Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Il momento di uccidere di John Grisham. Il romanzo è pubblicato in Italia da Mondadori con un prezzo di copertina di 13,00 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto) ed è disponibile in eBook al prezzo di euro 7,99.
Il momento di uccidere: trama del libro
Hanno picchiato a sangue e violentato sua figlia. Carl Lee Hailey è nero ed è un eroe del Vietnam; loro sono due bianchi, ubriachi e razzisti. Li uccide, in preda ad una furia selvaggia, davanti a numerosi testimoni. Si tratta di brutale omicidio o esecuzione esemplare? Vendetta o giustizia? Il caso infiamma gli Stati Uniti. Per dieci giorni in un tribunale del profondo Sud americano si discute la colpevolezza di un uomo senza mai poter ignorare il colore della sua pelle.
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Willard aveva quattro anni più di Cobb ma, dal grado di maturità, ne dimostrava una dozzina di meno. Era generalmente un tipo innocuo, che non aveva mai avuto guai seri ma neppure un lavoro serio. Magari qualche scazzottata e una notte in guardina, ma niente di più. Diceva d’essere un taglialegna, ma quasi sempre i dolori alla schiena lo tenevano lontano dalle foreste. S’era fatto male quando lavorava su una piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico, e l’azienda gli aveva pagato un risarcimento cospicuo, che aveva perso totalmente quando l’ex moglie l’aveva ripulito. La sua vocazione principale era fare il dipendente part time di Billy Ray Cobb, che non pagava molto ma non lesinava sulla droga. Per la prima volta dopo tanti anni Willard riusciva sempre a mettere le mani sulla roba. E ne aveva bisogno, da quando s’era fatto male alla schiena.
La bambina aveva dieci anni ed era piccola per la sua età. Stava appoggiata sui gomiti, bloccati con una corda di nylon gialla. Le gambe erano allargate in modo esagerato, con il piede destro legato a una giovane quercia, il sinistro al paletto storto e marcio di una recinzione abbandonata. La corda aveva tagliato la carne delle caviglie e il sangue le scorreva fra le gambe. Il viso era insanguinato e gonfio, un occhio tumefatto e chiuso, l’altro semiaperto che le permetteva di vedere l’altro bianco seduto sul camioncino. Non guardava l’uomo che le stava sopra e ansimava, sudava e bestemmiava. Le faceva male.
Quando l’uomo ebbe finito le diede una sberla e rise, e anche l’altro rise. Cominciarono a ridere ancora più forte e si rotolarono sull’erba accanto al camioncino, come due pazzi, gridando e continuando a sghignazzare. La bambina girò la testa dall’altra parte e pianse sommessamente, cercando di non farsi sentire. Poco prima l’avevano schiaffeggiata perché piangeva e urlava. Avevano promesso di ucciderla se non fosse stata zitta.
I due si stancarono di ridere e si issarono sul cassone. Willard si pulì con la camicia della negretta, ormai intrisa di sangue e di sudore. Cobb gli passò una birra fredda presa dal frigorifero e notò che l’aria era molto umida. Guardarono la bambina che singhiozzava e si lasciava sfuggire strani suoni soffocati, fino a che stette zitta. La lattina di birra di Cobb era semivuota, e non era più fredda. La scagliò contro la bambina. La lattina la colpì allo stomaco, la spruzzò di spuma bianca, poi rotolò in terra accanto ad altre lattine, tutte uscite dallo stesso frigorifero. A una a una le avevano tirato addosso tutte le lattine di due confezioni da sei e avevano riso. Willard faticava a centrarla, ma Cobb era abbastanza preciso. Non erano tipi da sprecare la birra, ma le lattine più pesanti colpivano meglio e poi era divertente vedere la spuma che schizzava dappertutto.
La birra tiepida si mescolò al sangue scuro, scorse lungo il viso e il collo della bambina e formò una pozza dietro la testa. Lei non si mosse.
Willard chiese a Cobb se secondo lui era morta. Cobb aprì un’altra lattina e spiegò che non lo era. In genere i negri non morivano solo perché li prendevi a calci e a botte e li violentavi. Ci voleva ben altro, magari un coltello, una pistola o una corda, per far fuori un negro. Anche se non aveva mai partecipato all’uccisione di uno di loro, in prigione aveva vissuto in compagnia di molti negri e sapeva tutto. Si ammazzavano fra di loro e usavano sempre un’arma. Quelli che venivano soltanto pestati e violentati non morivano. Anche i bianchi venivano pestati e violentati, e alcuni morivano. Ma i negri no. Avevano teste più dure. Willard sembrò soddisfatto.
Poi quest’ultimo domandò che cosa aveva intenzione di fare, adesso che avevano finito di divertirsi. Cobb tirò una boccata dallo spinello e disse che non aveva ancora finito. Saltò giù dalla sponda e attraversò la radura per raggiungere il punto dove stava la bambina. Inveì e le urlò di svegliarsi, poi le versò in faccia la birra fredda e rise come un pazzo.
La bambina lo seguì con lo sguardo quando Cobb girò intorno all’albero sulla sua destra e la fissò fra le gambe. Quando Cobb si abbassò i pantaloni, lei girò la testa verso sinistra e chiuse gli occhi. Stava per farle male di nuovo.
Guardò fra gli alberi e vide qualcosa… un uomo che correva come un pazzo fra i tralci e la vegetazione. Era suo papà, che urlava e la indicava e accorreva disperatamente per salvarla. Lo chiamò a gran voce e lui scomparve. La bambina non sentì più nulla.
Quando riprese i sensi uno degli uomini stava sdraiato sotto il pianale del camioncino, l’altro sotto un albero. Dormivano. Lei aveva le braccia e le gambe intorpidite. Il sangue, la birra e l’urina avevano intriso il terriccio sotto di lei e formato un impasto gommoso che la incollava al suolo e s’incrinava ogni volta che lei si muoveva e si dibatteva. Doveva scappare, pensava; ma per quanto si sforzasse riuscì solo a spostarsi di pochi centimetri verso destra. Aveva i piedi legati così in alto che toccava appena terra con il sedere. Le gambe e le braccia erano così malridotte che non potevano muoversi.
Cercò con gli occhi il suo papà fra gli alberi e lo chiamò sottovoce. Attese, poi perse di nuovo i sensi.
Quando si svegliò per la seconda volta i due uomini erano in piedi e si stavano muovendo. Il più alto le si avvicinò barcollando con un coltello in mano. Le afferrò la caviglia sinistra e segò energicamente la corda fino a quando cedette. Poi le liberò anche la gamba destra, e lei si raggomitolò in posizione fetale, voltando la schiena a tutti e due.
Cobb passò un pezzo di corda sopra un ramo e fece un nodo scorsoio a un’estremità. Afferrò la bambina e le infilò il cappio intorno alla testa, attraversò la radura tenendo in mano l’altro capo della corda e sedette sulla sponda del camioncino dove Willard fumava un altro spinello e sogghignava al pensiero di ciò che stava per fare l’amico. Cobb tese con forza la corda, poi la strattonò, fece sobbalzare il corpicino nudo sul terreno fino a quando fu proprio sotto il ramo. La bambina tossì e rantolò, e Cobb allentò generosamente la corda per concederle qualche altro minuto. Legò la corda al paraurti e aprì un’altra birra.
Sedettero tutti e due sulla sponda a bere e a fumare mentre la guardavano. Erano stati quasi tutto il giorno al lago, dove Cobb aveva un amico con la barca e varie ragazze che avrebbero dovuto essere facili e invece non avevano voluto saperne. Cobb era stato generoso con la birra e la droga, ma le ragazze non avevano ricambiato le sue gentilezze. Frustrati, avevano lasciato il lago e stavano gironzolando senza meta quando, per caso, avevano incontrato la bambina. Camminava lungo una strada sterrata con un sacchetto di generi alimentari, quando Willard l’aveva centrata alla nuca con una lattina di birra.
«Hai intenzione di farlo tu?» chiese Willard che aveva gli occhi rossi e vitrei.
Cobb esitò. «No, lascio fare a te. È stata un’idea tua.»
Willard tirò una boccata dallo spinello, sputò e disse: «Non è stata una mia idea. Sei tu, quello che sa ammazzare i negri. Fallo tu».
Cobb slegò la corda dal paraurti e la tirò. La corda scrostò il ramo e fece piovere frammenti di corteccia d’olmo intorno alla ragazzina, che li guardava a occhi sbarrati e si mise a tossire.
Per la biografia e la bibliografia completa dello scrittore statunitense rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a John Grisham. Vi invitiamo inoltre a leggere il nostro articolo dedicati ai migliori libri di John Grisham diventati film o serie TV.
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