Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Calico Joe di John Grisham. Il romanzo è pubblicato in Italia da Mondadori con un prezzo di copertina di 13,00 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto) ed è disponibile in eBook al prezzo di euro 6,99.
Calico Joe: trama del libro
Due uomini diversi per età, carattere, personalità. Ma accomunati dalla stessa professione: il baseball. Uno è Warren Tracey, donnaiolo, alcolista e pessimo padre che, ormai sul viale del tramonto, gioca le sue ultime partite nei Mets di New York, appesantito dagli anni e dalla frustrazione per una carriera che avrebbe voluto diversa. L’altro è l’astro nascente Joe Castle, ventun anni, originario di Calicò Rock, nel profondo Arkansas, che sta mietendo successi nelle file dei Cubs di Chicago. La popolarità di Joe è alle stelle: il clamore dei suoi record e delle sue prodezze echeggia dalle tivù e dalle radio di tutto il paese, rendendolo in breve tempo l’idolo dei fan del baseball, primo fra tutti Paul Tracey, il figlio undicenne di Warren. È il 1973 quando suo padre si ritrova finalmente faccia a faccia con Joe sul diamante dello Shea Stadium di New York in una partita che passerà tristemente alla storia. Sotto gli occhi attoniti del figlio, Warren lancia una palla veloce che cambierà per sempre i destini dei due giocatori. Dopo trent’anni, Paul non ha dimenticato quell’incontro, che ha irrimediabilmente segnato la vita del formidabile atleta entrato nella Hall of Fame del baseball come Calico Joe. Ma Warren è gravemente ammalato e Paul, pur non avendo da tempo alcun rapporto con lui, vuole che i suoi ultimi giorni siano un’occasione per riscattarsi da un’esistenza mediocre e lo convince a compiere un gesto semplice ma memorabile.
Mi ha telefonato la moglie in carica – la numero cinque o sei –, la quale, dopo essersi ripresentata, mi ha messo al corrente dei più crudi dettagli del tumore e delle questioni collegate. Agnes mi ha poi spiegato che in quel momento mio padre non stava bene e non se la sentiva di parlare. Io ho ribattuto che lui non se l’è mai sentita di parlare, indipendentemente dalle condizioni di salute. Agnes mi ha invitato a trasmettere la notizia al resto della famiglia. Stavo per chiederle “Perché?”, ma non mi andava di litigare con quella povera donna.
Il resto della famiglia è costituito da mia sorella minore, Jill, e da mia madre. Jill vive a Seattle e, per quello che ne so, sono almeno dieci anni che non parla con nostro padre. Ha due bambini piccoli che non lo hanno mai visto, e non lo vedranno mai. Mia madre, dopo essere sopravvissuta a dodici anni di matrimonio, per sua fortuna se n’era andata, portando Jill e me con sé. Ho la sensazione che la notizia dell’imminente morte del suo ex marito avrà un impatto pressoché nullo su di lei.
Inutile dire che a Natale non ci riuniamo tutti insieme e neppure ci scambiamo i regali davanti al caminetto.
Dopo la telefonata di Agnes mi siedo alla scrivania e comincio a riflettere sulla mia vita senza Warren, mio padre. Ho cominciato a chiamarlo Warren quando ero al college perché l’ho sempre considerato un individuo qualunque, più un estraneo che un padre. Lui non ha mai fatto obiezioni. Non gli è mai importato come lo chiamo, e ho sempre pensato che preferisca che non lo chiami affatto. Io almeno ogni tanto un tentativo lo faccio, lui mai.
Dopo qualche minuto ammetto la verità: la vita senza Warren sarà esattamente uguale alla vita con Warren.
Telefono a Jill e le do la notizia. La sua prima domanda è se ho intenzione di andare al funerale, il che è un po’ prematuro. Vuole sapere anche se dovrebbe andare a trovarlo per salutarlo e dirgli addio, prendendosi il disturbo di comportarsi come se gliene importasse, mentre in realtà non gliene importa affatto. Non importa neppure a me, e lo ammettiamo tutti e due. Non proviamo affetto per Warren perché lui non si è mai preso cura di noi. Si è disinteressato della famiglia fin da quando eravamo bambini e ha vissuto gli ultimi trent’anni comportandosi come se non esistessimo. Jill e io adesso siamo entrambi genitori, e ci sembra inconcepibile che un padre non si curi minimamente dei propri figli.
«Non ci vado» dichiara Jill alla fine. «Né ora né mai. E tu?»
«Non lo so» rispondo. «Devo pensarci.»
La verità è che so che andrò a trovarlo. Nella sua vita Warren ha tagliato quasi tutti i ponti, ma c’è una parte piuttosto importante di una questione irrisolta che lui deve sistemare prima di morire.
Mia madre vive a Tulsa con il secondo marito. Ai tempi del liceo Warren era il fanatico superatleta e lei la reginetta del ballo della scuola, la ragazza più popolare. Il loro matrimonio aveva emozionato l’intera cittadina, ma dopo un paio d’anni tutte le emozioni erano svanite. So che i miei genitori non si parlano da decenni, e perché dovrebbero?
«Mamma, ho una brutta notizia» dico al telefono, cercando di sembrare adeguatamente mesto.
«Cos’è successo?» chiede subito lei, temendo probabilmente che si tratti di una delle nipoti.
«Warren è malato. Cancro al pancreas, gli restano meno di tre mesi.»
Pausa, sollievo e poi: «Credevo che fosse già morto».
Ecco qua. Alla cerimonia funebre di mio padre non ci sarà una folla di familiari in lacrime.
«Mi dispiace» aggiunge mia madre, ma non è vero. «Immagino che dovrai occupartene tu.»
«Credo di sì.»
«Paul, io non voglio saperne niente. Chiamami quando sarà tutto finito. Anzi, no. Non mi interessa cosa succede a Warren.»
«Lo capisco, mamma.»
So che Warren l’ha picchiata, qualche volta, probabilmente molto più spesso di quanto mi rendessi conto all’epoca. E so che beveva, andava a donne e viveva la vita tosta del giocatore professionista di baseball. Era arrogante e vanesio e, a partire dall’età di quindici anni, abituato ad avere tutto quello che voleva perché lui, Warren Tracey, poteva lanciare una palla così forte da trapassare un muro di mattoni.
Spostiamo la conversazione sulle bambine e su quando mia madre potrà rivederle. Grazie alla sua bellezza e intelligenza, dopo Warren è caduta in piedi. Ha sposato un uomo un po’ più anziano di lei, un dirigente di una società di trivellazioni che ha assicurato a Jill e a me una casa accogliente. Ama mia madre, ed è questa l’unica cosa che conta.
Dubito che Warren l’abbia mai amata.
Per la biografia e la bibliografia completa dello scrittore statunitense rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a John Grisham.