Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di American Psycho di Bret Easton Ellis, romanzo edito in Italia da Einaudi con un prezzo di copertina di 14,00 euro (ma online lo si acquista con il 15% di sconto). Il titolo è disponibile anche in eBook al prezzo di euro 7,99.
American Psycho: trama del libro
Patrick Bateman è giovane, bello, ricco. Vive a Manhattan, lavora a Wall Street e con i colleghi Timothy, David, Patten e Craig, frequenta i locali più alla moda, le palestre più esclusive e le toilette dove gira la migliore cocaina della città, discutendo di nuovi ristoranti, cameriere corpoduro ed eleganza maschile. Ma la sua vita è ricca di particolari piuttosto inquietanti e quando le tenebre scendono su New York, Patrick Bateman si trasforma in un torturatore omicida, freddo, metodico, spietato.
- Per altri dettagli rimandiamo alla scheda completa di American Psycho su Amazon.
- Qui potete leggere le recensioni dei lettori su Amazon.
– Sono un tipo pieno di risorse, – sta dicendo Price. – Creativo, giovane, senza scrupoli, supermotivato, superqualificato. In sostanza sto dicendo che questa società non può permettersi di perdermi. Sono una risorsa, io –. Price si calma, e attraverso il sudicio finestrino del taxi continua probabilmente a guardare la parola PAURA tracciata a spray rosso sulla facciata di un McDonald’s tra la Quarta e la Settima. – Voglio dire, il fatto è che non gliene frega un cazzo a nessuno del proprio lavoro, tutti odiano il loro lavoro, io odio il mio lavoro, e tu mi hai detto che odi il tuo. Che faccio? Torno a Los Angeles? Non è un’alternativa. Non mi sono mica trasferito dalla UCLA alla Stanford per rassegnarmi a questo. Voglio dire, sono forse il solo a pensare che non stiamo facendo abbastanza soldi? – Come in un film appare un altro autobus, un altro manifesto di Les Misérables sostituisce la parola – non è lo stesso autobus, perché qualcuno ha scritto LESBICA sulla faccia di Eponine. Tim sbotta: – Ho un appartamento, qui, io. E una casa agli Hamptons, Cristo!
– È dei tuoi, bello. È dei tuoi.
– Gliela sto comprando. Vuoi alzare questo cazzo di volume? – sbraita turbato all’autista, con i Crystals che continuano a strepitare alla radio.
– Piú su non va, – dice forse il conducente.
Timothy lo ignora e prosegue irritato. – Potrei restare a vivere in questa città solo se installassero dei Blaupunkt sui taxi. Magari modello ODM III o ORC II a sintonizzazione dinamica –. Qui la sua voce si addolcisce. – L’uno o l’altro. Sono strafighi, amico, davvero strafighi.
Si sfila dal collo un walkman dall’aria costosa, e si lamenta ancora. – Odio lamentarmi, sul serio, dell’immondizia, della spazzatura, delle malattie, di quanto è lurida questa città, e tu e io sappiamo che in realtà è un porcile… – Seguita a parlare mentre apre la sua nuova valigetta diplomatica Tumi di vitello comprata da D. F. Sanders. Ripone il walkman accanto a un mini cellulare Easa-phone Panasonic (prima aveva un portatile NEC 9000) e tira fuori il giornale. – Un’edizione qualsiasi – dico, un’edizione qualsiasi – e vediamo un po’… modelle strangolate, neonati scaraventati giú dai tetti di case popolari, ragazzini uccisi nella metropolitana, una manifestazione comunista, un boss della mafia accoppato, nazisti… – sfoglia le pagine in preda all’eccitazione – giocatori di baseball con l’AIDS, altre storie di mafia, un ingorgo, senzatetto, maniaci vari, froci che muoiono per strada come mosche, uteri in affitto, la soppressione di una soap opera, ragazzini che hanno fatto irruzione in uno zoo per torturare e bruciare vivi svariati animali, altri nazisti… e la cosa da morir dal ridere è che è tutto qui, tutto in questa città, da nessun’altra parte, che palle, evvai, ecco altri nazisti, un ingorgo, un ingorgo, trafficanti di bambini, mercato nero di bambini, bambini con l’AIDS, bambini tossicodipendenti, una casa che crolla su un bambino, un maniaco bambino, un ingorgo, un ponte crollato… – Tace di colpo, riprende fiato e poi dice con calma, gli occhi fissi su un mendicante all’angolo tra la Seconda e la Quinta: – È il ventiquattresimo che vedo, oggi. Ho tenuto il conto –. Quindi mi domanda, senza voltarsi: – Perché non indossi il blazer blu scuro con i pantaloni grigi? – Price indossa un completo in lana e seta a sei bottoni Ermenegildo Zegna, una camicia di cotone con polsini alla francese Ike Behar, una cravatta di seta Ralph Lauren e scarpe di cuoio con mascherina Fratelli Rossetti. Torna a scrutare il «Post». C’è un articolo abbastanza interessante sulla scomparsa di due persone durante una festa a bordo del panfilo di una semicelebrità newyorkese, mentre la barca girava intorno all’isola. Unici indizi, una scia di sangue e tre calici in frantumi. Si sospetta l’omicidio e la polizia pensa che l’assassino abbia usato un machete per via di certi solchi e intaccature trovati sul ponte. Dei cadaveri non c’è traccia. Nessuno è incriminato. Price ha attaccato la sua solfa oggi a colazione e l’ha di nuovo tirata fuori durante la partita di squash e ha continuato a menarla all’aperitivo da Harry’s, scolandosi tre J&B con acqua, per poi passare al ben piú coinvolgente portafoglio Fisher, quello gestito da Paul Owen. E non sta zitto un secondo.
– Malattie! – esclama, il volto contratto dal dolore. – Adesso c’è questa teoria secondo cui se puoi beccarti il virus dell’AIDSfacendo sesso con qualcuno che è sieropositivo allora puoi beccarti qualsiasi altra cosa, che sia un virus oppure no: l’Alzheimer, la distrofia muscolare, l’emofilia, la leucemia, l’anoressia, il diabete, il cancro, la sclerosi multipla, la cirrosi epatica, la dislessia, Cristosanto – perfino la dislessia ti puoi beccare, dalla fica!
– Non ne sono sicuro, bello, ma non credo che la dislessia sia un virus.
– Mah, chi lo sa? Loro non lo sanno. Vallo a dimostrare.
Fuori dal taxi, sul marciapiede di fronte a un Gray’s Papaya, grassi piccioni neri si contendono pezzi di hot dog davanti agli sguardi oziosi di alcuni travestiti e un’auto della polizia procede silenziosa contromano per la via a senso unico e il cielo è basso e grigio e in un taxi bloccato nel traffico di fronte al nostro un sosia di Luis Carruthers fa cenni di saluto a Timothy, e dato che Timothy non ricambia, il tipo – capelli impomatati, bretelle, occhiali dalla montatura in corno – capisce di essersi sbagliato e torna a immergersi nella sua copia di «USA Today». Giú per il marciapiede un’orrenda vecchia barbona impugna una frusta e la fa schioccare all’indirizzo dei piccioni, che però la ignorano, continuando a beccare e a battersi voraci sui resti di hot dog. L’auto della polizia scompare in un parcheggio sotterraneo.
– Ma poi, quando ormai sei arrivato al punto in cui la tua reazione nei confronti dei tempi che corrono equivale a una totale e acritica accettazione, e il tuo corpo si è in qualche modo sintonizzato con la follia generale e ti sembra che ogni cosa alla fine abbia un senso, allora ecco che arriva questa cazzo di negra senzatetto fuori di testa che in effetti vuole – stammi a sentire, Bateman – vuole starsene per strada, per questa, queste strade, le vedi, quelle – me le indica – e abbiamo un sindaco che non le darà retta, un sindaco che non permetterà a quella puttana di fare a modo suo, Cristosanto, lasciamo che la cazzo di puttana crepi assiderata, che si dia da sola il colpo di grazia, cazzo, e allora eccoti nuovamente al punto di partenza, confuso, fottuto… E siamo a ventiquattro, no, venticinque… Chi ci sarà da Evelyn? Aspetta, fammi indovinare –. Alza una mano appesa a un’impeccabile manicure. – Ashley, Courtney, Muldwyn, Marina, Charles… Dico bene, finora? Forse qualcuno degli amici «artisti» di Evelyn dell’oh-mio-Dio East Village. Hai presente il tipo, quelli che hanno la faccia di chiedere a Evelyn se ha del buon chardonnay secco bianco… – Si batte una mano sulla fronte, chiude gli occhi e borbotta, a denti stretti: – Me ne vado. Mollo Meredith. Fondamentalmente mi provoca. Fa di tutto per non piacermi. E io la pianto. Perché ci ho messo cosí tanto a capire che ha la personalità di una concorrente di telequiz, cazzo?… Ventisei, ventisette… Voglio dire, gliel’ho spiegato che sono uno sensibile. Gliel’ho detto che l’incidente del Challenger mi ha scioccato… Cos’altro vuole? Sono un moralista, però tollerante, voglio dire sono estremamente soddisfatto della mia vita, ottimista per ciò che riguarda il futuro… Voglio dire, tu no?
– Certo, ma…
– E in cambio da lei non ottengo che stronzate… Ventotto, ventinove, e che cazzo, è un vero e proprio sciame di barboni. Ti dico… – Si interrompe bruscamente, forse esausto, e distogliendo lo sguardo da un’altra pubblicità di Les Misérables, come se si fosse ricordato di qualcosa di importante, mi chiede: – Hai letto di quel concorrente di telequiz? Quello che ha fatto fuori due ragazzini? Checca depravata. Buffo, davvero buffo –. Price attende una mia reazione. Invano. Ad un tratto, l’Upper West Side.
Per la biografia e la bibliografia completa dello scrittore americano rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Bret Easton Ellis.
Lascia un commento