L’ecologia letteraria, ecocritica o ecocriticism, nota anche come “green (cultural) studies”, “ecopoetics”, e “environmental literary criticism”, è una corrente di studi letterari dal carattere interdisciplinare in cui convergono ‒ in primo luogo ‒ critica letteraria, studi ecologici e approfondimenti filosofici di matrice etica.
L’ecologia letteraria o ecocritica nasce tra la fine degli anni 80 e gli inizi degli anni 90 negli Stati Uniti, benché il termine “ecocriticism” fosse già stato coniato nel 1978 da William Rueckert e benché di Ecologia Letteraria (Literary Ecology) ebbe modo di parlare Joseph Meeker nel 1972. Meeker nel suo libro The comedy of survival: Studies in Literary Ecology , definì l’ecologia letteraria come “lo studio dei temi e delle relazioni biologiche che appaiono nelle opere letterarie. Allo stesso tempo”, continuava Meeker, “è il tentativo di scoprire qual è il ruolo giocato dalla letteratura nell’ecologia della specie umana”.
Ad ogni modo, nonostante le precoci formulazioni cui abbiamo accennato (che restarono espressioni individuali: i singoli esponenti non vennero riconosciuti come appartenenti a un movimento critico specifico, e d’altronde, sembra non fossero a conoscenza dei reciproci lavori), è solo alla fine degli anni 80 che l’idea di ecologia letteraria comincia a diffondersi in ambito universitario per opera di autori quali Cheryll Burgess Glotfelty, Lawrence Buell, Scott Slovic e Patrick Murphy. Cheryll Burgess Glotfelty, docente di letteratura americana, nel 1989 pose al mondo accademico una domanda spiazzante e provocatoria: “How can we, as literary critics, respond to the environmental crisis?”. Glotfelty sottolineò come alcuni movimenti sociali precedenti ‒ quali quelli per i diritti civili e l’emancipazione femminile ‒ avessero destato attenzione nell’ambiente degli studi letterari, (erano, ovvero, riusciti a influire su di essi, a cooperare con essi) mentre non si era verificato lo stesso per il movimento ambientalista.
Serenella Iovino sintetizza così le domande che interessavano gli studiosi statunitensi alla fine degli anni 80:
Quali sono gli strumenti di cui l’etica e la cultura dispongono per fronteggiare la crisi ecologica? In che modo si può perseguire l’idea di una educazione ambientale che non sia semplicemente una disciplina tecnico-scientifica? È possibile trovare una consapevolezza ecologica del nostro vivere nel mondo attraverso forme culturali consolidate nella tradizione umanistica?
Questo genere di interrogativi implicavano, come si può intuire, un ripensamento della funzione didattica della letteratura, ovvero un’apertura a nuovi intenti di pedagogia sociale. Serenella Iovino scrive infatti: “La risposta alle questioni sollevate è allora un’ipotesi etico-educativa, basata sull’idea che un’interpretazione ‘ecologica’ dei testi letterari ci permette di acquisire e trasmettere una coscienza critica del rapporto tra essere umano e ambiente. L’ecocriticism è questa interpretazione ecologica”. Anche Cheryll Burgess Glotfelty ha affrontato a chiare la lettere la “questione della definizione”. Nell’introduzione a The Ecocriticism Reader scrive:
What then is ecocriticism? Simply put ecocriticism is the study of the relationship between literature and the physical environment. Just as feminist criticism examines language and literature from a gender-conscious perspective, and Marxist criticism brings an awareness of modes of production and economic class to its reading texts, ecocriticism takes an earth-centred approach to literary studies.
L’ecocritica è quindi una lettura di opere che si fa espressione della necessità di occuparsi delle gravi problematiche ecologiche del presente, una lettura che decide di farsi carico di responsabilità pedagogiche in un periodo di emergenza e diffonde l’idea della concatenazione delle opere letterarie con le questioni teoriche, sociali e storiche relative al rapporto dell’uomo con l’Altro-da-sé. Una lettura che si pone, inoltre, come uno degli strumenti per rendere effettive e avvicinare alla prassi le questioni etiche eco-logiche. Difatti, come abbiamo potuto notare nella citazione precedente, l’ecocritica è una modalità politica di analisi, tanto che generalmente gli studiosi di ecologia letteraria legano la loro attività critica a una morale “verde” e a un'”agenda politica”. Da ciò ne deriva la peculiarità dell’ecocriticism come “movimento”, critica militante in senso anti-ideologico, che attraverso analisi culturali punta ad affinare la coscienza ecologica contemporanea. L’ecocritica è quindi un’indagine compiuta “nello spirito di un impegno per un agire ambientale” .
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