La trama del grande romanzo di Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray e un estratto dal libro, la cui prima pubblicazione risale al 1890.
Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde
Edito da Feltrinelli • Pagine: 261 • Compra su Amazon
Dorian Gray, un giovane di straordinaria bellezza, si è fatto fare un ritratto da un pittore. Ossessionato dalla paura della vecchiaia, ottiene, con un sortilegio, che ogni segno che il tempo dovrebbe lasciare sul suo viso, compaia invece solo sul ritratto. Avido di piacere, si abbandona agli eccessi più sfrenati, mantenendo intatta la freschezza e la perfezione del suo viso. Poiché Hallward, il pittore, gli rimprovera tanta vergogna, lo uccide. A questo punto il ritratto diventa per Dorian un atto d'accusa e in un impeto di disperazione lo squarcia con una pugnalata. Ma è lui a cadere morto: il ritratto torna a raffigurare il giovane bello e puro di un tempo e a terra giace un vecchio segnato dal vizio. LEGGI LE RECENSIONI SU AMAZON
– Tutti i giorni. Non sarei felice se non lo vedessi ogni giorno. Mi è assolutamente necessario.
– Straordinario! Pensavo che non ti sarebbe mai importato di nulla se non della tua arte.
– Egli è tutta la mia arte, ora, – disse il pittore, gravemente.
– Talvolta penso, Harry, che ci siano soltanto due ere importanti nella storia del mondo. La prima è l’apparizione di un nuovo mezzo artistico, la seconda è l’apparizione di una nuova personalità artistica. Quello che l’invenzione della pittura a olio fu per i Veneziani, fu il volto di Antinoo per la tarda scultura greca, e un giorno sarà per me il volto di Dorian Gray. Non è soltanto che il mio modello è lui, nella pittura, nel disegno, negli abbozzi. Certo ho fatto tutto questo, ma lui è per me molto di piú di un modello che posa. Non ti dirò di essere insoddisfatto del lavoro che ho svolto con lui, o che la sua bellezza è tale che l’arte non può esprimerla. Non c’è nulla che l’arte non possa esprimere, e so che il lavoro che ho fatto da quando ho incontrato Dorian Gray è buono, è il lavoro migliore che io abbia fatto. Ma, in qualche modo curioso – mi chiedo se mi capirai – la sua personalità mi ha spinto verso uno stile assolutamente nuovo. Vedo le cose in modo diverso, penso ad esse in modo diverso. Ora posso ricreare la vita in un modo che prima mi era celato. «Un sogno di forma in giorni di pensiero»; chi l’ha detto? Non ricordo; ma è quello che Dorian Gray è stato per me. La semplice presenza visibile di questo ragazzo, perché tale mi sembra malgrado abbia piú di vent’anni, la sua sola presenza visibile – ah, mi chiedo, sai tu che cosa significa? Inconsciamente egli definisce per me i tratti di una nuova scuola, una scuola che dovrà avere in sé tutta la passione dello spirito romantico e tutta la perfezione dello spirito greco. L’armonia del corpo e dello spirito è cosí importante! Nella nostra follia abbiamo separato l’uno dall’altro e abbiamo inventato un realismo volgare e un vacuo idealismo. Harry! se tu sapessi che cosa è per me Dorian Gray! Ti ricordi di quel mio paesaggio per il quale Agnew mi offrí un compenso cosí alto, ma dal quale non volli separarmi? È una delle cose migliori che io abbia mai fatto. E perché? Perché, mentre lo dipingevo, Dorian Gray mi sedeva accanto. Un sottile influsso mi veniva da lui, e per la prima volta in vita mia io vidi in un terreno boscoso la meraviglia che avevo sempre cercato senza trovarla.
– È straordinario, Basil! Devo vedere Dorian Gray.
Hallward si alzò e camminò avanti e indietro nel giardino. Dopo un po’ tornò indietro. – Dorian Gray, per me, è unicamente un motivo artistico. Forse non vedresti nulla in lui, ma io ci vedo tutto. Non è mai piú presente nella mia opera di quando in essa non vi è alcuna immagine di lui. Come ho detto, egli è un suggerimento di una nuova maniera. Lo ritrovo in certe linee ondulate, nella dolcezza e nella sottigliezza di certi colori. Ecco tutto.
– E allora, perché non vuoi mostrare il suo ritratto? – chiese lord Henry.
– Perché, senza volerlo, vi ho messo qualche espressione di tutta quell’idolatria artistica della quale, certo, non ho mai inteso parlargli. Lui non sa nulla di questo. Ma la gente potrebbe indovinarlo; e non esporrò la mia anima ai loro occhi futili e curiosi. Il mio cuore non sarà mai sotto il loro microscopio. C’è troppo di me in esso, Harry – troppo di me!
– I poeti non hanno i tuoi stessi scrupoli. Sanno quanto la passione sia utile per pubblicare. Al giorno d’oggi un cuore spezzato verrà ristampato piú volte.
– Li odio per questo, – esclamò Hallward. – Un artista dovrebbe creare cose bellissime, ma non dovrebbe mai mettervi nulla della propria vita. Viviamo in un’epoca nella quale gli uomini trattano l’arte come se fosse materiale autobiografico. Abbiamo perso il senso astratto della bellezza. Un giorno mostrerò al mondo che cosa esso sia; e per tal motivo il mondo non vedrà mai il ritratto di Dorian Gray.
– Penso che tu abbia torto, Basil, ma non discuterò con te. Solo chi è intellettualmente perso si mette a discutere…
Oscar Wilde
Oscar Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900) è stato uno scrittore, aforista, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese.
Autore dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea, ma sostanzialmente molto raffinata ed incline alla ricerca del bon mot, con uno stile talora sferzante e impertinente egli voleva risvegliare l’attenzione dei suoi lettori e invitarli alla riflessione. È noto soprattutto per l’uso frequente di aforismi e paradossi; e sue opere, tra le quali – in particolare – i suoi testi teatrali, sono considerate dai critici dei capolavori del teatro dell’Ottocento.
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