Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Una grazia infinita di Danielle Steel, romanzo edito in Italia da Sperling & Kupfer con un prezzo di copertina di 10,90 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto). Il titolo è disponibile anche in eBook al prezzo di euro 6,99.
Una grazia infinita: trama del libro
In una calda sera di maggio, il salone da ballo dell’hotel Ritz-Carlton di San Francisco è uno sfavillio di luci, cornice di un’elegante cena di beneficenza a cui prendono parte celebrità e personalità di spicco. Tutto procede per il meglio fino a quando, poco prima di mezzanotte, le pareti cominciano a tremare. È il preludio di un disastroso terremoto. Nei drammatici istanti che seguono, tra feriti e macerie, si incrociano le vite di quattro estranei: Sarah Sloane, la bella moglie di un astro della finanza nonché organizzatrice dell’evento; Melanie Free, giovane pop star di successo; Everett Carson, ex corrispondente di guerra rovinato dall’alcol; e Maggie Kent, una suora dalla personalità carismatica. Mentre la città torna faticosamente alla vita, una catena di eventi straordinari segnerà ciascuno dei quattro sopravvissuti. Sarah vedrà crollare il suo mondo perfetto, ma scoprirà di avere la forza per ripartire da zero. Melanie, improvvisatasi volontaria nell’ospedale da campo che accoglie le vittime del cataclisma, deciderà di compiere una scelta di grande coraggio. Everett rimarrà toccato nel profondo dall’amicizia con Maggie, che lo aiuterà a ricostruire la sua vita disastrata, ma che a sua volta stravolgerà la propria. E con il passare dei mesi e l’avvicinarsi del primo, doloroso anniversario del sisma, ciascuno comprenderà che la tragedia che li ha fatti incontrare si è lasciata dietro una scia di doni inaspettati. Non ultimo, la preziosa opportunità di ricominciare.
Sarah aveva organizzato l’evento con la stessa meticolosa precisione con cui faceva ogni cosa, allo stesso modo in cui si era già occupata di simili eventi benefici a New York. A ogni dettaglio aveva dato un tocco personale, tanto che si sarebbe potuto pensare che preparativi così sontuosi fossero destinati più a una festa di nozze che a una serata di beneficenza. Diede un’occhiata attenta anche ai mazzi di rose color avorio, legati con nastri d’oro e d’argento, al centro di ogni tavolo. La celebre catena di grandi magazzini Saks avrebbe presentato una sfilata di moda e Tiffany avrebbe fatto altrettanto, inviando alcune splendide modelle perché camminassero tra la folla con indosso i raffinati gioielli.
Era anche prevista un’asta di articoli di altissimo livello, fra i quali viaggi esotici, attrezzature per diversi sport, pezzi pregiati di gioielleria, incontri con personaggi famosi, nonché una Range Rover nera parcheggiata di fronte all’albergo con un enorme fiocco dorato sul tetto. Qualcuno, alla fine della serata, sarebbe stato molto felice di salire al posto di guida e portarsela a casa. E al reparto neonatale dell’ospedale, per il quale si organizzava la serata di beneficenza, sarebbero stati ancora più felici. Questo era il secondo Ballo dei Piccoli Angeli che Sarah aveva organizzato e gestito per quel reparto. Il primo aveva fruttato più di due milioni di dollari, tra costo dei biglietti, asta e donazioni. E lei si augurava, questa sera, di toccare i tre milioni.
L’esclusivo intrattenimento che intendeva offrire avrebbe sicuramente contribuito, e molto, a raggiungere il suo obiettivo. Un’orchestra da ballo avrebbe suonato a intervalli durante la serata. E non solo! Fra i membri del comitato organizzatore c’era anche la figlia di un noto produttore musicale. Era stato proprio suo padre a ottenere che la giovane pop star Melanie Free accettasse di esibirsi in concerto – e questo aveva consentito di raccogliere cifre molto elevate. Melanie, appena tre mesi prima, aveva vinto un Grammy, e generalmente chiedeva un milione e mezzo di dollari a concerto. Stavolta il suo spettacolo sarebbe stato, invece, una donazione per la serata di beneficenza. All’Associazione dei Piccoli Angeli spettavano i costi di produzione, purtroppo molto alti, nonché quelli di mantenimento del suo entourage, composto dalla band e dallo staff che la accompagnava ovunque.
Melanie Free, al momento, era una cantante estremamente popolare e di grandissimo successo in tutto il Paese. Soltanto diciannovenne, aveva toccato il massimo della fama con un’ascesa inarrestabile in quegli ultimi due anni. E il Grammy appena vinto era stato per lei la classica ciliegina sulla torta. Sarah non poteva che sentirsi infinitamente grata che fosse ancora disposta a partecipare a una festa di beneficenza. La sua paura più grande era stata che Melanie annullasse lo spettacolo all’ultimo minuto. Infatti, quando si trattava di esibirsi gratuitamente, moltissime star del cinema e della musica annullavano l’impegno preso anche soltanto poche ore prima dell’entrata in scena. Ma l’agente di Melanie aveva giurato e spergiurato che non sarebbe successo nulla del genere. Lei sarebbe stata lì, a San Francisco. Quindi, quella che si prospettava era una serata piena di emozioni e di straordinario interesse, tanto che gran parte della stampa sarebbe stata presente all’evento. Il comitato organizzatore era riuscito perfino a trovare un gruppetto di star di Hollywood disposte a raggiungere San Francisco in aereo da Los Angeles per partecipare, e tutti i personaggi più noti dell’alta società locale avevano comprato i biglietti. In quegli ultimi due anni si era guadagnata la fama di festa di beneficenza più importante e produttiva della città – e, a detta di tutti, anche la più divertente.
Sarah aveva cominciato a occuparsi dell’evento in seguito all’esperienza vissuta nel reparto neonatale dell’ospedale, dove tre anni prima avevano salvato la sua bambina. Molly, la sua primogenita, era nata con tre mesi di anticipo. Durante la gravidanza sembrava che tutto andasse alla perfezione. Sarah si sentiva bene e aveva un aspetto favoloso; a trentadue anni, era convinta che non avrebbe avuto nessun problema. Invece, in una notte di pioggia scrosciante, aveva sentito le prime contrazioni, che poi erano continuate implacabili. La bambina era nata il giorno successivo e aveva passato due mesi in incubatrice nel reparto di terapia intensiva, con Sarah e suo marito, Seth, sempre presenti. In quell’occasione i medici avevano salvato Molly, che adesso, a tre anni, era felice e piena di vita e si stava preparando a frequentare, in autunno, la scuola materna.
Il secondo figlio di Sarah, Oliver – che tutti chiamavano Ollie –, era nato nell’estate precedente senza nessun problema. Adesso era un delizioso e paffuto bimbo di nove mesi, dalla risatina gorgogliante. I figli erano la gioia più grande per Sarah e il marito. E lei faceva la mamma a tempo pieno. L’unica altra attività alla quale si dedicasse ogni anno era l’organizzazione di questo ballo.
Sarah e Seth si erano conosciuti sei anni prima durante il master in Business Administration dell’Università di Stanford. Entrambi avevano lasciato New York per studiare lì e, poiché si erano sposati appena finito il master, erano rimasti a vivere a San Francisco. Seth aveva trovato un impiego nella Silicon Valley e, subito dopo la nascita di Molly, aveva cominciato a occuparsi personalmente di un proprio hedge fund, un fondo comune d’investimento ad alto rischio. Sarah, invece, aveva deciso di non cercare un lavoro. Era rimasta incinta di Molly durante la prima notte di nozze e aveva manifestato il desiderio di rimanere a casa con la bambina. Prima di andare a completare gli studi a Stanford aveva passato cinque anni lavorando a Wall Street come analista e adesso voleva prendersi qualche anno di libertà per godersi a tempo pieno la maternità. Seth, del resto, aveva riscosso un tale successo con il suo hedge fund che non c’era nessuna urgenza per cui lei dovesse cercare di nuovo un impiego.
A trentasette anni, Seth aveva già messo insieme un patrimonio notevole ed era considerato uno dei più brillanti e giovani astri nel firmamento della comunità finanziaria, non soltanto di San Francisco ma anche di New York. Avevano comprato una splendida, grande casa che dava sulla baia, a Pacific Heights, e l’avevano riempita di importanti pezzi d’arte contemporanea – Calder, Ellsworth Kelly, de Kooning, Jackson Pollock e un gruppetto di altri artisti ancora sconosciuti ma molto promettenti. Sarah e Seth si godevano appieno la vita. Per loro, trasferirsi a San Francisco non era stata una scelta difficile: Seth aveva perduto i genitori già da parecchi anni e quelli di Sarah si erano stabiliti alle Bermude; di conseguenza i legami con New York non erano più forti come in passato. A tutti quelli che li conoscevano, sulla costa orientale come su quella occidentale, era chiaro che Sarah e Seth, ormai, a San Francisco erano arrivati per rimanerci; non solo, ma si erano perfettamente integrati nell’ambiente affaristico e finanziario, così come in quello mondano. Un hedge fund rivale aveva perfino offerto un impiego a Sarah, ma lei non aveva nessuna voglia di fare qualcosa che la distraesse da Oliver e Molly – e ovviamente da Seth, quando era libero. Lui aveva appena comperato un aereo, un G5, e se ne serviva per raggiungere Los Angeles, Chicago, Boston e spesso anche New York. Quella che facevano era una vita dorata che migliorava di anno in anno. Per quanto fossero nati e cresciuti in un ambiente agiato, nessuno dei due aveva mai condotto, prima, un’esistenza esageratamente sfarzosa, né aveva mai assunto abitudini tanto dispendiose come quelle attuali. Qualche volta Sarah si preoccupava un po’ pensando che forse stessero spendendo troppo, con una casa favolosa a Tahoe, oltre a quella che avevano in città, e un aereo personale. Ma Seth insisteva che andava bene così. Continuava a dire che i soldi che stava guadagnando erano fatti proprio per essere spesi. E indubbiamente lui applicava alla lettera questa teoria.
Per la biografia e la bibliografia completa della scrittrice newyorchese rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Danielle Steel.
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