In questo articolo trovate la descrizione del libro Il potere del drago di Scarlett Thomas, dei dati sul volume fantasy pubblicato da Newton Compton e un’anteprima dalle prime pagine del libro, sequel di “Il drago verde”.
Il potere del drago di Scarlett Thomas
Edito da Newton Compton Editori nel 27 settembre 2018 • Pagine: 352 • Compra su Amazon
Effie Truelove ha imparato a viaggiare nel mondo magico dell’Altrove, con l’aiuto di preziosi libri incantati. Il suo compagno di classe Maximilian Underwood ha dimostrato, invece, un certo interesse per il Sottomondo, un luogo oscuro e proibito. Quando sia Effie che Maximilian svaniscono improvvisamente, i loro amici Raven, Lexy e Wolf non sanno a chi rivolgersi per chiedere aiuto. Il cavallo di Raven, Echo, le ha rivelato che Effie si trova in grave pericolo e c’è poco tempo per agire. Come se non bastasse, la scrittrice Laurel Wilde, la madre di Raven, riceve una strana richiesta da parte del multimiliardario Albion Freake, che non ha intenzione di fermarsi davanti a nulla. Dove sono finiti Effie e Maximilian? E cosa hanno in comune le loro sparizioni? E, soprattutto, il malefico piano di Albion può essere fermato?... → CONTINUA SU AMAZON
Dov’era finita quella maledetta ragazzina? Probabilmente in giro a divertirsi con la “magia” insieme a quegli altri illusi dei suoi amici – quel ciccione quattrocchi e quell’altra che indossava camicie da notte tutto il tempo. Be’, di sicuro Effie avrebbe passato un bel guaio non appena fosse tornata a casa. Doveva essere sgattaiolata in soffitta, dedusse Orwell, per prendere quel libro. Non riusciva a trovare I Prescelti di Laurel Wilde da nessuna parte. E al momento quella era la prima causa della sua infelicità.
Come molte infelicità, quella di Orwell Bookend era cominciata quando la prospettiva di una vita felice gli era stata fatta dondolare di fronte agli occhi per poi essere ferocemente spazzata via. E questo era accaduto più o meno quarantacinque minuti prima. Era in macchina e stava tornando dall’università, quando alla radio era stato annunciato un concorso.
Orwell Bookend adorava i concorsi. Non lo ammetteva facilmente, ma lo rendevano persino felice. Be’, finché non perdeva. Ogni venerdì risolveva l’enigmatico cruciverba a premi del «Gazzettino della Città Vecchia» e lo inviava per posta a un indirizzo ai Confini. Il costo dei francobolli nel corso degli anni aveva di gran lunga superato il valore dell’eventuale vincita, che consisteva in un buono da quindici sterline da spendere in libreria, ma Orwell non aveva intenzione di rinunciare. Avrebbe vinto quel buono, e l’avrebbe incorniciato e appeso nel suo ufficio.
La seconda cosa che rendeva felice Orwell era fare soldi, attività per cui tuttavia non era particolarmente portato (come dimostrava la questione del buono per la libreria). Se solo fosse riuscito a trovare quel libro – la prima edizione de I Prescelti che Aurelia aveva regalato a Effie tanti anni prima – avrebbe avuto l’occasione di vincere un concorso e fare soldi. O almeno così avevano detto alla radio. Chiunque avesse l’immensa fortuna di possedere una copia originale de I Prescelti doveva portarla al municipio venerdì, dove avrebbe ricevuto un compenso di cinquanta sterline e la possibilità di aggiudicarsi una fornitura elettrica illimitata. L’edizione economica invece la potevi scambiare per dieci sterline.
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Cinquanta sterline erano diventate una bella somma da quando c’era stato il terramoto, cinque anni prima. Da allora l’economia – come tanti altri sistemi complessi – aveva iniziato a zoppicare e fare le bizze. Sembrava proprio che non avesse più alcuna intenzione di seguire un mucchio di stupide regole matematiche. Certo, cinquanta sterline erano una bella cifra oggi, ma domani?
Una fornitura elettrica a vita, invece! Quello sì che era un premio che valeva la pena vincere. In fondo nessuno, nemmeno i ricconi, aveva accesso illimitato all’elettricità. Quantomeno non dal terramoto. Be’, nessuno a parte Albion Freake, l’unico uomo al mondo a possedere tutta l’elettricità. E adesso per qualche motivo la sua azienda, l’Albion Freake Inc., aveva deciso di mettere in palio un premio di quella portata. Insieme a tutti quei soldi, poi. Orwell Bookend non doveva far altro che trovare quel libro. Certo, non che fosse suo, tecnicamente. Era di Effie. Ma la cosa non lo disturbava affatto.
Il dottor Green aveva proprio la testa a forma di patata. E non una bella patata normale, lavata, spellata e pronta per la cottura, ma una vecchia patata rinsecchita e con la buccia rugosa, lasciata maturare in mezzo alla terra per troppo tempo e che anche dopo essere stata bollita aveva ancora dei bizzarri ciuffi sulla punta. Secondo Maximilian Underwood i capelli radi sembravano proprio delle radici temerarie che avevano deciso di sfidare la luce ed erano finite morte stecchite.
Il dottor Green era nel bel mezzo di una storia educativa – il peggior tipo di storia, secondo il ragazzo: raccontava di una povera bambina a cui una misteriosa befana dalla schiena ricurva aveva regalato al mercato un vecchio paio di scarpe da corsa semidistrutte.
«La vecchia signora sussurra alla bambina che quelle scarpe sono magiche», diceva il dottor Green con una voce vellutata, umida e oleosa come la margarina. Maximilian sapeva già come sarebbe andata a finire. Chiunquel’avrebbe capito. Il giorno dopo la bambina mette le scarpe e vince una corsa stabilendo un nuovo record di velocità. Poi viene scoperta da un importante allenatore che la supplica di indossare un paio di scarpe migliori. Ma lei ovviamente si rifiuta di mettere ai piedi qualsiasi cosa a parte le sue logore scarpe “magiche”. Alla fine, però, succede l’inevitabile. Un rivale della ragazza le ruba le scarpe e le nasconde. E lei è costretta a correre con un altro paio normale. E ovviamente vince lo stesso. Morale: non era mai stato merito delle scarpe. Fine.
«Adesso», disse il dottor Green una volta finita la storia. «Alcuni spunti di riflessione».
Raggiunse la lavagna a rotelle che durante la settimana viveva chiusa nell’armadio e usciva soltanto il lunedì notte per quelle lezioni di magia di base, riservate ai Neofiti – ovvero gente reduce da una recente epifania, per lo più bambini. Era il primo corso per Maximilian. In cuor suo, aveva sperato di trovare almeno dei calderoni bollenti; con un po’ di fortuna, persino qualche oggetto infuocato che volava qua e là per la stanza. Ma no. Era tutto molto più noioso.
La lavagna riportava una lista di cose proibite ai Neofiti. Fino a quel momento, i divieti erano stato l’argomento principe di quasi tutte le lezioni.
1. I NEOFITI NON DEVONO MAI ESERCITARE LA MAGIA SENZA LA SUPERVISIONE DI UN ADEPTO (O LIVELLO SUPERIORE).
2. AI NEOFITI È PROIBITO POSSEDERE UNA GRAZIA SENZA L’ESPLICITO CONSENSO DELLA GILDA DEGLI ARTIGIANI (CHE PUÒ COMUNQUE ESSERE REVOCATO IN OGNI MOMENTO).
3. QUALSIASI GRAZIA PORTATA IN CLASSE DA UN NEOFITA VERRÀ CONFISCATA.
4. AI NEOFITI È PROIBITO DISCUTERE DI MAGIA AL DI FUORI DELLA CLASSE.
5. I NEOFITI CHE VIAGGERANNO O TENTERANNO DI VIAGGIARE NELL’ALTROVE SARANNO SEVERAMENTE PUNITI.
6. AI NEOFITI È PROIBITO SCAMBIARE GRAZIE, MAPPE, INCANTESIMI, INFORMAZIONI O CONOSCENZE DI QUALSIASI TIPO LEGATE AL MONDO MAGICO O ALL’ALTROVE.
7. I NEOFITI NON DEVONO PARLARE DELL’ALTROVE A NESSUNO E IN NESSUN MOMENTO.
8. I NEOFITI NON DEVONO PARLARE NESSUNA LINGUA DELL’ALTROVE. VIOLARE QUESTA NORMA COMPORTA SEVERE PUNIZIONI.
Era persino peggio della scuola normale. E faceva pure più freddo. Le lezioni settimanali del dottor Green si tenevano in una polverosissima sala parrocchiale, con i pavimenti di legno e dei giganteschi termosifoni che scricchiolavano e grugnivano di continuo senza mai emettere un soffio di calore. C’era una vecchia luce fluorescente che brillava debolmente nei brevi periodi in cui l’elettricità era disponibile. Ma la stanza era quasi totalmente illuminata dalle lanterne.
Maximilian esaminò di nuovo la lista. In realtà aveva già fatto gran parte delle cose proibite. E non gliene importava un fico secco.
La sua amica Effie Truelove in pratica le aveva fatte tutte. Lei era già stata nell’Altrove. Da parte sua Maximilian andava piuttosto fiero di aver fatto un paio di cosette che non erano neppure citate nella lista: per esempio, tentare di viaggiare nel Sottomondo e leggere nella mente.
Scarlett Thomas
Scarlett Thomas (nata a Hammersmith, 1º luglio 1972) è una scrittrice britannica. Oltre all’attività di scrittrice, si occupa anche di recensire libri per le riviste Literary Review, Independent on Sunday e Scotland on Sunday.