Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Legami di famiglia di Danielle Steel, romanzo edito in Italia da Sperling & Kupfer con un prezzo di copertina di 19,90 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto). Il titolo è disponibile anche in eBook al prezzo di euro 6,99.
Legami di famiglia: trama del libro
Annie Ferguson, ventisei anni, brillante architetto di Manhattan, è alle prese con un nuovo lavoro e un nuovo amore. Bella e di talento, ha il mondo nelle sue mani e un luminoso futuro davanti a sé. Finché una telefonata cambia per sempre il corso della sua vita: dalla sera alla mattina, Annie è costretta a mettere da parte aspirazioni, desideri e una promettente carriera per dedicarsi ai tre nipotini rimasti orfani di sua sorella, morta con il marito in un incidente aereo. Sono passati ormai sedici anni da quel tragico giorno e, nonostante i sacrifici, Annie non si è pentita neanche per un attimo della sua scelta. Ma, ora che i ragazzi sono cresciuti e ognuno ha intrapreso la propria strada, lei si ritrova da sola, in una casa all’improvviso troppo grande e troppo vuota. Mentre comincia a fare i conti con una solitudine difficile da sopportare, un incontro cambia di nuovo ogni cosa: Tom, affascinante giornalista, entra per caso nella sua vita, sconvolgendola e trascinandola in una direzione inaspettata, la più sorprendente di tutte. Ma sarà in grado, Annie, di lasciarsi andare e convincersi che non è mai troppo tardi per innamorarsi?
Ad Annie, fresca di laurea conseguita sei mesi prima alla Columbia, non sembrava vero di essere stata assunta da un importante studio di architettura: era il suo sogno diventato realtà. Entrambi belli e intelligenti, appena si erano visti erano rimasti senza parole. Un vero colpo di fulmine.
Adesso si stavano godendo una splendida estate e cominciavano già a pensare di affittare una casa in montagna con un gruppo di amici per andare a sciare. La loro relazione stava diventando seria, e immaginavano un radioso futuro insieme.
Annie non si era mai divertita tanto; il fine settimana trascorso con Seth a bordo della sua piccola ma elegante barca a vela era stato favoloso, e insieme avevano vissuto momenti romantici e appassionati. Cosa poteva desiderare di più dalla vita? Aveva un fidanzato nuovo e una nuova casa, aveva fatto il primo significativo passo nella carriera per la quale si era tanto impegnata, aveva ventisei anni, era alta, bionda, con un fisico stupendo e un sorriso incantevole. Oh sì: ne aveva di motivi per sorridere! E infatti era al settimo cielo.
Quel pomeriggio, dopo un altro weekend perfetto in barca a vela, Annie aveva dovuto costringere a viva forza Seth, che al ritorno era salito da lei, ad andarsene. Infatti lei intendeva lavorare al suo primo grande progetto che avrebbe dovuto presentare a un cliente il giorno dopo. Aveva intenzione di sorprenderlo. Il suo diretto superiore aveva dimostrato di stimarla molto, voleva farle fare bella figura con un cliente importante e Annie desiderava meritarsi questa fiducia. Si era appena seduta al tavolo da disegno quando squillò il cellulare. Anche se se n’era appena andato, pensò che fosse Seth. Ogni tanto la chiamava dalla macchina mentre tornava a casa per dirle che sentiva già la sua mancanza.
Era Jane, invece, la sua sorella maggiore, che le aveva fatto da mamma da quando erano rimaste orfane di entrambi i genitori. Annie all’epoca aveva diciotto anni e Jane dieci di più.
Jane era felicemente sposata, viveva a Greenwich, nel Connecticut, e aveva tre bambini adorabili. Le sorelle si assomigliavano come due gocce d’acqua e, se non fosse stato per la differenza d’età, sarebbero potute passare per gemelle.
Jane era impaziente di conoscere Seth. Da quello che le aveva raccontato Annie, si era fatta una buona opinione di lui; le sembrava un tipo serio, con la testa sulle spalle, uno di quegli uomini che si prendono le loro responsabilità nei confronti di una donna. Il suo più grande desiderio era che anche la sorella trovasse una persona meravigliosa come suo marito Bill: erano sposati da quattordici anni ma continuavano a comportarsi come se fossero ancora in luna di miele.
Annie, a sua volta, si augurava di essere altrettanto fortunata della sorella, ma per il momento era troppo concentrata sulla carriera di architetto appena avviata per pensare seriamente al matrimonio, anche se i due mesi che aveva passato con Seth erano stati meravigliosi.
«C’è lui?» domandò Jane in tono cospiratorio, e la sorella minore si mise a ridere. Jane era un’artista freelance, una bravissima illustratrice di libri per bambini. Si dedicava con passione al proprio lavoro, ma il suo interesse principale erano il marito e i figli. Bill Marshall era un imprenditore: aveva una casa editrice piccola ma prestigiosa. Avevano passato il weekend a Martha’s Vineyard per chiudere la casa dove trascorrevano l’estate e godersi un romantico fine settimana lontano dai figli.
«Se n’è appena andato», rispose Annie.
«Come mai così presto?» Jane sembrava delusa.
«Devo lavorare. Ho in ballo un grosso progetto per un cliente influente; devo presentarlo domani, e volevo controllare un po’ i disegni.»
«Brava.» Jane era orgogliosissima della sua sorellina, la adorava. «Noi partiamo adesso e saremo a casa fra un paio d’ore. Bill si sta già preparando al decollo. Abbiamo avuto un tempo splendido. Se penso che devo chiudere la casa, mi piange il cuore!»
Avevano comprato quella casa quando era nata la prima figlia, Liz, che aveva dodici anni ed era il ritratto di sua madre. Ted ne aveva otto e assomigliava in tutto e per tutto a Bill, con lo stesso carattere dolce e accomodante. Quanto alla più piccola, Katie, Jane diceva che veniva da un altro pianeta. A cinque anni aveva opinioni ben precise su ogni cosa e le manifestava apertamente senza alcuna paura. Era di un’intelligenza vivacissima; sembrava che il suo corpicino di bambina ospitasse l’anima di un adulto. Adorava la zia Annie, e diceva sempre che loro due erano migliori amiche.
«Com’è il tempo a New York?» chiese Jane senza mostrarsi particolarmente preoccupata anche se era la stagione degli uragani.
«Abbiamo avuto un gran caldo e sole per tutto il weekend, ma le previsioni dicono che stasera ci sarà un temporale. A me però non sembra possibile», rispose Annie.
«Lo aspettano anche qui, il temporale. Infatti un’ora fa si è alzato il vento. Per adesso pare che vada tutto bene, ma Bill vuole essere a casa prima che si scateni.» Proprio in quel momento lui si stava sbracciando per chiamarla. Jane, afferrata la tazza di plastica nella quale si era versata il caffè, si incamminò verso di lui mentre concludeva la chiacchierata con Annie. «Ti telefono quando arrivo a casa. Non lavorare troppo… ti voglio bene. A proposito, perché il prossimo weekend non vieni a cena da noi con Seth?»
«Ti saprò dire. Forse devo lavorare, dipende da come andrà la riunione di domani. Ti voglio bene anch’io. Ci sentiamo più tardi», disse Annie. Aveva allargato le planimetrie sul tavolo da disegno per studiarle con attenzione. Voleva apportare qualche piccolo ritocco, cosette di poco conto che si notavano appena, ma siccome era una perfezionista desiderava che tutto fosse impeccabile. Cominciò lentamente e meticolosamente a fare i cambiamenti ai quali aveva pensato per tutto il weekend.
Jane salì a bordo dell’aereo che era l’orgoglio e la gioia di suo marito. Aveva fatto il pilota nella marina militare, e gli aeroplani erano la sua passione. Questo era il più grande che avesse mai posseduto, un Cessna 414 Chancellor sul quale potevano viaggiare otto persone. L’aereo perfetto per loro, i tre figli, la babysitter Magdalena quando li accompagnava a Vineyard ed eventuali altri due amici, oltre alla montagna di valigie e sacche da viaggio che Jane si trascinava sempre dietro fra Greenwich e la residenza estiva. Era un lusso, quell’aereo, ma per Bill significava moltissimo e non ci avrebbe mai rinunciato. Jane si sentiva sicura quando lo pilotava lui; anzi, molto più sicura di quando viaggiava su un volo di linea. Lui controllava sempre scrupolosamente gli strumenti di volo, e se c’era qualcosa che non andava rimaneva a terra.
«Su, datti una mossa», le disse scherzosamente mentre lei caricava sull’aereo l’ennesima sacca da viaggio. «Prevedono un temporale, e io voglio arrivare a casa prima.» Intanto il cielo stava già diventando scuro, e i lunghi capelli biondi di Jane svolazzavano al vento. Lei ubbidì e, con un salto, fu a bordo. Bill si sporse a darle un bacio, poi si concentrò sul quadrante. Aveva ottenuto l’autorizzazione al decollo, e l’apparecchio era attrezzato con tutti gli strumenti necessari in caso di peggioramento del meteo. Mise la cuffia e scambiò qualche parola con l’addetto alla torre di controllo mentre Jane prendeva una rivista dalla borsa. Andava matta per i rotocalchi di gossip da quattro soldi, quelli che parlano degli amori dei VIP, poi ne discuteva con Annie come se quelle celebrità fossero persone di loro conoscenza. Bill la prendeva bonariamente in giro.
Decollarono. Sarebbero atterrati all’aeroporto di Westchester County entro un’ora. Era un volo che non presentava problemi, a parte il traffico sopra Boston. Comunque Bill era in costante contatto con la torre di controllo. Di tanto in tanto si voltava verso Jane e le sorrideva. Avevano trascorso un weekend molto piacevole; voleva un gran bene ai suoi figli, ma certe volte desiderava avere Jane tutta per sé.
«Sembra che Annie faccia sul serio con il suo nuovo ragazzo», commentò Jane.
Lui si mise a ridere: conosceva bene la moglie. «Di’ la verità: non sarai contenta fino a quando non la vedrai sposata. Ma è troppo giovane, e ha appena cominciato a lavorare.»
«Be’, io avevo ventidue anni quando ci siamo sposati», gli ricordò lei. «Annie ne ha ventisei.»
«Sì, ma tu non eri così impegnata a fare carriera! Dalle tempo! E comunque non è una vecchia zitella, ti pare?» No, effettivamente non lo era, pensò Jane, e non lo sarebbe mai stata. Era giovane e molto bella, e sempre con qualche corteggiatore che le ronzava intorno. Però Bill aveva ragione: Annie desiderava che la sua carriera di architetto fosse ben avviata prima di sposarsi, e doveva ammettere che era una decisione piena di buon senso. E poi una sorella nubile le faceva comodo: ad Annie piaceva moltissimo fare la zia, anche se non si sentiva ancora pronta per avere dei figli suoi.
A un certo punto, Jane si accorse che Bill guardava con aria preoccupata il cielo, sempre più minaccioso. Aveva cominciato a soffiare un vento a raffiche sempre più forti e… oh no, stavano puntando dritti dritti verso l’uragano! Non disse niente per non disturbare Bill e metterlo in allarme mentre stava pilotando; si limitò a guardare fuori dal finestrino, poi tornò a sfogliare il suo rotocalco sorseggiando un caffè. Ma poco dopo il velivolo iniziò a ballare e il bicchiere di carta le si rovesciò in grembo.
Per la biografia e la bibliografia completa della scrittrice newyorchese rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Danielle Steel.
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