Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Una donna libera di Danielle Steel, romanzo edito in Italia da Sperling & Kupfer con un prezzo di copertina di 10,90 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto). Il titolo è disponibile anche in eBook al prezzo di euro 6,99.
Una donna libera: trama del libro
A diciotto anni, Annabelle Worthington ha tutto quello che si potrebbe desiderare. Giovane ereditiera dell’alta società newyorkese, è cresciuta in un ambiente dorato, circondata dall’affetto di una famiglia unita. Ma, nell’aprile del 1912, un drammatico incidente distrugge per sempre il mondo che ama: suo padre e suo fratello muoiono nel naufragio del Titanic. Disperata, la ragazza trova la forza di reagire, dedicandosi al volontariato e scoprendo una passione per la medicina che la accompagnerà per tutta la vita. Quando poi sposa il suo migliore amico, Annabelle spera che il destino le stia offrendo una seconda occasione per essere felice. Ma anche questo matrimonio in apparenza idilliaco le porta solo dolore, a causa dei terribili segreti che l’uomo nasconde. Travolta senza colpa da uno scandalo più grande di lei, Annabelle fugge verso il Sud della Francia dove, tra le macerie della Prima Guerra Mondiale, riesce finalmente a realizzare il suo sogno di diventare medico. Al termine del conflitto, decide di ricominciare da capo, a Parigi. Ma, all’improvviso, l’incontro con una persona speciale la induce a riaprire il cuore a tutto ciò che ha così faticosamente tentato di lasciarsi alle spalle…
I suoi genitori si amavano, lei e Robert erano sempre stati molto uniti e andavano d’accordo. Non era mai accaduto nulla che turbasse la loro serenità. Annabelle era cresciuta in un mondo dorato e inviolabile, una bambina felice attorniata da persone amorevoli. Quegli ultimi mesi erano stati esaltanti per lei, per quanto offuscati da una delusione. Pochi giorni prima di Natale, era stata presentata in società con una spettacolare festa danzante che i genitori avevano dato in suo onore, e a detta di tutti si era trattato del ballo di debutto più elegante e sfarzoso che New York avesse visto da anni. Il giardino era stato coperto e riscaldato e nella stupenda sala da ballo della loro casa l’orchestra che aveva suonato per i quattrocento invitati era la più ambita della città. Annabelle, nel suo meraviglioso vestito, sembrava una principessa delle fiabe.
Annabelle era una biondina minuta e delicata, persino più esile di sua madre, con capelli lunghi e serici, grandi occhi azzurri e lineamenti perfetti. Quando era bambina suo padre le diceva che sembrava una bambola di porcellana; adesso, a diciotto anni, aveva una figura armoniosa e ben proporzionata, oltre a una grazia innata. Tutto in lei suggeriva uno status altolocato.
Le feste natalizie, immediatamente successive al suo debutto in società, erano state un’eccitante girandola di eventi mondani. Ma dopo il susseguirsi di party e serate, in cui aveva indossato impalpabili abiti da sera a dispetto dei rigori invernali, Annabelle si era ammalata. I genitori si erano molto preoccupati quando, nella prima settimana di gennaio, una brutta influenza era degenerata in bronchite e poi quasi in polmonite. Per fortuna la giovane età e la tempra l’avevano aiutata a reagire, ma era stata molto male, con febbre alta per quasi un mese, e alla fine il medico di famiglia aveva detto che sarebbe stato assai imprudente per lei viaggiare. I suoi avevano programmato da mesi una visita ad amici in Europa, e Annabelle era ancora convalescente quando a metà febbraio i genitori e Robert si erano imbarcati sulla Mauritania, la stessa nave sulla quale diverse volte avevano viaggiato in passato. Consuelo, la madre, si era offerta di rimanere a casa con lei, ma Annabelle sapeva quanto tenesse a quel viaggio e aveva insistito affinché non vi rinunciasse. Era dispiaciuto a tutti partire senza di lei, e Annabelle era molto delusa, ma lei stessa doveva ammettere che, pur essendo ormai guarita, non se la sarebbe sentita di affrontare un lungo viaggio e una permanenza di due mesi all’estero. Aveva assicurato alla madre che potevano partire tranquilli, e promesso che avrebbe badato alla casa durante la loro assenza.
I suoi si fidavano. Annabelle non era il tipo di ragazza che desse preoccupazioni. Si rassegnarono dunque a partire senza di lei. Quando la giovane li accompagnò al molo della Cunard Line si finse lieta, ma poi se ne tornò a casa con un po’ di malinconia. In quel periodo si tenne occupata leggendo e dedicandosi a lavoretti domestici di cui sua madre sarebbe stata contenta. Era molto abile nel cucito, e passò ore rammendando minuziosamente pregiati capi di biancheria da letto e da tavola. Non si sentiva abbastanza bene per fare vita sociale, ma la sua migliore amica, Hortense, andava spesso a trovarla. Anche lei aveva debuttato in società quell’anno, e le due erano inseparabili fin dall’infanzia. Hortie aveva già un corteggiatore e Annabelle aveva scommesso con lei che il suo James le avrebbe chiesto di sposarlo entro Pasqua. La previsione si era rivelata esatta: i due avevano annunciato il fidanzamento la settimana prima. Annabelle non vedeva l’ora di dare la notizia alla madre, che presto sarebbe stata di nuovo a casa: i suoi infatti erano partiti da Southampton già da quattro giorni a bordo di un nuovo transatlantico, e l’arrivo a New York era previsto per il 17 aprile.
Annabelle aveva nostalgia dei famigliari: quei due mesi senza di loro erano stati lunghi. Tuttavia le avevano dato l’opportunità di rimettersi in forze e leggere molto. Ogni giorno passava il pomeriggio e la sera nella biblioteca del padre, immersa nei libri. I suoi preferiti erano le biografie dei grandi personaggi, o i testi scientifici. Non aveva mai avuto particolare interesse per i romanzi sentimentali che leggeva sua madre, e meno ancora per quelli che le prestava Hortense, che considerava spazzatura. Annabelle era una giovane donna intelligente avida di informazioni e notizie sul mondo. Questo le dava molti argomenti di cui parlare con il fratello, e perfino lui in cuor suo ammetteva che spesso la sorella dimostrava una preparazione più approfondita della sua. Benché avesse fiuto per gli affari e fosse estremamente responsabile, Robert amava andare alle feste e stare con gli amici, mentre Annabelle appariva sì socievole, ma era seria e riflessiva per indole, e la cultura era la sua passione più autentica.
La notte del 14 aprile Annabelle restò a lungo sveglia a leggere a letto, e il mattino seguente si alzò più tardi del solito. Si lavò i denti e spazzolò i capelli, infilò una vestaglia e si avviò senza fretta al piano di sotto per fare colazione. Mentre scendeva le scale le sembrò che la casa fosse stranamente silenziosa, e non vide nessuno dei domestici. Giunta in cucina, trovò alcuni di loro raggruppati intorno a un tavolo, curvi su un giornale che si affrettarono a ripiegare. Annabelle si accorse che Blanche, la governante, aveva pianto. Era una donna dal cuore tenero, facile a commuoversi per qualunque storia triste. Immaginando che si trattasse anche stavolta di qualcosa di poco conto, sorrise e diede a tutti il buon giorno. Allora William, il maggiordomo, uscì dalla stanza soffocando un singhiozzo. Attonita, Annabelle guardò Blanche, poi le due cameriere. Anche loro stavano piangendo e, senza sapere perché, cominciò ad agitarsi.
«Santo cielo, cosa avete tutti?» domandò. «Cosa sta succedendo?» Fece per prendere il giornale. Blanche esitò per un lungo istante, poi glielo porse.
I titoli a tutta pagina le balzarono agli occhi: il Titanic era affondato durante la notte. Era il nuovo transatlantico sul quale i suoi genitori e Robert si erano messi in viaggio verso casa dall’Inghilterra! Trattenne il respiro mentre scorreva il servizio, cercando di cogliere i punti salienti. L’accaduto era riportato in modo scarno, con pochi dettagli: il Titanic era colato a picco, i passeggeri erano stati imbarcati sulle scialuppe e un transatlantico della Cunard, il Carpathia, era accorso a prestare aiuto ai naufraghi. Non si diceva nulla di vittime o sopravvissuti, eccetto che, con una nave così nuova e di quelle dimensioni, si presumeva che i passeggeri fossero stati tratti in salvo. Il giornale riferiva che l’enorme bastimento aveva urtato contro un iceberg e, sebbene fosse ritenuto inaffondabile, si era inabissato poche ore dopo la collisione. L’inimmaginabile si era verificato.
Annabelle si mise in azione senza perdere un istante. Disse concitatamente a Blanche di chiamare l’autista di suo padre e fargli portare la macchina davanti a casa, poi corse in camera a prepararsi. Doveva andare subito agli uffici della White Star per chiedere notizie dei suoi cari. Non le passò nemmeno per la mente che centinaia di altre persone avrebbero fatto lo stesso.
Si vestì in fretta e furia, infilando con mani tremanti un semplice abito di lana grigia, le calze e le scarpe; afferrò cappotto e borsa e si precipitò di nuovo giù per le scale, senza preoccuparsi di raccogliere i capelli. Sembrava una bambina mentre correva, con le lunghe ciocche bionde ondeggianti sulle spalle. Appena se ne fu andata, la grande dimora si fece immobile e silenziosa, come chiusa in un lutto anticipato.
Durante il tragitto verso la sede della White Star Line Annabelle lottò contro l’angoscia che minacciava di sopraffarla. A un angolo di strada uno strillone annunciava le ultime notizie; la ragazza vide che quella che sventolava era un’edizione più recente del quotidiano, e fece fermare l’autista per comprarne una copia.
Il giornale riportava che un numero imprecisato di passeggeri aveva perso la vita nel naufragio, e che il Carpathia stava trasmettendo via radio rapporti sui superstiti. Annabelle sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Come poteva essere accaduto? Era il modello più grande, più nuovo che ci fosse in mare. Quello era il suo viaggio inaugurale. Com’era possibile che una nave come il Titanic fosse affondata? E cosa ne era stato dei suoi genitori, di suo fratello e degli altri?
Per la biografia e la bibliografia completa della scrittrice newyorchese rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Danielle Steel.
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