Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Figlio di Dio di Cormac McCarthy. Il romanzo è pubblicato in Italia da Einaudi con un prezzo di copertina di 15,00 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto)
Figlio di Dio: trama del libro
Lester Ballard è un uomo violento, dal passato difficile. Avendo perso ogni cosa, vive nell’abbandono e da sempre sfida e aggredisce i cittadini del suo paese, East Tennessee. Viene incarcerato, con l’accusa di violenza carnale. Quando si scopre che non è colpevole, gli viene concessa la libertà, il permesso di vagare a piacere, razziando e depredando la popolazione con le sue strane voglie. Normali e casuali incontri per commissioni in merceria, dal maniscalco e all’emporio diventano scene di travolgente forza insieme comica e grottesca. Mentre la storia precipita verso il suo indimenticabile finale, McCarthy dipinge le realtà più sordide della vita con senso umoristico oltre che di partecipazione umana.
Approfondimenti sul libro
In ebook Figlio di Dio (in pdf, epub e mobi) può essere acquistato al prezzo di 6,99 euro.
Sulla porta del granaio, un uomo guarda tutto ciò scaturire da un mattino bucolico e per il resto completamente muto. È piccolo, sporco, con la barba lunga. Si muove con impacciata ferocia tra la paglia secca, in mezzo alla polvere e alle strisce di luce. Sangue di sassoni e celti nelle sue vene. Nient’altro che un figlio di Dio come voi, forse. Le vespe attraversano i fasci di luce che erompono scalati uno sull’altro fra le assi del granaio, si aggirano dorate e tremolanti fra buio e buio, come lucciole nella fitta oscurità del sottotetto. L’uomo tiene le gambe divaricate, ha appena fatto nella terra scura una pozzanghera ancora più scura su cui galleggiano fili di paglia e una schiuma biancastra. Mentre si riabbottona i jeans cammina lungo il muro del granaio. La luce gli dà una sagoma di violino, una cosa da niente che barbaglia dietro la finestrella sul muro.
Ora si staglia sulla porta d’ingresso del granaio e sbatte gli occhi. Alle sue spalle una corda pende dal soffitto. Le sue mascelle coperte di setole sottili si contraggono e distendono come se stesse masticando qualcosa, ma non sta masticando niente. Il sole lo costringe quasi a chiuderli, gli occhi, e attraverso le palpebre sottili e venate di azzurro si scorgono globi mobili, guardinghi. Un uomo vestito di blu sta gesticolando dal cassone del camioncino. Qualcuno prepara un baracchino di limonate. I musicisti attaccano un motivo della Virginia, il cortile si riempie di gente e dall’altoparlante escono i primi suoni striduli.
Bene, bene, adesso venite tutti quassù e mettetevi a registro, preparate i soldi, dollari d’argento. Quassù, sì. Da questa parte. Come state, signorina? Oh, benissimo. Sissignori. Così va bene. Jessie? Sei riuscito a…? Così va bene. Jess e gli altri hanno aperto la casa per chi vuole dare un’occhiata dentro. Bene così. Fra un minuto avremo un po’ di musica, sono quasi pronti, e vogliamo che siate tutti registrati prima di fare le assegnazioni. Sissignori. Cos’è quello? Sissignore, va bene. Va bene, gente, le offerte saranno per i singoli terreni ma poi si potrà fare anche un’offerta su tutto quanto. Di qua e di là della strada, giù giù oltre il torrente fino a quei grossi alberi laggiù, dall’altra parte. Sissignore. Ci arriviamo subito.
Inchini, sorrisi, spiegazioni. Il microfono in una mano. La voce del banditore echeggiava querula e smorzata fra i pini montani. Un’illusione di voci multiple, un coro fantasma tra vecchie rovine.
Oh, ce n’è di legna buona quassù. Ottima legna. Gli alberi sono stati tagliati quindici anni fa, perciò magari non sono ancora ricresciuti del tutto, ma basta guardarli. Di notte voi ve ne state tranquilli nel vostro letto e intanto gli alberi crescono. Sissignori. Dico sul serio. Questa è una proprietà che ha futuro. Tutto il futuro possibile in qualunque angolo di questa vallata. Forse anche di più. Amici, non ci sono limiti alle possibilità di un terreno come questo. Se avessi qualche soldo in più ne comprerei anch’io. E credo sappiate tutti che ho investito in terreni fino all’ultimo centesimo che ho. E ogni centesimo che ho l’ho guadagnato dai terreni. Se avessi un milione di dollari, nel giro di tre mesi li investirei in terreni, fino all’ultimo centesimo. E questo lo sapete tutti. Ci si può soltanto guadagnare. Sono sinceramente convinto che un pezzo di terra come questo vi renderà il dieci per cento dell’investimento. Forse anche il venti per cento. Mettete i soldi in banca e non ne ricaverete altrettanto, lo sapete tutti. Non c’è nessun investimento più solido della proprietà fondiaria. La terra. Sapete tutti che un dollaro non comprerà domani quello che comprava ieri. Può darsi che fra un anno un dollaro finirà per valere solo cinquanta cent. E voi lo sapete bene. Invece il valore dei terreni è destinato a crescere, su, su, sempre più su.
Amici, sei anni fa, quando mio zio venne qui e si comprò la casa di Prater, laggiù, cercavano tutti di convincerlo a non farlo. La pagò centonovantacinquemila dollari, la fattoria. So quello che faccio, disse. E voi tutti sapete cos’è successo poi. Sissignori. Rivendette per trecentottantamila. Un terreno come questo… Certo, ha bisogno di qualche miglioria. È incolto. D’accordo. Ma, amici, potete guadagnarci il doppio dei soldi che ci mettete. Un investimento in terreni, e soprattutto in questa vallata, è il più sicuro che potete fare. Sicuro come i soldi. E sono assolutamente sincero quando vi dico questo.
Fra i pini, le voci cantilenavano una litania dimenticata. Poi smisero di colpo. Un mormorio percorse la folla. Il banditore aveva allungato il microfono a un altro uomo. L’altro uomo disse: Date una voce allo sceriffo laggiù, C B.
Il banditore gli fece un cenno con la mano e si chinò verso l’uomo che gli stava davanti. Un uomo piccolo, malrasato, che ora aveva in mano un fucile.
Cosa volete, Lester?
Te l’ho già detto. Voglio che porti il tuo stramaledetto culo fuori dalla mia proprietà. E portati dietro questo mucchio di coglioni.
Attento a come parlate, Lester. Ci sono delle signore.
Me ne sbatto di chi c’è e di chi non c’è.
Non è vostra proprietà, questa.
Col cazzo che non lo è.
Vi hanno già messo in galera una volta per questo. A quanto pare avete voglia di tornarci. Lo sceriffo capo è giusto laggiù.
Me ne strafotto di dov’è lo sceriffo capo. Voglio che voialtri figli di puttana ve ne andiate fuori dalla mia proprietà. Mi avete sentito?
Il banditore se ne stava accoccolato sulla ribalta del camion. Si guardava le scarpe, cercava distrattamente di togliere dal guardolo un pezzo di fango secco. Quando tornò a sollevare lo sguardo sull’uomo con il fucile, sorrideva. Disse: Lester, se non ti dài una calmata ti metteranno in manicomio.
L’uomo fece un passo indietro, tenendo il fucile con una sola mano. Era quasi accovacciato e stese la mano libera, con le dita aperte e puntate contro la folla come per tenerla indietro. Scendi da quel camion, sibilò.
L’uomo sul camion sputò e lo guardò socchiudendo gli occhi. Cos’hai intenzione di fare, Lester, spararmi? Non sono stato io a toglierti la proprietà. È stata la contea. Io sono stato assunto solo per fare il banditore.
Giù da quel camion.
Dietro di lui, i musicisti sembravano pezzi di porcellana presi dal baraccone del tiro a segno di una vecchia fiera di paese.
È matto, C B.
C B disse: Se vuoi spararmi, Lester, puoi spararmi qui dove sono. Non ho intenzione di andare da nessuna parte per fare un piacere a te.
Per la biografia e la bibliografia completa dello scrittore rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Cormac McCarthy.
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