Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Ho cercato il tuo nome di Nicholas Sparks, romanzo edito in Italia da Sperling & Kupfer con un prezzo di copertina di 9,90 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto). Il titolo è disponibile anche in eBook al prezzo di euro 6,99.
Ho cercato il tuo nome: trama del libro
Dal momento in cui Logan, un marine in missione in Iraq, trova nella sabbia la foto di una ragazza sorridente, la fortuna inizia ad assisterlo. Per questo, al ritorno negli Stati Uniti, Logan decide di rintracciare la misteriosa donna della fotografia: convinto di avere un debito con lei, intraprende un lungo viaggio per incontrarla. Quando finalmente ci riesce, tra lui ed Elizabeth questo il nome della donna – l’attrazione è immediata e irresistibile. Travolto dalla passione, Logan non fa alcun accenno alla foto che per mesi è stata il suo portafortuna: un segreto che minaccia di compromettere il sentimento appena sbocciato. La storia di un uomo che, seguendo il proprio destino, trova l’amore, quello vero e senza fine.
- Per altri dettagli rimandiamo alla scheda completa di Ho cercato il tuo nome su Amazon.
- Qui potete leggere le recensioni dei lettori su Amazon.
«Ma bene, che cosa combiniamo qui?» aveva detto con voce strascicata, tanto per metterla sulla difensiva.
Non gli andava di essere stato beccato a spiare, né era contento della propria battuta d’esordio. Di solito era più brillante. Molto più brillante. Per fortuna la ragazza era troppo imbarazzata e rischiò addirittura di inciampare indietreggiando. Balbettò qualche parola mentre cercava disperatamente di coprirsi con le mani.
Clayton non si preoccupò di distogliere lo sguardo. Sorrise, invece, fingendo di non notare il suo corpo, come se per lui fosse normale imbattersi in donne nude nel bosco. Aveva già capito che non si era accorta della macchina fotografica.
«Calmati, ora. Che cosa stavate facendo?» chiese.
Lo sapeva perfettamente. Succedeva tutte le estati, specialmente in agosto: le studentesse universitarie, dirette al mare per un ultimo weekend di sole prima dell’inizio del semestre autunnale, a volte facevano una deviazione su una vecchia strada dissestata utilizzata dai boscaioli che si inoltrava per un paio di chilometri nella foresta e approdava a una spiaggetta sassosa diventata famosa come luogo di nudisti. Clayton ci faceva spesso un salto nella vaga speranza di lustrarsi la vista. Due settimane fa aveva visto sei bellezze; oggi ce n’erano tre, e quelle che prima erano sdraiate a prendere il sole adesso stavano cercando di recuperare le magliette. Una di loro era un po’ pienotta, ma le altre due – compresa la brunetta che gli stava di fronte – avevano un corpo da far girare la testa ai ragazzi delle confraternite. E anche ai poliziotti.
«Credevamo che non ci fosse nessuno! Pensavamo fosse un posto tranquillo!»
Il suo viso aveva un’aria così innocente che gli venne voglia di dire: Chissà come sarebbe fiero il tuo paparino se sapesse che cosa stava facendo la sua bambina. Lo divertiva immaginare la risposta di lei, ma siccome era in uniforme doveva esprimersi in modo ufficiale. E poi sapeva che stava sfidando la sorte; se si fosse sparsa la voce che l’ufficio dello sceriffo pattugliava la zona, addio studentesse, e a questo non ci voleva pensare.
«Andiamo a parlare con le tue amiche.»
La seguì verso la spiaggetta, scrutandola con gusto mentre lei tentava invano di coprirsi. Una volta arrivati nella radura in riva al fiume, le sue amiche si erano già infilate le magliette. La brunetta si mise a correre verso le altre e afferrò un asciugamano, rovesciando un paio di lattine di birra. Clayton indicò un albero lì vicino.
«Non avete letto il cartello?»
Al che, tutte e tre rivolsero lo sguardo da quella parte. Come le pecore, sempre in attesa di eseguire qualche ordine, pensò lui. Il cartello, piccolo e parzialmente coperto dai rami più bassi di una quercia, era stato apposto per ordine del giudice Kendrick Clayton, che guarda caso era suo zio. L’idea dei cartelli era stata proprio di Keith: sapeva che un esplicito divieto avrebbe accresciuto l’attrattiva del luogo.
«Non l’abbiamo visto!» esclamò la brunetta voltandosi verso di lui. «Non lo sapevamo. Ci hanno parlato di questo posto solo un paio di giorni fa.» Mentre protestava, cercava di tener su l’asciugamano; le altre invece erano troppo terrorizzate per fiatare.
Il suo tono lamentoso la faceva sembrare una ragazzina viziata. Il che probabilmente era vero. Avevano tutte quell’aria.
«Non sapevate che in questa contea è vietato mostrarsi nudi in pubblico?»
Le vide impallidire ulteriormente, all’idea che quella piccola trasgressione macchiasse la loro fedina penale. Era divertente stare lì a guardarle, ma poi si rammentò che non doveva esagerare.
«Come ti chiami?»
«Amy», rispose la brunetta. «Amy White.»
«Di dove sei?»
«Chapel Hill, ma sono nata a Charlotte.»
«Noto che vi siete portate dietro degli alcolici. Siete grandi abbastanza?»
Per la prima volta anche le altre due aprirono bocca. «Sissignore.»
«Bene, Amy. Ti dirò quello che ho intenzione di fare. Mi fido della vostra buonafede: non avete visto il cartello e poi avete l’età per bere, quindi lascerò perdere. Fingerò di non essere mai stato qui. Basta che promettiate di non raccontare al mio capo che vi ho lasciate andare.»
Non potevano crederci.
«Sul serio?»
«Sul serio», confermò lui. «Anch’io sono stato studente, un tempo.» Non era vero, ma gli sembrava una cosa carina da dire. «E ora vi consiglio di rivestirvi. Non si può mai sapere… potrebbe esserci qualche guardone in giro.» Rivolse loro un sorriso smagliante. «E portate via tutte le lattine, d’accordo?»
«Sissignore.»
«Bene.» Si voltò per andarsene.
«Tutto qui?»
Si girò verso di loro, sempre sorridendo. «Esatto. Mi raccomando, fate le brave.»
Clayton si addentrò tra i cespugli, schivando gli occasionali rami bassi, e si allontanò compiaciuto per come aveva gestito la faccenda. Era stato furbo. Amy gli aveva sorriso e, mentre si voltava, lui aveva accarezzato per un attimo l’idea di tornare indietro per chiederle il numero di telefono. Ma poi aveva preferito lasciare le cose come stavano. Molto probabilmente avrebbero raccontato alle amiche che, pur essendo state beccate dalla polizia, non avevano subito conseguenze. Così si sarebbe sparsa la voce che gli agenti da quelle parti erano tolleranti. In ogni caso, mentre camminava nel bosco, si augurava che le foto fossero venute bene. Sarebbero state un’ottima aggiunta alla sua collezione.
Tutto sommato era stata una giornata positiva. Stava pensando di andare a recuperare la macchina fotografica, quando udì qualcuno fischiare. Girò gli occhi verso la strada sterrata e spuntò all’improvviso lo sconosciuto con il pastore tedesco che camminava piano… sembrava un hippie anni Sessanta.
Non era assieme alle ragazze, pensò Clayton. Troppo vecchio per essere uno studente universitario. Aveva capelli lunghi e arruffati e portava sulla schiena uno zaino da cui spuntava un sacco a pelo. Non si trattava di un gitante diretto alla spiaggia; quel tizio aveva l’aria di chi viaggia in autostop e magari dorme all’addiaccio. Non c’era modo di sapere da quanto tempo fosse lì in giro, né che cosa avesse visto.
Per esempio, un agente che scattava foto?
Assolutamente no. Era impossibile. Lui si era appostato lontano dalla strada, inoltre la vegetazione era folta e avrebbe sentito il rumore di qualcuno che si avvicinava. Giusto? Eppure era uno strano posto per un autostoppista. Si trovavano nel mezzo del nulla, e l’ultima cosa che Clayton voleva era un branco di hippie che gli rovinasse la spiaggia.
A quel punto lo sconosciuto era passato oltre. Era arrivato pressappoco all’altezza dell’auto di servizio e si dirigeva verso la jeep delle ragazze. Clayton uscì sulla strada e si schiarì la gola. L’uomo e il cane si voltarono.
Lui continuò a esaminarli da lontano. L’uomo non sembrava affatto turbato dalla sua apparizione, al pari del cane, e qualcosa nello sguardo di quello sconosciuto lo mise a disagio. Era come se si fosse aspettato di vederlo sbucare fuori. E anche il pastore tedesco. Il cane aveva un’espressione altera e guardinga nello stesso tempo – quasi intelligente – proprio come Panther poco prima di essere lanciato. Clayton provò una stretta allo stomaco. Fece uno sforzo per non pararsi le parti intime.
Continuarono a guardarsi per un po’. Clayton sapeva che la sua uniforme intimidiva la maggior parte della gente. Chiunque, anche se innocente, si innervosiva di fronte ai rappresentanti della legge. Era uno dei motivi per cui gli piaceva essere un agente.
«Ce l’ha il guinzaglio per il cane?» chiese, con un tono autoritario.
«Nello zaino.»
Clayton non riconobbe nessun accento particolare. «Glielo metta.»
«Stia tranquillo, non si muoverà finché non glielo dirò io.»
«Glielo metta lo stesso.»
Lo sconosciuto si sfilò lo zaino e ci frugò dentro; Clayton allungò il collo, nella speranza di scorgere qualcosa di proibito, tipo droga o armi. Un attimo dopo il guinzaglio era agganciato al collare e l’uomo lo guardava con un’aria di sfida, come a dire: E adesso?
«Che cosa ci fa qui?» domandò Clayton.
«L’autostop.»
«Certo che si porta dietro un bel bagaglio per essere un autostoppista.»
Lo sconosciuto non rispose.
«Oppure si aggirava nella zona… in cerca di qualche spettacolo proibito?»
«È quello che fa la gente da queste parti?»
Clayton non apprezzò il tono, né l’allusione. «Vorrei vedere un suo documento.»
Lo sconosciuto si levò di nuovo lo zaino e tirò fuori il passaporto. Mostrò il palmo aperto al cane, per ordinargli di stare fermo, poi fece un passo verso l’agente e glielo porse.
«La patente non ce l’ha?»
«No.»
Clayton lesse il nome, muovendo impercettibilmente le labbra. «Logan Thibault?»
L’altro annuì.
«Da dove viene?»
«Colorado.
«Un lungo viaggio.»
Lo sconosciuto non disse niente.
«È diretto in qualche posto in particolare?»
«Arden.»
«E che cosa c’è ad Arden?»
«Non saprei. Non ci sono mai stato.»
Per la biografia completa dello scrittore americano rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata ad Nicholas Sparks. Per la bibliografia rimandiamo invece alla nostra pagina riassuntiva su tutti i libri dell’autore.
Lascia un commento