Edito da Fazi nel 2019 • Pagine: 381 • Compra su Amazon
Tyler Caskey è una presenza insolita per la comunità di West Annett: è giovane e i suoi sermoni sono brillanti, frutto di una preparazione e di una sensibilità fuori dal comune. Ed è diverso dalle precedenti guide spirituali che i fedeli hanno conosciuto perché ha carisma e una moglie di grande bellezza e sensualità accanto. Quasi uno schiaffo di vitalità per tutta la cittadina. Eppure un giorno tutto può cambiare, l’attrazione trasformarsi in sospetto e maldicenza. La giovane signora Caskey muore. Una morte che travolge il marito e le loro bambine in modo irreversibile. La figlia maggiore, Katherine, di appena cinque anni, smette di parlare chiudendosi in un silenzio impenetrabile; Tyler non trova più le parole adatte in chiesa, né alcuna misericordia per chi si rivela ottuso, arido, distante. Cosa resta, quindi, del conforto religioso? Poco o niente, se di fronte alla fragilità di un lutto che si apre come una voragine nessuno riesce a compenetrarsi nel dolore altrui, se le meschinità di un quotidiano prosciugato di ogni calore si moltiplicano tra le mille illazioni che corrono lungo i fili del telefono propagando sciocche storie di adulterio o di malattia mentale...
La recensione di Veronica Bonino
A distanza di quasi dieci anni dalla prima comparsa nel mondo editoriale italiano la casa editrice Fazi sceglie di dare alle stampe una nuova edizione del secondo romanzo della scrittrice statunitense: Resta con me.
Oggetto della scrittura puntuale della Strout è la vita, spirituale e privata, del pastore Tyler Caskey, un uomo giovane e capace di mettere a punto sermoni domenicali inusuali, una figura molto diversa da quella degli altri abitanti della piccola località del Maine in cui le vicende hanno luogo. Ben presto però il lettore si trova a condividere il dramma personale di Tyler: la signora Caskey muore e l’uomo si trova a dover fronteggiare le conseguenze irreparabili della scomparsa della moglie. Infatti la figlia maggiore Katherine affronta il lutto chiudendosi in un impenetrabile silenzio.
Anche Tyler viene messo di fronte all’evidenza della morte, nel momento in cui si rende conto di essere diventato incapace sia di preparare i sermoni che di ascoltare e comprendere le debolezze che affliggono i membri della sua comunità. Il dolore porterà il reverendo ad attuare il consiglio ricevuto dal padre di mettere davanti alle sue necessità quelle degli altri, fino a costringerlo ad indossare i panni dell’uomo tutto d’un pezzo, che resiste impassibile di fronte a qualsiasi evenienza.
Ciò che colpisce del romanzo è l’abilità di scrittura di Strout, che ancora una volta si conferma come una delle voci più autorevoli della letteratura nord americana contemporanea. In particolar modo, la sua bravura si manifesta nella descrizione dei paesaggi. Non di meno, l’autrice fornisce al lettore un ritratto dei personaggi molto approfondito, non solo dal punto di vista dell’aspetto fisico, ma concentrandosi anche sulle loro emozioni. Altro aspetto molto interessante è la scelta, da parte dell’autrice, di inserire all’interno del romanzo dei versetti tratti dal libro dei Salmi. Questo espediente rende ancora più evidenti le emozioni provate da Tyler, permettendo così al lettore di immedesimarsi con il protagonista.
Se si dovesse trovare un difetto al romanzo, che comunque non ne pregiudica la bellezza, è la presenza dei flashback all’interno del racconto, che alcune volte impediscono al lettore di collocare nell’esatto spazio temporale gli eventi.
Un libro consigliato a chi vuole sentirsi toccato nel profondo durante la lettura.
Elizabeth Strout (Portland, 6 gennaio 1956) è una scrittrice statunitense che vive tra il Maine e New York, con il marito James Tierney, avvocato e politico, e la figlia. Nel 2000 la Strout è stata tra i finalisti dell’Orange Prize ed è stata nominata per il Premio PEN/Faulkner per la narrativa. Nel 2007 ha insegnato alla Colgate University come professoressa del National Endowment for the Humanities. Nel 2009 ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa con Olive Kitteridge (2008) romanzo che nel 2010 le ha permesso di aggiudicarsi anche il Premio Bancarella, con l’edizione tradotta e pubblicata dalla Fazi Editore nel 2009. Nel 2012 ha vinto il Premio Mondello.
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