Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Una mutevole verità di Gianrico Carofiglio. Il romanzo è pubblicato in Italia da Einiaudi con un prezzo di copertina di 11,00 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto)
Una mutevole verità: trama del libro
Un buon investigatore deve essere capace di costruire una storia, immaginare che cosa è successo prima e dopo il crimine, come in un romanzo. Poi, costruita la storia, deve andare in cerca di ciò che la conferma e la contraddice. Così pensa il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio, piemontese trapiantato a Bari, che si trova a indagare su un omicidio dove tutto appare troppo chiaro fin dall’inizio. Non fosse che al principale sospettato, su cui si concentra ogni indizio, mancava qualsiasi movente per commettere il delitto.
Approfondimenti sul libro
In ebook Una mutevole verità (in pdf, epub e mobi) può essere acquistato al prezzo di 6,99 euro.
Cardinale Lorenzo detto ’u tuzz’ − cioè «la testata» − era un rapinatore, specializzato in banche e uffici postali. Lui e i suoi complici avevano una tecnica semplice e molto efficace: rubavano un’auto di grossa cilindrata, o addirittura un camion; aspettavano l’orario di chiusura al pubblico, quando le casseforti erano aperte, i sistemi di sicurezza a tempo disattivati e gli impiegati contavano il denaro. Allora lanciavano l’auto − o il camion − a marcia indietro contro la vetrina blindata, la sfondavano, entravano armi in pugno, prendevano il denaro e andavano via. Ovviamente con una macchina diversa. Quella utilizzata per lo sfondamento rimaneva infilata nella vetrina come un’installazione postmoderna, e cosí la ritrovavano la polizia o i carabinieri.
Il maresciallo Pietro Fenoglio lo conosceva bene, ’u tuzz’. Per mesi, con i ragazzi della sua squadra, aveva indagato su di lui e quella mattina, finalmente, lo avrebbe arrestato, in esecuzione − come si dice − di un’ordinanza di custodia cautelare per alcune di quelle rapine.
Il provvedimento del giudice era di almeno due settimane prima, ma quando erano andati a prenderlo ’u tuzz’ non era in casa. Lo avevano cercato per giorni, fino a quando un confidente non aveva passato l’informazione giusta.
Il figlio di Cardinale soffriva di attacchi epilettici, e quella mattina il padre lo avrebbe accompagnato al policlinico per una Tac al cervello.
Erano in tre: il brigadiere Sportelli, il carabiniere scelto Montemurro e Fenoglio. Parcheggiarono la Ritmo a una ventina di metri dall’ingresso della clinica neurologica e, proprio come aveva detto l’informatore, alle undici arrivarono Cardinale, la moglie e il bambino.
– Eccoli, – disse Sportelli, estraendo la pistola e aprendo la portiera.
– Che fai con quella?
Il brigadiere rimase con una mano sulla maniglia e l’altra sul calcio dell’arma.
– Non lo andiamo a prendere?
– Vuoi sparare al bambino?
– Che significa?
Fenoglio ignorò la domanda.
– Tu aspettaci qui, – disse al carabiniere scelto Montemurro. – È improbabile che succeda, ma se Cardinale dovesse uscire da solo, magari di corsa, fermalo –. Poi disse a Sportelli: – Noi entriamo, ma quella falla sparire, ché mi rende nervoso.
Nell’atrio della clinica chiesero a un infermiere dove si facessero le Tac e quello indicò un corridoio che terminava in una sala d’attesa. Cardinale era seduto con la testa fra le mani. Si accorse del maresciallo quando gli si sedette accanto e gli toccò la spalla.
– Ciao, Lorenzo.
’U tuzz’ ebbe un lieve sussulto. Poi si voltò e si strinse nelle spalle in un impercettibile gesto di rassegnazione.
– Buongiorno, maresciallo.
– Come sta il bambino?
– Non lo sappiamo. Adesso stanno facendo la… come si chiama… la Tac. Mia moglie sta con lui, lí dentro. Ha gli attacchi epilettici e non sanno perché. Dice che può essere un tumore…
Rimasero in silenzio qualche minuto, guardando tutti e due un punto imprecisato davanti a loro.
– Ti devo arrestare, lo sai, vero?
– Lo so. Per piacere, fatemi prima sentire come sta mio figlio. Fatemi parlare con il dottore e poi me ne vengo con voi.
Fenoglio annuí. Poco dopo si affacciò un medico.
– Signor Cardinale…
’U tuzz’ guardò Fenoglio, che gli fece un cenno col capo.
– Ti aspetto qua. Non mi fare scherzi.
Cardinale si alzò e scomparve dietro una porta bianco crema mentre il brigadiere seguiva la scena esterrefatto.
– Maresciallo…
– Non ti preoccupare, adesso torna e ce ne andiamo tutti insieme in caserma.
– E se esce da dietro, da qualche parte?
– Se esce da dietro facciamo insieme una bella relazione in cui raccontiamo quello che è successo, chiarendo che è tutta colpa del maresciallo Pietro Fenoglio. Stai tranquillo.
Un quarto d’ora dopo la porta color crema si aprí di nuovo. Ne uscirono Cardinale e la moglie, con il bambino fra loro. Fenoglio si alzò, la donna gli tese la mano, lui la strinse delicatamente.
– Grazie, maresciallo.
– Allora, che dice il medico?
– Niente tumore, per fortuna, – rispose Cardinale.
– Dice il dottore che spesso non si sa da dove viene l’epilessia. Deve prendere delle medicine per qualche anno, ma dicono che si guarisce, – aggiunse la moglie.
– Come si chiama questo giovanotto?
– Francesco. Voi avete figli, maresciallo?
Fenoglio scosse la testa. Parve sul punto di dire qualcosa al bambino, poi ci ripensò. Era il momento di chiudere la scena.
– Bene. Adesso credo proprio che dobbiamo andare, – disse Fenoglio.
Cardinale annuí, baciò la moglie e si piegò sulle ginocchia per guardare negli occhi il figlio.
– Uaglio’, papà adesso deve partire con questi suoi amici, per lavoro.
– Quando torni? – chiese il piccolo con un tono serio. Come se avesse capito.
– Presto. Devi fare il bravo, mi raccomando –. E rivolgendosi alla moglie: – Quando vai a casa mi fai un borsone e me lo porti in caserma –. La moglie fece di sí con la testa. Era una abituata a certe richieste e a quel genere di vita. – Mi dovete mettere le manette? – disse poi Cardinale, sottovoce, a Fenoglio.
– Andiamo. Buongiorno, signora.
Erano ancora in macchina e stavano arrivando in caserma quando dalla sala operativa giunse la segnalazione. Confusa, come accade per le morti violente con sospetto di omicidio. Una donna delle pulizie aveva trovato il datore di lavoro morto, in un lago di sangue, nella cucina di casa. Sul posto si stava già portando una pattuglia del nucleo radiomobile.
Sarebbe stata una lunga giornata, pensò Fenoglio.
Primo
Fenoglio incaricò il brigadiere Sportelli di preparare gli atti che riguardavano Cardinale – verbale di notifica dell’ordinanza di custodia, biglietto di carcerazione, nota per la procura e per il giudice – e organizzò un paio di auto. Quella mattina era lui il comandante del nucleo, come maresciallo anziano. Il capitano stava frequentando il corso per diventare maggiore e mancava da mesi; il tenente era un ragazzo cagionevole, si era ammalato e mancava da giorni. In realtà c’era il maresciallo Lombardi, molto piú anziano di lui – molto piú anziano di chiunque – ma la sua presenza era da tempo solo un fatto decorativo. Per cosí dire.
Attraversarono la città, bucando il traffico con i lampeggianti e le sirene, e in un quarto d’ora arrivarono all’indirizzo indicato dalla sala operativa. Era un complesso di edilizia popolare anni Cinquanta, composto di vari edifici, viali e parcheggi interni. Al cancello di ingresso li aspettava un appuntato in divisa che, precedendoli a piedi con passo da bersagliere, ginnico e vagamente ridicolo, li condusse alla palazzina dove era successo il fatto. Davanti al portone c’erano altri carabinieri e una piccola folla di curiosi. Perlopiú persone anziane che parlavano fra loro con espressioni preoccupate.
– Comandi, signor capitano, – disse il piú alto in grado, un brigadiere grasso, strizzato in una divisa che doveva risalire a tempi migliori per la sua linea. Fenoglio non l’aveva mai visto, doveva essere un nuovo arrivo del nucleo radiomobile.
– Non sono il capitano. Sono il maresciallo Fenoglio. Cosa è successo qua?
Il brigadiere esitò. Pareva deluso, come se l’assenza di un ufficiale svalutasse l’importanza del fatto e del proprio intervento, per primo, sulla scena del crimine.
Per la biografia e la bibliografia completa dello scrittore rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Gianrico Carofiglio.
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