Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Una ragazza inglese di Beatrice Mariani. Il romanzo è pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer, con un prezzo di copertina di 16,90 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto)
Una ragazza inglese: trama del libro
È un tardo pomeriggio di giugno quando Jane raggiunge il cancello della villa dove passerà l’estate. Per lei, diplomata a pieni voti in Inghilterra, lavorare come ragazza alla pari per una ricca famiglia romana è un modo per mettere da parte qualche soldo, ma soprattutto il primo passo verso un futuro che intende scegliere da sola. Gli zii, unici parenti rimasti, la vorrebbero indirizzare a studi di economia, un percorso sensato che garantisce un solido avvenire. Ma lei non può dimenticare che i suoi genitori hanno seguito la loro passione a costo della vita, e la passione di Jane è il disegno, non i numeri. A nemmeno vent’anni, ha imparato a dar retta più al cuore che alla ragione. Il cuore, fin dal loro primo rocambolesco incontro, la spinge verso il suo datore di lavoro, Edoardo Rocca, un uomo d’affari dal fascino misterioso, zio del bambino di cui lei si deve occupare. È bello, sicuro di sé, sfuggente. Jane ne è intimorita, ma al tempo stesso attratta. Lui appartiene a un altro mondo, lo sa bene, eppure sente un’affinità che nessuna logica può spiegare. Basta una notte insonne perché si accenda una passione che sfida il buonsenso e la convenienza, non solo per la differenza di età, ma anche perché c’è qualcosa che Edoardo nasconde, segreti ed errori che stanno per travolgerlo. E, quando questo accadrà, per Jane sarà troppo tardi per mettersi in salvo.
Edito da Sperling & Kupfer nel marzo 2018 • Pagine: 288 • Compra su Amazon
È un tardo pomeriggio di giugno quando Jane raggiunge il cancello della villa dove passerà l'estate. Per lei, diplomata a pieni voti in Inghilterra, lavorare come ragazza alla pari per una ricca famiglia romana è un modo per mettere da parte qualche soldo, ma soprattutto il primo passo verso un futuro che intende scegliere da sola. Gli zii, unici parenti rimasti, la vorrebbero indirizzare a studi di economia, un percorso... → CONTINUA SU AMAZON
In ebook Una ragazza inglese (in pdf, epub e mobi) può essere acquistato al prezzo di euro 9,99.
Dormivano sicuramente tutti.
Si alzò, sentì la testa che le girava appena, non aveva chiuso occhio. Inciampò in un flaconcino di metallo. Doveva essere caduto dalla borsa quando aveva infilato tutto in valigia, frenetica. Lo sentì rotolare sul pavimento. Non le importava riprenderlo, le importava solo che non si svegliasse Nicholas. Era per lui che non riusciva a decidersi a uscire. Non sopportava il pensiero di non salutarlo.
L’orologio segnava le quattro e quarantacinque.
Jane riprese a torcersi le mani e sentì che una nuova ondata di singhiozzi stava per assalirla. Accese piano la luce sul comodino, timorosa che persino quel clic potesse attirare l’attenzione. Tirò fuori il portafoglio, contò ancora i soldi.
Marina aveva detto: Lo faranno uscire di mattina presto, per evitare i fotografi. Chiuse gli occhi e lo rivide sul letto, accanto a sé. E poi, di nuovo, la felpa azzurra, l’ultimo sguardo.
Afferrò un foglio dalla scrivania e cercò una penna nei cassetti. Non la trovò. Usò il pennarello verde che scriveva a stento. Calcò più che poteva, in stampatello.
CIAO NICK, SONO DOVUTA ANDARE VIA PERCHÉ DEVO FARE UN ALTRO ESAME PER ENTRARE ALL’UNIVERSITÀ. SE TI SVEGLI CI SONO MAMMA E LEA
E Marina? Ci aveva pensato tutta la notte, senza riuscire a farsi venire una sola idea. Riprese a scrivere.
TI VOGLIO BENE, CI VEDIAMO PRESTO
JANE
Ci disegnò vicino le loro due faccette stilizzate, poi scoppiò a piangere di nuovo.
Digitò i tasti per disattivare l’allarme, sfiorandoli appena. Non si tirò il portone alle spalle, non ancora. Aveva lasciato le chiavi sul tavolo della cucina, non sarebbe più potuta rientrare. Rabbrividì guardando il cielo scuro e stellato. Il vento muoveva leggermente le foglie del parco, la luna era nascosta da qualche nuvola. Inviò un messaggio al numero dei taxi. Un bipimmediato le annunciò la risposta. «Taxi trovato!!! È in arrivo Perugia 11 in nove minuti.» Si sedette sul gradino spiando la strada. I motori delle macchine si avvertivano in lontananza, poche, ma tutte veloci. Le sembrò di cogliere un colpo secco, vicino al pergolato. Balzò in piedi e afferrò la valigia con entrambe le mani. Tese le orecchie, poteva sentire le cicale e anche il leggero movimento del gommoncino che navigava placido in piscina. Con una mano si aggrappò alla maniglia, pronta a rientrare, e la valigia le cadde a terra con un tonfo sordo. Si chinò a raccoglierla e udì lo stesso rumore di prima, come qualcosa che scatta.
«Chi è?» chiese con voce strozzata.
Lo scatto si ripeté per la terza volta e i beccucci sparsi per tutto il giardino cominciarono pigramente a innaffiare. Jane sospirò sollevata, guardando un uccellino bagnato che zampettava sui lastroni di pietra. Una macchina girò in cima alla curva e si avviò per la discesa, verso l’ingresso. Jane trasalì e si ritrasse nel buio, aspettando con la gola stretta di capire chi potesse essere. I nove minuti non erano passati. E nove erano troppo pochi. Per trovare il viottolo e il civico bisognava avere il navigatore, a Roma non tutti i taxi li usavano. Jane cercò di calmarsi e osservò i fari scendere, superare il cancello e andare oltre. I battiti si placarono e si rilassò, ma durò poco. Altri fari comparvero lassù, pronti anche loro a scendere verso la villa. E questa volta rallentando. A Jane sembrò che il cuore si fermasse, la mano incollata alla maniglia. Ti prego, Perugia 11, vienimi a prendere e portami via da qui. La macchina si fermò davanti alla villa senza spegnere il motore e Jane riconobbe l’insegna luminosa. Senza più pensarci, chiuse il portone e corse velocemente verso la grande inferriata. Si era fermato proprio davanti. L’autista non poteva vederla, ma passare da lì era impossibile, il cancello elettrico avrebbe fatto troppo rumore. Se non l’avesse raggiunto in tempo, però, non avrebbe più saputo che fare. Cercò di attirare l’attenzione agitando le braccia, mentre usciva dal piccolo portoncino laterale più che veloce che poteva. Arrivò un attimo prima che la macchina riprendesse a muoversi. Il tassista, vedendola comparire come uno spettro accanto al finestrino, fece un salto sul sedile, poi la guardò sospettoso.
«Mi ha chiamato lei?»
Jane era senza fiato e annuì, tenendo d’occhio la parte alta della strada. Dio, fa’ che non arrivi proprio adesso.
Il tassista continuava a scrutarla, lei cercò di ricomporsi.
«Dov’è che andiamo?» le chiese scontroso, senza sbloccare le portiere.
Jane sospirò, ma si rese conto che se gli avesse messo fretta sarebbe sembrata ancora più strana.
«Alla stazione.»
«Quale stazione?» insistette lui, severo. Era un uomo sulla sessantina, con pochissimi capelli.
«Termini.»
«Deve prendere un treno a quest’ora?»
Jane cercò di non perdere la pazienza.
«Sì, devo essere a Milano molto presto.» Tentò di mostrarsi controllata, si augurò che nel buio non notasse gli occhi gonfi e le occhiaie.
Li notò.
«È sicura di stare bene, signorina?»
Jane sentì le lacrime risalire. I rumori delle auto lontane erano un tormento. Poteva arrivare in qualsiasi momento.
«Io ho fretta», disse più decisa. «E non capisco quale problema possa esserci.»
«Quanti anni ha?» le chiese allora lui.
L’aveva presa per una adolescente in fuga. Probabilmente in quella zona da ricchi le adolescenti fuggivano chiamando il taxi. Di certo non voleva passare guai.
«Venti», rispose secca. Non li aveva ancora compiuti e sapeva di non dimostrarli. «Le devo dare i documenti o preferisce che chiami un altro taxi?» aggiunse, più ferma.
Lui la guardò storto, ma fece scattare le sicure. Uscì e, con molta calma, andò ad aprire il portabagagli per metterci la sua valigia. Jane si affrettò a salire. Avrebbe voluto dirgli di sbrigarsi e di non fare rumore, invece si accucciò sul sedile, così che da fuori non potessero vederla, se mai qualcuno si fosse affacciato.
Non riuscì ad alzare gli occhi verso la casa. Il nodo che aveva alla gola era una morsa. Se non guardo, soffrirò meno.
Il tassista finalmente era rientrato e stava riaccendendo il motore.
«Allora Termini?» le chiese con tono stanco.
Jane rispose sì con una voce che non le parve la sua.
«Avanti di qua da qualche parte esco?» le chiese ancora l’uomo, indicando la stradina buia.
Jane nemmeno capì di cosa stesse parlando e dovette scuotersi per concentrarsi.
«Sì, sì, vada, la guido io», gli rispose.
L’uomo partì e lei continuò a tenere la testa voltata, dentro un dolore profondo che era certa avrebbe provato per sempre. La macchina si avviò con prudenza, la strada era sconnessa. In lontananza si sentì il rumore di un altro motore in arrivo. Jane tenne gli occhi fissi davanti a sé, mentre avanzavano tra i rami scuri.
Ti amo, non potrò mai amare nessuno quanto te.
«È giusto di qua?» chiese ancora il tassista dubbioso prima di svoltare in una strada laterale. Il cartello con scritto ROMA CENTRO si vedeva pochissimo.
«Sì, sì, le ho detto di andare», scattò Jane. Il tassista le gettò un’occhiata preoccupata nello specchietto.
La città era deserta, arrivarono a Termini in poco più di venti minuti.
Jane pagò la corsa a testa bassa, sentendo su di sé lo sguardo diffidente dell’uomo.
«Stia attenta, non girano belle facce», le disse lui.
Si affrettò a entrare tastando con la mano la tasca in cerca del biglietto stampato a casa. Mancava ancora un’ora. Era quasi tutto chiuso, a parte qualche bar e un’edicola.
Non riuscì a resistere alla tentazione e si avvicinò. Il proprietario stava scaricando le riviste appena uscite, ancora impilate e legate con un nastro di plastica.
La foto di Roberta era su una copertina, più bella che mai.
Tutti i retroscena dello scandalo che fa tremare la buona società, era scritto in grande. E sotto: Parla la moglie: Ho fatto di tutto per non perderlo.
«Le serve qualcosa?» le chiese il giornalaio.
«Devo solo buttare questo», rispose, con un sorriso forzato, indicando il cestino per la spazzatura lì accanto. In mano aveva un foglio, accartocciato. Il ritratto.
Non lasciarmi solo. Continua a proteggermi, Jane.
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