che vuole sapere cosa succede nella casa, ma è la stessa voce narrante a invitarci a saltare le pagine che non sono di nostro interesse. Lo schema del romanzo a tratti può apparire spiazzante o prolisso, ma il valore del testo ripaga ampiamente lo sforzo richiesto al lettore.
Estro, arte, libertà
Molte voci, molti personaggi e molti livelli: Casa di foglie è un’opera stratificata, con importanti elementi “artistici”, propri di uno sperimentalismo che ricorda le parole in libertà e che Danielewski usa con la più grande disinvoltura. Continuando nella lettura il lettore incontrerà pagine divise in colonne con dei riquadri entro cui proseguono note/narrazioni parallele, righe scritte sottosopra, ruotate di 90°, spezzettate sulla pagina, disposte al bordo dell’incollatura tra le pagine, immagini e molto altro ancora. Il romanzo non è tutto così: questi elementi a tratti si innestano nella narrazione visivamente tradizionale aggiungendo un livello ma senza discostarsi troppo dalla grafica “canonica”, altre volte irrompono con forza spaccando la narrazione della pagina in parole disperse. Altre volte ancora, delle parole vengono isolate in uno spazio bianco e vengono “caricate d’effetto”.
Opinioni e pareri si incrociano: le note tra ironia e postmodernismo
Da notare che Casa di foglie presenta opinioni, pareri, interpretazioni degli avvenimenti del libro all’interno delle note (e non solo). Il che vuol dire che il lettore si trova davanti una casa incredibile e inspiegabile, che sembra fatta apposta per evocare un’enorme matassa di significati: il labirinto, l’oscura dimensione come interiorità psicologica… La casa può essere considerata una metafora poliedrica. E a spiegare molti possibili significati, analizzando al contempo varie teorie sui personaggi che si muovono nella storia, è lo stesso Danielewski, attraverso note con affermazioni attribuite a presunti docenti universitari, psicologi, esperti di varie discipline, scrittori famosi, altri fotografi o giornalisti e via discorrendo. Il tutto ha un sapore senza dubbio postmoderno, ma la questione qui è più complicata di quanto potrebbe sembrare.
In ultima analisi, Casa di foglie è un libro assolutamente unico, che gli appassionati di letteratura contemporanea – soprattutto coloro che apprezzano le deviazioni dalla norma – dovrebbero assolutamente recuperare. E dopo averlo letto, considerata la poca notorietà del testo nel nostro paese, magari passare parola.
Segnalo che a novembre uscirà una nuova edizione italiana per la casa editrice 66th&2nd
Grande, anzi grandissima notizia!