Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Atto di fede di Danielle Steel, romanzo edito in Italia da Sperling & Kupfer con un prezzo di copertina di 9,90 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto). Il titolo è disponibile anche in eBook al prezzo di euro 6,99.
Atto di fede: trama del libro
Cresciuta nella splendida cornice del castello di Marmouton, non lontano da Parigi, Marie-Ange ha avuto un’infanzia da favola, ma a soli undici anni un tragico incidente stravolge la sua vita. La ragazzina viene mandata in una sperduta fattoria dello lowa, presso una vecchia prozia arida di sentimenti che la costringe a tagliare i ponti con il passato. Unico affetto è l’amicizia con Billy. Il sogno di ritornare in Francia si avvera quando un’insperata quanto cospicua eredità la mette in condizioni di partire. Il proprietario del castello di Marmouton è ora l’affascinante conte Bernard de Beauchamp, che conquista ben presto il suo cuore e la sua fiducia. Ma un’ombra oscura minaccia la felicità appena raggiunta.
«Sembri proprio una zingarella!» la rimproverava la mamma. Ma glielo diceva sempre sorridendo. Françoise Hawkins adorava i suoi due figli.
Robert era nato alla fine della guerra, undici mesi dopo che lei aveva sposato John Hawkins. Pressappoco nello stesso periodo il marito aveva fondato un’azienda di esportazione di vini, e nel giro di cinque anni si era costruito un’immensa fortuna. Alla nascita di Marie-Ange avevano acquistato il castello di Marmouton. La piccola frequentava la scuola del paese, come aveva fatto anche il fratello. Ora, però, nel giro di un mese lui sarebbe partito per andare a studiare alla Sorbona; aveva intenzione di frequentare la facoltà di Economia per poi entrare nell’impresa paterna, cresciuta e ingranditasi repentinamente, tanto che John stesso non nascondeva la meraviglia per il successo ottenuto, che garantiva a tutti loro una vita piena di agi. Françoise era molto orgogliosa di lui, lo era sempre stata. La loro era una storia particolare e romantica.
Negli ultimi mesi della guerra, un soldato americano – John – era stato paracadutato in Francia e si era rotto una gamba atterrando su un albero situato all’interno della piccola fattoria di proprietà dei genitori di Françoise. In quel momento lei e la mamma erano sole perché suo padre, che combatteva con la Resistenza, era uscito per una delle riunioni segrete alle quali partecipava ogni notte. Le due donne avevano nascosto il militare in soffitta. Françoise aveva sedici anni ed era rimasta incantata dall’alta figura di John, dal suo fascino e dalla sua bellezza di giovane del Midwest. Anche lui era un agricoltore e aveva quattro anni più di lei. Da quel momento la mamma aveva cominciato a sorvegliarli rigorosamente, temendo che Françoise si innamorasse di lui e commettesse qualche sciocchezza. Ma John si era sempre mostrato corretto e rispettoso, anche perché, alla fine, aveva scoperto di amare, corrisposto, la ragazza. Lei gli aveva insegnato il francese e lui le aveva dato lezioni di inglese durante le conversazioni sussurrate che facevano di notte, nel buio pesto della soffitta. Non si erano mai azzardati ad accendere neanche una candela, temendo che i tedeschi potessero vederli.
John era rimasto da loro quattro mesi e quando se n’era andato Françoise aveva creduto che le si spezzasse il cuore. Suo padre e alcuni amici della Resistenza erano riusciti a fargli raggiungere di nascosto le truppe americane, così lui aveva potuto prendere parte alla liberazione di Parigi. Aveva però assicurato a Françoise che sarebbe tornato da lei, e la ragazza era sicura che avrebbe mantenuto la promessa.
Poi, però, i genitori di Françoise erano rimasti uccisi proprio negli ultimi giorni del conflitto, poco prima della liberazione, e lei era stata mandata a vivere dai cugini a Parigi. Non aveva avuto modo di mettersi in contato con John, anche perché, nello scompiglio generale, aveva perso il suo indirizzo e non immaginava certo che lui si trovasse ancora nella capitale francese. Molto tempo dopo scoprirono di avere vissuto a tre o quattro chilometri di distanza l’uno dall’altra: Françoise abitava vicino al Boulevard Saint-Germain, ma il suo amore non lo aveva mai saputo.
Prima di riuscire a incontrarla, John si era imbarcato per gli Stati Uniti e aveva fatto ritorno nello Iowa. Anche lui aveva avuto i suoi problemi: il padre era caduto a Guam, quindi il giovane si era dovuto rimboccare le maniche per mandare avanti la fattoria di famiglia con la madre, i fratelli e le sorelle. Subito dopo essere rientrato in patria aveva scritto a Françoise, ma le sue lettere non avevano mai avuto risposta né erano state rispedite al mittente. Questo perché, in realtà, la ragazza non le aveva mai ricevute. Gli ci erano voluti due anni per risparmiare il denaro necessario a tornare in Francia e tentare di rintracciarla. Ma dal giorno in cui l’aveva lasciata, il suo ricordo era diventato un’ossessione. Una volta arrivato nel luogo dove si erano conosciuti, aveva scoperto che la proprietà era stata venduta e ora vi abitavano degli estranei. Tutti nel vicinato sapevano però che i genitori di Françoise erano morti e che lei era partita per Parigi.
John si era allora recato nella capitale e aveva usato tutte le risorse possibili e immaginabili per trovarla: la polizia, la Croce Rossa, la segreteria della Sorbona e di tutte le università che era riuscito a visitare. Poi, il giorno prima di ripartire per gli Stati Uniti, era seduto in un piccolo caffè sulla Rive Gauche quando, come per miracolo, l’aveva vista camminare lentamente per strada sotto la pioggia, a testa china. In un primo momento aveva pensato che fosse solo una sconosciuta che somigliava in modo impressionante a Françoise, poi, dopo averla guardata con maggiore attenzione, le era corso dietro, convinto di fare la figura dell’imbecille ma deciso ad azzardare anche quell’ultimo tentativo. Appena l’aveva visto, lei era scoppiata in lacrime e gli aveva buttato le braccia al collo.
Avevano passato tutta la sera insieme, a casa dei cugini di Françoise, e la mattina dopo lui si era imbarcato per riattraversare l’oceano. Si erano scritti per un anno, poi John era finalmente tornato a Parigi, questa volta per rimanere. Ormai Françoise aveva diciannove anni e lui ventitré. Quindici giorni dopo il suo arrivo si erano sposati e nei diciannove anni successivi non si erano più separati neanche per un momento. Dopo la nascita di Robert avevano deciso di lasciare Parigi ma non la Francia: John aveva assicurato alla moglie di sentirsi più a casa propria lì che nello Iowa. Evidentemente il destino aveva voluto così, si ripetevano sempre, e ogni volta che raccontavano a qualcuno la loro storia si sorridevano. Marie-Ange l’aveva sentita almeno mille volte, e tutti affermavano sempre che era molto romantica.
La ragazzina non aveva mai conosciuto i famigliari del padre, i cui genitori, così come i suoi due fratelli, erano morti prima che lei nascesse. Una sorella era deceduta qualche anno prima, mentre l’altra era rimasta vittima di un incidente stradale quando lei era ancora una bambina. L’unica parente ancora viva era una zia paterna di John, ma dal modo in cui il papà ne parlava la bambina aveva capito che non gli era simpatica. Nessuno dei suoi parenti era mai venuto in Francia, e più di una volta John aveva detto che lo ritenevano pazzo perché si era trasferito a Parigi per rimanere con la donna che amava. Anche i cugini di Françoise erano morti in una disgrazia quando Marie-Ange aveva tre anni; non aveva più nonni, e la madre era figlia unica. La sola famiglia che avesse mai avuto era quindi costituita dal fratello Robert, dai genitori e da una prozia che abitava in una sperduta località dello Iowa, che per altro suo padre detestava. Una volta aveva spiegato a Marie-Ange che era «gretta, meschina e ottusa», qualunque cosa ciò significasse. Da molto tempo non si scrivevano più. E, in ogni caso, lei non sentiva il bisogno di vivere in una famiglia numerosa: aveva una vita intensa, e le persone che la circondavano la trattavano come una benedizione e una gioia. Era un angelo fin dal nome, ed era proprio così che tutti la consideravano, compreso Robert, che pure si divertiva a stuzzicarla e a prenderla in giro.
Per la biografia e la bibliografia completa della scrittrice newyorchese rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Danielle Steel.
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