Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Come la prima volta di Nicholas Sparks, romanzo edito in Italia da Sperling & Kupfer con un prezzo di copertina di 9,90 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto). Il titolo è disponibile anche in eBook al prezzo di euro 6,99.
Come la prima volta: trama del libro
Nessun matrimonio è perfetto. Ma Wilson Lewis ha sotto gli occhi l’eccezione che conferma la regola: il suocero Noah Calhoun, la cui struggente storia d’amore è stata narrata in “Le pagine della nostra vita”. Ora, arrivato alla mezza età e messo di fronte alla prospettiva delle nozze della figlia, Wilson riflette sul proprio rapporto con la moglie Jane. Così scopre che lei è infelice, e la colpa è tutta sua. Adesso lei gli sembra all’improvviso lontana, forse irraggiungibile. Non gli rimane che ricorrere alla saggezza di Noah per riconquistare Jane e ritrovare la suggestione dei primi tempi. Un romanzo che mostra come il corteggiamento sia un’opportunità costante per vivere l’incanto di quella “straordinaria normalità” che è l’amore.
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È una notte di ottobre del 2003, e mi pongo questi interrogativi mentre osservo una falena svolazzare impazzita intorno alla luce della terrazza. Sono solo. Mia moglie Jane dorme di sopra e non si è mossa quando mi sono alzato dal letto. È tardi, mezzanotte è passata da tempo e nell’aria c’è una nota frizzante che preannuncia l’inverno. La vestaglia di cotone pesante che ho indossato non basta a ripararmi dal freddo, e quando mi accorgo che mi tremano le mani mi affretto ad affondarle nelle tasche.
Sopra di me le stelle sono come granelli d’argento sparsi su un fondale color carbone. Distinguo Orione e le Pleiadi, l’Orsa Maggiore e quella Minore, e rifletto che dovrei essere ispirato dalla consapevolezza che non sto semplicemente contemplando gli astri, ma anche il passato. Le costellazioni brillano di una luce emessa milioni di anni fa e io aspetto che si accenda qualcosa anche dentro di me, le parole che un poeta potrebbe usare per illuminare i misteri della vita. Invece non accade nulla.
Non mi sorprende. Non sono mai stato un gran sentimentale, come potrebbe confermarvi anche mia moglie. Non mi commuovo davanti a film o commedie, non sono mai stato un sognatore e se mai ho aspirato a diventare esperto in qualcosa, è stato nelle regole stabilite dall’ufficio delle imposte e nelle norme codificate dalla legge. Per anni e anni ho lavorato come avvocato patrimoniale, sempre a contatto con clienti che si preparavano a disporre della loro successione, e alcuni potrebbero sostenere che questo ha inaridito la mia esistenza. Ma anche se così fosse, che cosa potrei farci? Non cerco giustificazioni per me stesso, né l’ho mai fatto, e quando avrete letto la mia storia sino in fondo mi auguro che guarderete con più benevolenza a questo aspetto del mio carattere.
Vi prego di non fraintendermi. Non sarò un sentimentale, ma non sono neppure del tutto privo di emozioni, anzi, in certi momenti avverto un senso di intenso stupore. In genere sono i fenomeni più semplici e naturali a risultarmi stranamente commoventi: le sequoie giganti della Sierra Nevada, per esempio, o le onde dell’oceano che si infrangono contro la scogliera di Cape Hatteras. La settimana scorsa mi è venuto un groppo in gola alla vista di un ragazzino che stringeva la mano del padre mentre camminavano insieme sul marciapiede. E c’è dell’altro: posso perdere la cognizione del tempo osservando le nubi che si inseguono mutando continuamente forma e, quando odo il rombo del tuono, mi avvicino sempre alla finestra in attesa di scorgere il lampo. Nell’attimo in cui la saetta di luce squarcia il cielo, poi, mi sento riempire di struggimento, anche se non saprei dirvi con esattezza per che cosa provi tanta nostalgia.
Mi chiamo Wilson Lewis, e questa è la storia di una festa di nozze. È anche la storia del mio matrimonio, ma nonostante i trent’anni che Jane e io abbiamo trascorso insieme, presumo che dovrei cominciare con l’ammettere che altri ne sanno molto più di me riguardo all’essere sposati. Insomma, non vi consiglio proprio di chiedermi istruzioni in materia. Nel corso della mia vita coniugale sono stato egoista, testardo, anche stupido, e mi rattrista doverlo ammettere con me stesso. Eppure, guardandomi indietro, credo che la cosa migliore che ho fatto sia stata amare mia moglie per tutto questo tempo. Magari a qualcuno potrà sembrare poco interessante o scontato, ma vi informo lo stesso che c’è stato un momento in cui ero convinto che lei non ricambiasse più il mio sentimento.
Come tutti i lunghi matrimoni, anche il nostro ha avuto i suoi alti e bassi, naturalmente. In questi anni mia moglie e io abbiamo affrontato la morte dei miei genitori e di sua madre, nonché la malattia di suo padre. Abbiamo cambiato casa quattro volte e, nonostante i miei successi professionali, abbiamo dovuto fare molti sacrifici per consolidare la nostra posizione economica. Abbiamo tre figli, e sebbene nessuno dei due rinuncerebbe all’esperienza di essere genitori neanche per tutto l’oro del mondo, le notti insonni e le frequenti corse all’ospedale quando erano piccoli ci hanno lasciato esausti e a volte sopraffatti. Va da sé che quello della loro adolescenza, poi, è stato un periodo che non vorrei assolutamente rivivere.
Tante vicissitudini causano stress e, quando due persone vivono insieme, è inevitabile che la tensione passi dall’uno all’altra. Ormai sono convinto che questa sia la benedizione e insieme la maledizione del matrimonio. Una benedizione in quanto offre una valvola di sfogo alle frustrazioni quotidiane; una maledizione per il fatto che lo sfogo ricade su chi amiamo di più.
Perché vi sto dicendo questo? Perché voglio di nuovo sottolineare che, nonostante tutte le difficoltà, non ho mai dubitato dei miei sentimenti verso mia moglie. C’erano giorni in cui evitavamo di guardarci negli occhi la mattina a colazione, è vero, ma non ho mai smesso di credere in noi. Certo, mentirei affermando di non essermi mai chiesto che cosa sarebbe successo se avessi sposato un’altra, ma in tutti gli anni trascorsi insieme non ho rimpianto di aver scelto lei, né che lei abbia voluto proprio me. Pensavo quindi che il nostro rapporto fosse scontato per entrambi, ma alla fine ho capito che mi sbagliavo. Me ne sono reso conto poco più di un anno fa – quattordici mesi, per la precisione – ed è stata proprio quella consapevolezza a mettere in moto la catena degli eventi successivi.
Vi starete chiedendo che cosa accadde, immagino.
Forse vi siete fatti un’idea di quanti anni io possa avere e quindi pensate a qualcosa legato alla crisi di mezza età. Il repentino desiderio di cambiare vita, magari, oppure un tradimento. Niente di tutto ciò. No, il mio fu un piccolo peccato nel grande schema del destino, un incidente che in altre circostanze si sarebbe trasformato in un aneddoto divertente. Invece ferì lei, ferì noi, ed è per questo che devo partire proprio da lì.
Era il 23 agosto 2002 e, come tutti i giorni, mi alzai, feci colazione e andai in ufficio. Di quella giornata lavorativa non ricordo nulla di preciso, se non che fu una come tante altre. Tornai a casa alla solita ora e rimasi piacevolmente sorpreso di trovare Jane in cucina, intenta a preparare il mio piatto preferito. Quando si voltò per salutarmi, mi parve che lanciasse un’occhiata verso il basso, come per vedere se tenessi in mano qualcos’altro oltre alla ventiquattrore, ma non fece commenti. Cenammo e poi, mentre lei iniziava a sparecchiare, io tirai fuori dalla borsa alcuni documenti che avevo intenzione di rileggere. Seduto nello studio, stavo esaminando la prima pagina di un fascicolo quando la scorsi in piedi sulla soglia.
Si stava asciugando le mani con un canovaccio e sul suo viso c’era un’espressione delusa che negli anni avevo imparato a riconoscere, se non proprio a interpretare.
«Non hai niente da dirmi?» mi chiese.
Esitai, interrogandomi sulle implicazioni di quella domanda apparentemente innocente. Prima pensai che si riferisse a una nuova pettinatura o qualcosa del genere, ma a un’attenta osservazione il suo aspetto non rivelava nulla di inconsueto. Negli anni mi ero sforzato di notare quei piccoli cambiamenti. Stavolta, però, vagavo nel vuoto.
«Com’è andata la tua giornata?» le chiesi infine.
Lei non rispose; mi rivolse un enigmatico sorrisetto e tornò in cucina.
Ora so che cosa si aspettava, naturalmente, ma in quel momento non vi badai più di tanto e mi rimisi al lavoro, archiviando l’episodio come l’ennesimo esempio del misterioso comportamento femminile.
Più tardi, quella stessa sera, infilandomi a letto udii Jane fare un breve sospiro. Era distesa sul fianco, con la schiena rivolta verso di me, ma quando vidi le sue spalle tremare mi resi conto di colpo che stava piangendo. Perplesso, aspettai che mi rivelasse il motivo delle sue preoccupazioni, invece lei continuò a respirare faticosamente, come se cercasse di fermare le lacrime. Mi venne un groppo in gola e fui assalito dalla paura. Mi sforzai di non abbandonarmi al terrore che fosse successo qualcosa a suo padre o ai ragazzi, o che il medico le avesse dato qualche brutta notizia. Scacciando l’idea che potesse esserci un problema insuperabile, l’accarezzai nel tentativo di consolarla.
«Che cosa c’è che non va?» domandai.
Non mi rispose subito. La sentii sospirare di nuovo mentre si tirava la coperta sulle spalle.
«Buon anniversario», mormorò poi.
Ventinove anni, ricordai troppo tardi, e in un angolo della camera scorsi i regali che mi aveva comperato, incartati per bene e posati sopra il cassettone.
In poche parole, me ne ero dimenticato.
Non cercai giustificazioni, né avrei potuto trovarne. A che sarebbe servito? Mi scusai, è ovvio, e lo feci di nuovo il mattino successivo. La sera, dopo aver scartato il profumo che avevo scelto con cura (e con l’aiuto di una commessa), Jane mi sorrise e mi ringraziò.
Seduto sul divano accanto a lei, mi resi conto all’improvviso di amarla come il giorno in cui ci eravamo sposati. Ma mentre la osservavo, notando forse per la prima volta l’aria distratta con cui guardava altrove e l’inclinazione innegabilmente triste della sua testa, realizzai anche di non essere affatto sicuro che mia moglie mi amasse ancora.
Per la biografia completa dello scrittore americano rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata ad Nicholas Sparks. Per la bibliografia rimandiamo invece alla nostra pagina riassuntiva su tutti i libri dell’autore.
questo commento mi è piaciuto io vorrei comperare questo libro perché non sono riuscito a leggerlo tutto