Edito da Wojtek nel 2019 • Pagine: 111 • Compra su Amazon
La cornice: Nino Sciarra e suo fratello – rampolli di una ricchissima famiglia siciliana trasferitasi a Napoli – sono morti nella loro villa a Largo Patria. Un uomo (l’io narrante) è incaricato di recuperare i due cadaveri. Quello del secondo stava sotto una finestra, tra un mobile e una pila di giornali, quello del primo non si riesce a trovare. E così inizia un’allucinata catabasi nell’immensa abitazione (labirinto, archivio, cimitero, discarica, inferno) del morto stracolma della più disparata robaccia accumulata e stipata completamente alla rinfusa: “Prima di abbattere tutto bisogna recuperare il corpo, chi sa dove è finito. C’è puzza di chiuso, di umido, di piscio, di topi, di tempo, si fa fatica ad avanzare tra migliaia di oggetti buttati a caso in questa villa enorme, a tre piani e non so quante stanze”. […] Per la recensione completa di Andrea Zandomeneghi rimandiamo a Il foglio (versione cartacea) del 23 aprile 2020.I fratelli Sciarra, siciliani trapiantati a Napoli, sono morti. Un uomo ha il compito di entrare in casa e recuperarne i corpi. Uno dei cadaveri viene trovato subito; dell’altro non c’è traccia. Oltre la soglia dell’abitazione, cianfrusaglie accatastate, cicche di sigarette, spazzatura, cibo avariato e libri. Soprattutto libri. L’uomo viene inghiottito dalle stanze in cui vaga senza requie e si perde nelle pagine di autori dimenticati. Nel corso della sua vana ricerca, il mondo degli Sciarra prende corpo; quello in cui l’uomo vive, al contrario, perde consistenza, finché le due realtà si confondono con l’universo emerso dai libri. Un romanzo in cui divagare è il solo modo per perseverare nella ricerca. Dopo Caina (Fandango, 2009) e La consonante K (Neri Pozza, 2017), Davide Morganti scrive un’opera enigmatica, in bilico tra il reale e l’assurdo.
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