Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di La casa di Hope Street di Danielle Steel, romanzo edito in Italia da Sperling & Kupfer con un prezzo di copertina di 9,90 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto). Il titolo è disponibile anche in eBook al prezzo di euro 6,99.
La casa di Hope Street: trama del libro
Il marito di Liz è stato ucciso. E la vita della donna è spezzata. Spezzata la mattina, al crudele risveglio. E spezzata la sera, al momento di addormentarsi senza Jack accanto. Meno male che i loro cinque figli sono ormai grandi. Il maggiore, Peter, un giorno ha un piccolo incidente in piscina. Liz non avrebbe mai potuto immaginare che da allora la sua vita sarebbe ricominciata. Che avrebbe riso ancora, che avrebbe amato ancora. Il nuovo amore si chiama Bill. Ed è a questo punto che i figli già cresciuti possono creare qualche problema: perché non a tutti loro il dottor Bill Webster piace come alla mamma.
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Lavorare insieme piaceva a entrambi e già da molto tempo avevano stabilito nell’impegno quotidiano un ottimo ritmo. Amavano la loro professione, che svolgevano con grande competenza, integrandosi alla perfezione grazie al fatto che i loro metodi erano estremamente diversi. Quasi inavvertitamente, Jack e Liz avevano adottato un atteggiamento da «poliziotto buono e poliziotto cattivo» che risultava efficace non solo per loro, ma anche per i clienti. Era sempre Jack ad assumere la posizione più aggressiva, ad affrontare il dibattito più aspro, se non un vero e proprio braccio di ferro con la controparte, a battersi nell’aula di tribunale lottando per ottenere migliori condizioni e risarcimenti più cospicui, affrontando gli avversari e riuscendo immancabilmente a metterli alle strette, senza mollare finché accettavano le sue richieste. Liz, invece, era più riflessiva e gentile, più geniale nello sfruttare con sagacia le sottili interpretazioni della legge e, quando era necessario, nell’offrire conforto ai clienti e combattere per i diritti dei loro figli. Ma, a volte, questa differenza di stile nell’affrontare una causa li portava a intavolare feroci discussioni fra loro, se non addirittura a uno scontro aperto, com’era successo per Amanda; nonostante i tiri mancini che il marito le aveva giocato, nonostante le minacce, i continui insulti e il fatto che di tanto in tanto la picchiasse, Liz credeva che le proposte avanzate da Jack fossero eccessive.
«Sei matta?» le aveva domandato lui senza mezzi termini prima che arrivasse Amanda. «Ma pensa alle angherie che le ha fatto sopportare. Mantiene tre amichette, l’ha ingannata per dieci anni, le ha nascosto l’entità del suo patrimonio, se ne infischia altamente dei figli e vuole mollarla senza sborsare un centesimo. Che dovremmo fare, secondo te? Cosa suggerisci? Di aprirgli un fondo fiduciario e ringraziarlo per il tempo che ci concede e scusarci per il disturbo che gli arrechiamo?» Jack si stava abbandonando a uno dei suoi classici scoppi d’ira, da quel combattente che era, e per quanto Liz, con i capelli rosso fuoco e i luminosi occhi verdi, potesse sembrare altrettanto bellicosa, in realtà era sempre molto più moderata di lui. Jack, che dall’età di trent’anni aveva i capelli candidi come la neve, la fissava con uno sguardo corrucciato negli occhi scuri. Chi li conosceva bene a volte li prendeva in giro, sostenendo che sembravano Katharine Hepburn e Spencer Tracy. Eppure, nonostante le vivaci discussioni che di tanto in tanto scoppiavano dentro e fuori le aule di tribunale, tutti sapevano quanto fosse profondo l’amore che li univa. Avevano un matrimonio solido, fondato su un immenso affetto, e una famiglia per la quale erano invidiati da tutti: cinque figli con i capelli di un bel rosso acceso come quello della madre, tranne l’ultimogenito, che li aveva neri, come un tempo erano stati quelli di Jack.
«Non ti sto dicendo che Phillip Parker non meriti di essere messo con le spalle al muro e sconfitto senza pietà», replicò Liz senza perdere la pazienza. «Sto cercando di spiegarti che se avremo la mano troppo pesante nei suoi confronti lo farà scontare a lei.»
«E invece io ti ripeto che è proprio quel che ci vuole per lui, altrimenti continuerà a comandarla a bacchetta e a tormentarla in eterno. Un tipo del genere va colpito dov’è più sensibile, cominciando dal portafoglio. Non possiamo permettergli di cavarsela a buon mercato, Liz, e lo sai benissimo.»
«Con questa tattica gli farai mancare il terreno sotto i piedi, gli paralizzerai le attività.» L’affermazione di Liz era sensata, ma per Jack la scelta di una linea dura si era rivelata vincente già molte altre volte, al punto di ottenere accordi tali che solo pochissimi altri legali sarebbero stati capaci di spuntare. Jack aveva la reputazione di essere non solo spietato ma anche brillante quando si arrivava alle questioni pratiche e si chiedevano sostanziosi alimenti, come quelli che assolutamente intendeva procurare ad Amanda. Nonostante disponesse di un patrimonio di svariati milioni di dollari e fosse il proprietario di una fiorente azienda informatica, Phillip Parker aveva infatti costretto Amanda e i loro tre figli a vivere quasi in miseria. Da quando si erano separati, poi, Amanda era riuscita a ottenere dal marito a malapena quello che serviva a dare da mangiare ai bambini. Tutto questo si rivelava ancora più meschino, ora che Jack e Liz erano riusciti a calcolare quanto Phillip spendeva per le amichette e avevano scoperto che si era appena comprato una Porsche nuova di zecca. Quanto ad Amanda, per Natale non aveva potuto neanche regalare uno skateboard al figlio.
«Questa volta devi fidarti di me, Liz. Quell’uomo è un gradasso, ma vedrai che quando faremo un po’ di pressione su di lui in tribunale comincerà a strillare come un porcellino. So quello che faccio.»
«Jack, finirà con il fare del male a quella donna, se lo metti ai ferri corti.» Quel caso di divorzio spaventava Liz, soprattutto da quando Amanda aveva descritto a lei e Jack le torture psicologiche che era stata costretta a subire per dieci anni, e le due memorabili occasioni in cui il marito l’aveva riempita di botte. Entrambe le volte lei lo aveva piantato, ma lui era riuscito a convincerla a tornare a casa con le promesse, i ricatti morali, le minacce e i regali. In ogni caso, Liz era sicura che Amanda fosse terrorizzata a morte da Phillip, e a suo parere ne aveva ben ragione.
«Se fossimo costretti, potremmo sempre ottenere un provvedimento restrittivo nei suoi confronti», disse Jack per rassicurare la moglie un istante prima che Amanda entrasse nello studio.
In sostanza, la loro intenzione era di congelare tutti i conti di Parker dei quali erano a conoscenza, in modo da bloccare l’attività della sua azienda almeno momentaneamente, finché lui si fosse deciso a fornire tutte le informazioni di carattere finanziario richiestegli. In ogni caso, tutti e tre si erano trovati d’accordo sul fatto che una soluzione del genere a Phillip non sarebbe piaciuta affatto. Amanda, poi, ascoltando Jack era diventata livida per la paura.
«Non sono del tutto convinta che dovremmo fare una cosa del genere», mormorò, cercando con gli occhi Liz per essere rassicurata. Jack l’aveva sempre messa un po’ in soggezione, e Liz le sorrise con aria incoraggiante, per quanto lei stessa non fosse certa che questa volta suo marito sapesse che cosa stava facendo. In genere aveva piena fiducia in lui, ma al momento la preoccupava che avesse deciso di agire con la mano pesante. Sapeva però che a Jack Sutherland piaceva più che a chiunque altro combattere e vincere in difesa delle persone oppresse. E ora voleva addirittura trionfare per la sua cliente; secondo lui Amanda lo meritava e Liz era d’accordo.
Per la mezz’ora successiva Jack continuò a spiegare ad Amanda la sua strategia, e alle undici si avviarono verso il tribunale per l’udienza. Al loro arrivo videro che Phillip Parker e il suo legale erano già in aula. Parker alzò gli occhi e li guardò con un’aria che rivelava, almeno in apparenza, la più totale mancanza di interesse per Amanda, ma un minuto dopo, quando era sicuro che nessuno lo osservasse, Liz lo vide scambiare con la moglie un’occhiata che la diceva molto lunga sui loro veri rapporti, e sentì un brivido correrle giù per la schiena.
Ogni atteggiamento di Phillip Parker mirava soltanto a ricordare alla moglie chi avesse il controllo della situazione. Anche lo sguardo che le aveva lanciato era stato calcolato apposta per farla sentire spaventata e avvilita; poi, come se si divertisse a confonderla, le aveva rivolto un caloroso sorriso. Tutto questo era stato fatto con estrema intelligenza; il messaggio di Phillip era stato brevissimo, ma su Amanda aveva sortito esattamente l’effetto che lui desiderava. Infatti, lei divenne subito visibilmente più nervosa, e mentre aspettavano l’entrata della Corte si sporse per bisbigliare qualcosa a Liz.
«Se il giudice gli congela l’azienda e gli impedisce di mandare avanti i suoi affari, quello mi ammazza», disse tesa, a voce bassa, in modo che potesse sentirla solo lei.
«Parli sul serio?» le domandò Liz sommessamente.
«No… no… non penso… ma andrà su tutte le furie. Domani deve venire a prendere i bambini, e non so cosa gli dirò.»
«Non puoi parlargli di questo argomento», riprese Liz in tono fermo. «C’è qualcuno che potrebbe accompagnare i ragazzi da lui?» Mentre Amanda scuoteva la testa in silenzio e sembrava sempre più impotente e indifesa, Liz si allungò verso il marito. «Non calcare troppo la mano», gli ripeté, e lui annuì continuando a sfogliare alcuni documenti, poi alzò la testa e rivolse un limpido sorriso alle due donne. Ciò bastò a far capire a entrambe che sapeva quello che stava facendo: era un gladiatore pronto a entrare nell’arena e non aveva alcuna intenzione di subire una sconfitta dall’avversario.
E come al solito, vinse.
Dopo avere ascoltato tutte le assurdità che Phillip Parker e la sua squadra di legali avevano escogitato, il giudice acconsentì a congelargli la liquidità finanziaria e a tenere sotto controllo le sue aziende fino a quando si fosse deciso a fornire tutte le informazioni che occorrevano agli avvocati della controparte per raggiungere un accordo. I suoi avvocati sollevarono un mare di obiezioni, ma il giudice rifiutò di prestare loro ascolto. Ordinò a tutti di tornare a sedersi e dopo pochi minuti annunciò con un colpo di martelletto che l’udienza era sospesa. Quasi subito, lanciato uno sguardo minaccioso a quella che presto sarebbe diventata la sua ex moglie, Parker uscì furibondo dall’aula del tribunale. Con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro, Jack lo squadrò attentamente, poi, riponendo i dossier nella valigetta, scoccò un’occhiata trionfante alla moglie.
Per la biografia e la bibliografia completa della scrittrice newyorchese rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Danielle Steel.
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