Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Le prime luci del mattino di Fabio Volo. Il romanzo è pubblicato in Italia da Mondadori con un prezzo di copertina di 11,50 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto) ed è disponibile in eBook al prezzo di euro 7,99.
Le prime luci del mattino: trama del libro
Elena non è soddisfatta della sua vita. Il suo matrimonio si trascina stancamente, senza passione né curiosità. Suo marito è diventato ormai come un fratello: “Non viviamo insieme, insieme ammazziamo il tempo. Abbiamo stupidamente pensato che due infelicità unite potessero dar vita a una felicità”. Ha sempre deciso in anticipo come doveva essere la sua vita: la scuola da fare, l’università, l’uomo da sposare… perfino il colore del divano. È diventata moglie prima di diventare donna. Finché un giorno sente che qualcosa inizia a scricchiolare. La passione e il desiderio si affacciano nella sua quotidianità, costringendola a mettersi in discussione. Elena si rende conto che un altro modo di vivere è possibile. Forse lei si merita di più, forse anche lei si merita la felicità. Basta solo trovare il coraggio di provare, di buttarsi, magari di sbagliare. “Per anni ho aspettato che la mia vita cambiasse, invece ora so che era lei ad aspettare che cambiassi io”.
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Ho molti sospetti su di me. Ho paura che la mia vita sia un lungo malinteso. Forse non sono la donna che credo di essere.
Sono i pensieri che ho fatto questa mattina appena mi sono svegliata, dopo aver tentato di ricordarmi ogni particolare di ciò che avevo appena sognato: era una domenica pomeriggio d’estate, indossavo una maglietta che arrivava appena sopra le ginocchia e stendevo della biancheria sul balcone di una casa di ringhiera. Sentivo dall’appartamento di fronte un picchiettio di rasoio che batteva sul lavandino. All’improvviso dalla porta di fronte è uscito un uomo e si è acceso una sigaretta. Aveva i capelli pettinati indietro ancora bagnati, indossava una canottiera bianca e un paio di pantaloni color nocciola. Mi ha sorriso e ci siamo salutati: “Ricordati che vieni a cena da me questa sera”. Sono entrata in casa per scegliere il vestito da indossare.
Ero emozionata, eccitata e felice. Quando sono arrivata davanti alla sua porta, lui mi ha presa per mano e mi ha guidata dentro. La casa era quella in cui sono cresciuta.
“Abitavo qui una volta, lo sai?”
“Certo che lo so.”
Mi sono guardata attorno e tutto era come quando ero bambina. Perfino l’orologio arancione appeso al muro. Lui si è avvicinato, mi ha preso il viso tra le mani, mi ha annusato il collo. Ho provato un brivido. Poi, mentre stava quasi per baciarmi sulle labbra, è suonato il campanello.
In quel momento ho aperto gli occhi: era la sveglia di Paolo. Sapevo che avrebbe suonato per altre due volte, a intervalli di dieci minuti.
Il sogno era ancora vivo in me: la sensazione di libertà, l’emozione dell’appuntamento, l’eccitazione dell’incontro. Mi sono voltata a guardare mio marito che dormiva e l’ho osservato per qualche minuto. Nel sogno non ho mai pensato di essere sposata e di non poter accettare quell’invito.
Sono andata in bagno, mi sono fatta la doccia e mi sentivo ancora la donna del sogno. Nell’ultimo periodo una voce interna mi confonde, mina le mie certezze, mi rende insicura e indecisa e quello che ho provato questa notte in sogno certo non mi aiuta.
Oggi pomeriggio mi sono ricordata quale vestito indossavo nel sogno: l’ho comprato l’anno scorso ma non l’ho mai messo perché quando l’ho riprovato a casa non mi sono più piaciuta. Dopo cena l’ho tirato fuori dall’armadio e guardandolo mi sono chiesta se fosse veramente il vestito a essere sbagliato.
15 gennaio
Sono contenta quando faccio fatica a trovare parcheggio. In quest’ultimo periodo mi capita spesso di fare lunghe telefonate in macchina con Carla pur di non salire subito a casa. È sempre stato così con lei, fin dai tempi del liceo: non ho bisogno di spiegarle il mio umore, le basta sentire la mia voce per capire già tutto. Poi scendo dall’auto, passeggio verso casa e spero che lui non sia ancora tornato, per avere quei piccoli quarti d’ora di solitudine che mi fanno bene. Se invece so che è già arrivato, cammino lentamente. Quando entro in casa, cerco di nascondere il disagio che mi porto dentro. Così, senza rendermene conto, ho imparato a recitare, a fingere, soprattutto a imitare. Imito l’idea di moglie che ho in testa; imito le mie amiche innamorate e felici; imito la me sposata dei primi tempi che non sono più capace di essere. Tutto questo per evitare che lui possa vedere in me un’inquietudine interiore, un eccesso di tristezza. Molte volte ho paura, aprendo la porta, di tornare a casa priva di sentimenti per lui.
Prima di entrare faccio sempre un lungo respiro e indosso una maschera. Certi giorni ho l’impressione che capisca quando fingo e non dica nulla. A forza di fingere, a volte non so più nemmeno quale sia la verità.
Com’è potuto succedere? Eravamo così sicuri del nostro amore. Ricordo come fosse ieri il giorno del matrimonio. Ricordo i preparativi, l’eccitazione per ciò che insieme stavamo facendo. Avevo sempre sognato quel giorno. Nella mia testa c’era sempre stato un marito, era quello che avevo sempre voluto. Dovevo solo scoprire chi fosse.
Avevo già preso la decisione di sposarmi prima ancora di incontrare Paolo. Ho sempre pensato che sarei diventata donna solamente grazie a un marito. Ero una donna felice, come potevo non esserlo? Con il matrimonio stavo prenotando un futuro tranquillo, scacciando per sempre la paura della solitudine. Per questo eravamo felici, e non solo noi: tutti sembravano esserlo. Ora mi chiedo se fosse una coincidenza o se invece guardavo la mia vita con i loro occhi.
Tutto era chiaro e candido, come le lenzuola del letto matrimoniale su cui avremmo dormito e fatto l’amore per il resto della nostra vita.
I primi tempi ero così entusiasta, mi bastava poco per sentirmi appagata: comprare due scodelle colorate per la colazione, gli strofinacci da cucina bianchi con il bordo azzurro, un cuscino per il divano, gli asciugamani nuovi per il bagno.
Forse è sempre stato tutto solo nella mia testa. Infatti, a ben guardare, non abbiamo quasi mai usato molte di quelle cose, che sono ancora praticamente come nuove: la pentola wok, i bicchieri per lo champagne, le tazze da tè giapponesi, la pentola per la bourguignonne…
La nostra casa è piena di candele mai accese. Come noi due. Lo stoppino è ancora bianco.
Prima di sposarmi immaginavo la mia vita con Paolo, di parlare con lui tutte le sere e raccontargli la mia giornata, quello che avevo fatto e che sognavo di fare insieme a lui. Immaginavo le cene a casa con gli amici, poi le risate di complicità mentre sparecchiavamo la tavola dopo che tutti se ne erano andati. Immaginavo le serate soli in casa a guardare un film sul divano abbracciati sotto la trapunta. Nella realtà non è accaduto quasi nulla di tutto ciò che avevo sognato. Di chiacchierate ne abbiamo fatte sempre meno, tanto che alla fine mi sono convinta che in fondo non è necessario parlare molto quando ci si ama. Con il passare degli anni è sicuramente meno faticoso sopportare il silenzio che un discorso che non interessa più.
Alcuni argomenti nel tempo sono diventati tabù, e così per paura di dire troppo abbiamo finito col dire poco. A volte mi chiedo se non siano tutte queste cose non dette ad averci allontanato. Le priorità e le urgenze sono cambiate al punto di dimenticare tutto ciò che si desiderava.
Ora le mie giornate sono tristi senza che trapeli nulla. Lui confonde la mia tristezza con la stanchezza.
Nulla mi sorprende più: né Paolo, né la vita, né me stessa.
Mi chiedo quando il futuro che avevo immaginato ha iniziato a sbiadire e dove sono finiti i sogni che avevo il giorno del matrimonio.
Forse c’è qualcosa di peggio dei sogni svaniti: la non voglia di sognare ancora. Ci siamo spenti lentamente, assopiti senza nemmeno rendercene conto. Prima abbiamo svuotato il futuro, poi abbiamo iniziato a fare lo stesso con il quotidiano, con il presente. Quando non riesci a ottenere quello che vuoi, finisci per amare ciò che puoi.
Mio marito è diventato un fratello, ma nonostante questo non riesco a lasciarlo. Vedo tutto quello che non va, però sono bloccata. Sogno di svegliarmi e di essere un’altra donna, che vive una vita diversa dalla mia. Eppure se lasciassi perdere tutto so che ne soffrirei.
Per la biografia e la bibliografia completa del conduttore e scrittore italiano rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Fabio Volo.
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