Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Il buio fuori di Cormac McCarthy. Il romanzo è pubblicato in Italia da Einaudi con un prezzo di copertina di 11,00 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto)
Il buio fuori: trama del libro
In una capanna al limitare del bosco, la giovane Rinthy dà alla luce un bambino. Il padre del bimbo e fratello di Rinthy, si libera del neonato abbandonandolo in riva al fiume. Certa che il figlio sia vivo, la donna parte alla sua ricerca per le strade di una terra desolata. Il padre, a sua volta, rincorre la sorella per le stesse strade, mosso da un’uguale certezza di ritrovarla. Al loro girovagare si intreccia quello di una malvagia «trinità» che sfiora via via le misere esistenze di una serie di personaggi tingendole di sangue. E quando i protagonisti si incontreranno, l’epilogo avrà tratti d’inimmaginabile crudeltà.
Alle imprese scellerate degli uomini fa da contrappunto la leggiadra perfezione della natura, come se a crearla fosse stata una divinità diversa da quella che sovrintende alle cose degli uomini.
Approfondimenti sul libro
In ebook Il buio fuori (in pdf, epub e mobi) può essere acquistato al prezzo di 6,99 euro.
L’uomo si mise a sedere. Cosa? disse. Cosa?
Lo aveva scosso facendolo emergere dal buio al buio, fuori da una calca vociante sotto un sole nero, e adesso era sveglio in una notte ancora piú dolorosa, seduto, e imprecava sottovoce nel letto che divideva con la donna e con il peso senza nome che lei portava nel ventre.
Questo era il sogno da cui si era destato:
C’era un profeta in una piazza, le braccia levate al cielo per ammonire la cenciosa moltitudine riunita in quel luogo. Un’accolita di rottami umani lo ascoltava, occhi bianchi e ciechi, moncherini raggrinziti e piaghe purulente. Il sole nel cielo era sul punto di eclissarsi, e il profeta parlava alla gente. Per un’ora il sole si sarebbe oscurato, e prima della sua ricomparsa tutte queste anime sarebbero state guarite dalle loro afflizioni. E anche l’uomo che sognava era fra i supplici, e quando essi furono benedetti e il sole cominciò ad annerirsi si fece largo a spintoni e chiamò il profeta. Io, gridò. Io posso essere guarito? L’altro abbassò lo sguardo come se fosse sorpreso di vederlo lí in mezzo a quei paria. Il sole si fermò. Il profeta disse: Sí, forse sarai guarito. Poi il sole cedette e il buio calò come un grido. Anche l’ultimo sottile arco di luce scomparve. Attesero. Tutto era immobile. Attesero a lungo, e si fece il gelo. Il cielo era punteggiato dalle stelle di un’altra stagione. Cominciarono ad agitarsi e a mormorare. Il sole non tornava. Freddo e buio e silenzio crescevano, e qualcuno cominciò a gridare e altri si disperavano, ma il sole non tornava. In sogno sentí la paura montargli dentro. Si alzavano voci contro di lui. Era imprigionato nella folla, e la puzza di quei cenci gli riempiva le narici. Rabbia e tumulto gli crebbero intorno e cercò di nascondersi in mezzo agli altri, ma loro lo riconobbero anche in quel pozzo di buio senza speranza, e gli si gettarono addosso con grida furiose.
Quando fu mattino sentí il carillon improvvisato del calderaio echeggiare lontano nella foresta, si alzò e corse incespicando alla porta per vedere quali nuove disgrazie si annunciassero. Da circa tre mesi nessuno entrava nella baracca, perché lui si precipitava come un pazzo nella radura per cacciare via a gesti chiunque, spinto dal caso o da oscuri propositi, visitasse un luogo cosí remoto, ed era ancora lui, una volta alla settimana, a sguazzare nel fango primaverile per quattro miglia andata e ritorno fino all’emporio, per prendere le poche cose che servivano. Farina e petrolio. E dolci per lei. Quando il calderaio arrivò, con il carretto che emetteva un ebbro fracasso di ferraglia attraverso la radura, lui lo aspettava agitando le braccia come per respingere una maledizione. Il calderaio, una creaturina simile a uno gnomo avvolto in un ammasso di peli grigi, sollevò lo sguardo e lo osservò con occhi grigi e miti.
C’è un malanno, qui, gridò lui. Abbiamo in casa un malanno.
Il calderaio fece ancora qualche passetto, frenando la spinta del carro come un mulo recalcitrante, si arrestò, abbassò le stanghe a terra e si passò sulla fronte la manica sbrindellata di un giaccone blu. Di che tipo? chiese.
L’uomo camminò verso di lui, sempre agitando una mano nell’aria, e i suoi scarponi inzeppati affondavano silenziosi nella distesa di aghi di pino, per cui l’unico suono udibile nella radura era lo sbatacchiare dei secchi di latta del calderaio, che oscillavano sempre piú lentamente.
Un gran febbrone, da un bel po’, rispose l’uomo. Meglio stare alla larga.
Il calderaio alzò la testa. Sicuro che non è vaiolo.
No. È passato il dottore. Ha detto di non lasciar venire qui nessuno.
Chi ce l’ha. Uno dei piccoli?
No. Mia sorella. Non c’è nessuno qui tranne noi due.
Be’, le auguro di rimettersi. Avete bisogno di qualcosa? Ho tutto per la casa, io, dal filo alle padelle. Ho dei coltelli fantastici. Ho polvere Dupont e preparati di ogni tipo. Ho caffè e tè per quando passa il pastore. Ho – il calderaio abbassò la voce e si guardò intorno, circospetto – ho il miglior whisky di mais che vi siete mai cacciato giú per la gola. Solo una bottiglia, lo avvertí alzando un dito.
Io soldi non ne ho, disse l’uomo.
Be’, replicò il calderaio, rimuginando. State a sentire. Io sono contento di dare una mano, quando posso. Avete in casa qualcosa che volete barattare? Potremmo combinare un affare. Una cosuccia nuova e carina potrebbe essere quello che ci vuole per fare star meglio vostra sorella. Ho dei cappellini davvero graziosi…
No, disse l’uomo alzando la polvere con la punta del piede. Non ho bisogno di niente. Grazie lo stesso.
Niente per la signora?
No. Adesso sta un po’ meglio, grazie.
Il calderaio guardò la baracca in rovina alle spalle dell’uomo. Ascoltò il silenzio in cui erano immersi. Date un’occhiata a questo, disse.
Che cosa, domandò l’altro.
Lui gli fece cenno piegando l’indice a uncino. Adesso vi faccio vedere, disse. Ecco.
Che cosa?
Il calderaio infilò una mano fra le carabattole, frugando in una sacca di tela unta. Tirò fuori un libercolo e glielo porse con aria complice.
L’uomo lo fissò, lo aprí con un colpo di pollice, sfogliò quella carta da macellaio stampata rozzamente.
Sapete leggere?
No. Non sono buono.
Non fa niente, disse il calderaio. Ci sono le figure. Ecco. Gli tolse il libro dalle mani, e mettendosi al suo fianco con atteggiamento confidenziale, lo aprí alla penosa rappresentazione di una coppia impegnata in un coito grottesco.
Che ne dite? chiese il calderaio.
L’uomo spinse il libro verso di lui. No, rispose. Non voglio niente. Con permesso. Devo tornare da mia sorella.
Be’, ma certo, disse il calderaio. Pensavo solo di farvi dare un’occhiatina. Non è che vi siete offeso, vero?
No. Devo andare. Magari la prossima volta che passate di qui avrò bisogno di qualcosa… Stava arretrando un passo dopo l’altro, mentre il calderaio aveva ancora il piccolo libro in mano e sulla sua faccia la cupidigia si era dissolta in stizza.
D’accordo. Non avevo in mente niente di speciale. State bene. Anche vostra sorella.
Grazie, rispose l’altro. Si voltò e sollevò a metà un braccio in un cenno incerto di saluto, poi ficcò tutt’e due le mani nella tuta e si avviò a lunghi passi verso la baracca.
Tornerò da queste parti fra qualche giorno, gli gridò dietro il calderaio. L’uomo non si fermò. Il calderaio sputò e riprese la sua posizione fra le stanghe appoggiate a terra, sollevò il carretto e lo girò fra cigolii e strepiti, quindi ripartí alla volta della foresta per la stessa strada da cui era venuto.
L’uomo si era arrestato davanti alla porta ed era rimasto a guardarlo con un piede appoggiato sulla soglia finché non era scomparso. Per un po’ continuò a sentire il carro sferragliare e sbatacchiare avanzando faticosamente sulla strada tutta solchi e buche, poi il suono si affievolí e finí per dissolversi nel lieve fruscio dei pini e nel ronzio degli insetti, e allora lui entrò.
Culla, fece lei.
Sí.
L’ambulante non aveva del cacao?
No.
Mi piacerebbe proprio farmi una tazza di cioccolata.
Se ne stava seduta avvolta in una lacera trapunta, i piedi appoggiati all’ultima traversa della sedia, e guardava il caminetto spoglio, dentro il quale la luce di mezzogiorno pioveva fra le ceneri, e la sua voce vibrava ed echeggiava.
Se n’è andato, disse l’uomo. Non aveva niente.
Lei si mosse leggermente. Pensi che potremo accendere il fuoco, stanotte?
Non fa freddo.
Ieri notte è venuto freddo. L’hai detto anche tu che faceva freddo. Mi piacerebbe proprio un bel fuocherello, di sera. Pensi che se dovesse davvero far fresco potremmo accendere il fuoco?
Lui era appoggiato allo stipite della porta e staccava piccoli trucioli di legno con il temperino. Forse, disse senza ascoltarla, perché non l’ascoltava mai.
Tre giorni dopo la visita del calderaio la donna sentí uno spasmo nel ventre. Disse: mi fa male.
Ci siamo? chiese lui, scendendo in fretta dal letto dove fino a quel momento era rimasto seduto a guardar fuori dall’unica piccola finestra che dava sulla pineta compatta.
Non lo so, rispose lei. Può darsi.
L’uomo bestemmiò fra sé, a bassa voce.
Andrai a prenderla?
Lui abbassò lo sguardo su di lei, poi lo distolse. No, rispose.
La donna si piegò in avanti sulla sedia, fissandolo dal fondo della stanza con occhi immensi nella faccia minuta. Hai detto che saresti andato a prenderla, al momento buono.
Niente affatto, replicò l’uomo. Ho detto forse.
Vai, insistette lei. Adesso la vai a prendere e la fai venire qui.
Non posso. Lo direbbe.
E a chi lo direbbe?
A tutti.
Potresti darle un dollaro. Non potresti darle un dollaro per tacere, e cosí lei non lo direbbe a nessuno?
No. A parte che non è altro che una vecchia strega negra, no, assolutamente.
È una mammana e ha fatto nascere un sacco di bambini. L’hai detto tu che era una mammana e faceva nascere i bambini.
Lei l’ha detto. Io mai.
Sentiva la donna piangere. Un suono sommesso, gorgogliante, mentre dondolava avanti e indietro. Dopo un momento la donna disse: Ne ho avuto un altro adesso. Non vuoi andare a prenderla?
No.
Aveva ricominciato a piovere. Il sole si fece pallido e velato sopra la foresta. L’uomo uscí nella radura e sollevò lo sguardo verso il cielo senza colore. Sembrava che stesse per dire qualcosa. Dopo un po’ leccò le gocce di pioggia che gli pendevano dal labbro e tornò dentro.
Scese il buio e stavolta lui il fuoco lo accese, uscendo di tanto in tanto con l’ascia consumata per tagliare un po’ di esca, e piú tardi esplorando alla luce della lanterna il limitare della foresta, alla ricerca di vecchi ceppi che faceva a pezzi e ripuliva dell’interno ormai marcio, per portare in casa le parti esterne dure e stagionate e accatastarle sul pavimento accanto al focolare.
Per la biografia e la bibliografia completa dello scrittore rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Cormac McCarthy.
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