Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Appuntamento al buio di Danielle Steel, romanzo edito in Italia da Sperling & Kupfer con un prezzo di copertina di 12,00 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto). Il titolo è disponibile anche in eBook al prezzo di euro 7,99.
Appuntamento al buio: trama del libro
Paris vive una dorata routine con due figli grandi, una splendida casa nel Connecticut, e Peter, l’amatissimo marito. Che però, senza preavviso, con poche parole sconvolge tutto: “Voglio il divorzio”. La donna – dopo momenti di incredulità, dolore, rabbia, disperazione glielo concede, e parte per la California alla ricerca di una nuova serenità. A San Francisco la vita è più libera, intensa e ricca di emozioni, nonché… piena di uomini: l’affascinante compagno, inguaribilmente refrattario ai legami, il giovane francese, così adorabilmente sexy, l’amante un po’ troppo dipendente… dalla bottiglia. Ma mentre sua figlia Meg si innamora, Paris sembra non riuscire a trovare il partner giusto, e dopo una serie di sfortunati appuntamenti approda all’imprevedibile rendez-vous finale.
Paris andò ad assicurarsi che la tavola fosse stata apparecchiata nel modo corretto. I camerieri del catering erano affidabili ed esperti anche perché se ne serviva frequentemente. Le piaceva ricevere gente e nel corso degli anni lei e il marito avevano collezionato un assortimento eclettico di amici interessanti. Per dare un tocco personale all’insieme aggiunse una composizione floreale piena di peonie multicolori. La tovaglia era immacolata, l’argenteria e i servizi di porcellana lucenti. Peter, probabilmente, non se ne sarebbe neanche accorto, specialmente se fosse rientrato a casa stanco; ma, se anche non notava ogni dettaglio, si sentiva a suo agio. Paris era impeccabile per tutto quanto riguardava i particolari. Sapeva creare un’atmosfera calda, elegante e accogliente. E non lo faceva soltanto per il marito e per i loro amici, ma anche per se stessa.
Del resto, Peter provvedeva generosamente a tutto il necessario. Era sempre stato munifico con lei e con i figli. Con l’andare del tempo, aveva quasi raggiunto l’apice del successo. Socio di un affermato studio legale, specializzato in diritto societario, a cinquantun anni ne era diventato il responsabile. La casa che aveva comprato per la famiglia, un decennio prima, era una grande e splendida costruzione in pietra, con un delizioso giardino, in uno dei quartieri più lussuosi di Greenwich. In un primo tempo avevano pensato di incaricare un arredatore d’interni, ma alla fine Paris aveva deciso di occuparsene personalmente, un lavoro che le era piaciuto moltissimo. Peter era rimasto felice e soddisfatto dei risultati, tanto da prendere garbatamente in giro la moglie chiedendole perché non si mettesse a fare l’arredatrice di professione e molti dei loro amici dicevano: «Perché no?» Ma, per quanto avesse un innato senso artistico, gli interessi di Paris erano sempre stati più simili a quelli di suo marito.
Aveva un enorme rispetto per il mondo degli affari e lo conosceva bene. Si era sposata subito dopo essersi diplomata al college, ma aveva continuato gli studi e, dopo la laurea in economia, aveva conseguito un master in amministrazione aziendale. Avrebbe voluto aprire un piccolo ufficio in proprio ma, durante il secondo anno di frequenza all’università, era rimasta incinta e quindi aveva preferito rinunciare alla professione per rimanere a casa con i figli. E non aveva mai rimpianto quella scelta. Peter aveva appoggiato pienamente la sua decisione, perché non c’era bisogno, in famiglia, che lavorasse anche lei. Così, per ventiquattro anni, Paris si era sentita abile, capace, totalmente realizzata, dedicandosi a tempo pieno al marito e ai ragazzi. Infornava biscotti, organizzava gite scolastiche, dirigeva ogni anno la vendita all’asta organizzata dalla scuola, cuciva con le sue mani costumi per la festa di Halloween, passava ore interminabili con Meg e Wim dal dentista e faceva, in genere, tutto quello che molte altre mogli e madri facevano. Per questo non aveva certo bisogno di un master, ma la sua conoscenza approfondita del mondo aziendale e il suo interesse sempre vivace e attento per quell’ambiente e quegli argomenti rendevano molto più facili le conversazioni con il marito alla sera tardi quando lui le parlava dei casi di cui si stava occupando. E la possibilità di condividere passioni e opinioni li faceva sentire più uniti. Paris era sempre stata la moglie perfetta per Peter che le era profondamente grato per il modo in cui lei aveva allevato i loro figli. Aveva soddisfatto tutte le sue aspettative…
Ancora adesso sapevano divertirsi e ridere insieme la domenica, mentre si crogiolavano sotto le coperte per un’altra mezz’oretta di relax nelle fredde mattine invernali. Continuava ancora ad alzarsi prestissimo e ogni giorno della settimana lo accompagnava in auto alla stazione, poi tornava indietro per portare i bambini a scuola, fino a quando loro non erano stati abbastanza adulti da andarci da soli. Benché questo fosse successo, almeno a suo giudizio, anche troppo presto. Ormai, l’unico dilemma che le restava era cercare di decidere che cosa avesse intenzione di fare di se stessa quando Wim fosse partito per Berkeley, in agosto. Non riusciva più a immaginare una vita senza adolescenti che sguazzassero nella piscina, d’estate, oppure che le capovolgessero completamente il ritmo di vita, in casa, invadendo in massa con i loro amici la stanza da gioco del pianterreno durante i weekend. Per ventitré dei ventiquattro anni del suo matrimonio, la sua esistenza aveva avuto interamente, senza riserve, i ragazzi come punto focale. E adesso si rattristava all’idea che quei giorni stessero per giungere inesorabilmente al termine.
Sapeva perfettamente che, quando Wim fosse partito per il college, l’esistenza che lei aveva condotto da tanto tempo si sarebbe conclusa definitivamente. Suo figlio sarebbe tornato a casa durante il weekend, di tanto in tanto, e nelle vacanze, come aveva fatto la sorella, ma con molto minore frequenza perché lui sarebbe stato così lontano, sulla West Coast. Meg stessa, una volta laureata, era praticamente scomparsa. Si era trasferita a New York per sei mesi, aveva preso in affitto un appartamento con tre amiche, poi era partita per la California non appena trovato a Los Angeles il lavoro che desiderava. Da quel momento in poi, potevano considerarsi fortunati se la vedevano per il Giorno del Ringraziamento e per Natale, e Dio solo sapeva che cosa sarebbe successo quando si fosse sposata, benché finora lei non avesse progetti del genere per il suo futuro.
Dopo essere rimasta così a lungo fuori del mercato del lavoro, l’idea di partire per New York e trovarsi un impiego sembrava a Paris completamente irrealizzabile. Al momento stava solo valutando l’ipotesi di dedicarsi a qualche opera di volontariato a Stamford, lavorando con i bambini vittime di abusi, oppure di partecipare a un programma di sostegno per ragazzi con difficoltà di apprendimento. A parte ciò, non aveva la minima idea di quale destino l’attendeva. Anni prima Peter le aveva detto che, quando i ragazzi se ne fossero andati di casa, sarebbe stato il momento giusto per viaggiare insieme e fare tutte quelle cose che in precedenza avevano dovuto accantonare. Ma in quell’ultimo anno il lavoro l’aveva impegnato talmente che era molto poco probabile riuscire a realizzare quel sogno. Capitava di rado, ormai, che lui tornasse a casa per l’ora di cena. Paris aveva così l’impressione che figli e marito avessero una vita indaffarata e produttiva e lei, invece, no. E si rendeva conto di dover risolvere quel problema, al più presto. La prospettiva dell’enorme quantità di tempo libero che stava per piombarle addosso la spaventava. Ne aveva parlato con Peter in parecchie occasioni, ma lui non aveva trovato alcun suggerimento utile da darle. Continuava solo a ripeterle che presto o tardi le sarebbe venuto in mente qualcosa. Lei stessa lo sperava. A quarantasei anni, era ancora giovane abbastanza da cominciare una carriera, se avesse voluto provarci; il problema era che non sapeva assolutamente se aveva delle ambizioni, e quali. A lei piacevano le cose così come stavano, occuparsi della famiglia, dedicarsi a tutte le necessità dei figli durante il weekend, e in modo particolare a quelle di Peter. Diversamente da quanto era successo ad alcune sue amiche, il cui matrimonio nel corso degli anni aveva cominciato a rivelare qualche segno di cedimento oppure era addirittura andato a rotoli, Paris era ancora innamoratissima del suo partner. Lui era più gentile, più affettuoso, più premuroso (era anzi diventato addirittura più riflessivo e sofisticato, e perfino più attraente) di come fosse all’inizio del loro matrimonio. E quando lei glielo faceva notare lui le rispondeva: «Stai parlando di te?»
Per la biografia e la bibliografia completa della scrittrice newyorchese rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Danielle Steel.
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