Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Roderick Duddle di Michele Mari. Il romanzo è pubblicato in Italia da Einaudi con un prezzo di copertina di 14,00 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto)
Roderick Duddle: trama del libro
Figlio di una prostituta, Roderick cresce tra furfanti e ubriaconi all’Oca Rossa, fumosa locanda con annesso bordello. Quando la madre muore, il proprietario pensa bene di cacciarlo: quello che entrambi ignorano è che nel destino di Roderick è nascosta un’immensa fortuna, e quel medaglione che porta al collo ne è la prova. Il ragazzino si ritrova alle calcagna una folla di balordi, mentecatti, loschi uomini di legge e amministratori, assassini, suore non proprio convenzionali – ognuno deciso a impadronirsi in un modo o nell’altro di una parte del bottino. E cosí Roderick fugge, per terra e per mare, in un crescendo di imprevisti, omicidi, equivoci e false piste.
Approfondimenti sul libro
L’ebook di Roderick Duddle (pdf, epub e mobi) può essere acquistato al prezzo di 6,99 euro.
«In verità… io… mi chiamo Michele Mari».
«Mi prendi per scemo? Affedidio che ti farò assaggiare il mio staffile, pendaglio da forca!»
«Ma davvero, io…»
«Silenzio, canaglia! Non è ancora nato il gaglioffo capace di menare per il naso il vecchio Salamoia, cosa ne dici Scummy?»
«Dico che è cosí, sacramento!», ringhiò l’uomo chiamato Scummy sputando un bolo di tabacco nel fosso.
«Allora moccioso, per l’ultima volta: qual è il tuo nome?»
«Ma ve l’ho detto, io…»
«Io, io! È meno di niente, io! Vedi lo sputo del mio compare? È un qualcosa piú grande di te, capiscimi. E se adesso ci piscio sopra e lo spazzo via, bòn, anche il luccicume lasciato dal mio pisciazzo schifo è un qualcosa piú grande di te, sei d’accordo?»
«D’a… d’accordo».
«D’accordo signore».
«D’accordo, signore».
«Cominciamo a ragionare. Allora, non ti chiami forse… non ti chiami per caso… uh, Roderick?»
«No, signore».
«Certo, certo. E non vieni, sempre per caso, non vieni da Castlerough?»
«Oh no signore, chiunque vi può dire che vengo da Milano».
«Come no, come no! E sarebbe dove, ’sto posto?»
«Come dove? Milano… in Italia…»
«Hai sentito Scummy? Terra del Papa, spidocchiamoci in onore del santo padre!»
«Yuk yuk», fece Scummy sommamente divertito.
«E dimmi un po’, furfantello», riprese l’uomo che si era presentato come Salamoia, «non è forse vero che tua madre è Jenny la Magra, quella che sciacquava i bicchieri all’Oca Rossa?»
«Niente affatto signore, mia madre si chiama Iela Mari, e non ha mai lavorato all’Oca Rossa. È l’autrice dei piú bei libri per bambini che siano mai stati creati in Italia, sapete?»
«Debba crepare se ho mai incontrato un bugiardo piú spudorato di te! Cosí non saresti un bastardo, eh? E che mi dici di tuo padre, visto che non l’hai mai conosciuto?»
«Sí che lo conosco! Si chiama Enzo Mari, ed è un famoso designer!»
«Endsow Murry… che razza di nome sarebbe? Ne hai di fantasia, eh? Ma ti insegnerò io il rispetto, serpentello!»
Ciò detto sollevò in aria il suo staffile di cuoio crudo. Il ragazzo, se era un ragazzo, fece per scappare, ma uno sgambetto di Scummy lo mandò lungo disteso nel fango.
«Tieni! Assaggia e impara!», sbraitava l’uomo percuotendo la figura che si dibatteva nel fango. «Verme schifoso, prendi!»
Il dolore era cosí acuto che per un attimo la vittima si persuase di essere effettivamente un ragazzo. Oca Rossa, Jenny la Magra… Castlerough… I colpi si abbattevano su di lui senza pietà.
«Pietà signore, pietà».
«Bisogna meritarsela, la pietà. Dimmi chi era tua madre».
«Je… Jenny la Magra, signore».
«E sciacquava i bicchieri all’Oca Rossa, e faceva tanti altri bei servizietti, eh Scummy? proprio dei servizietti coi fiocchi!»
«Yuk yuk!»
L’uomo fece schioccare lo staffile frustando l’aria.
«E tuo padre, l’hai mai conosciuto?»
«No, signore, mai».
«Molto bene, davvero moooolto bene. E adesso stai molto attento, perché ti chiederò come ti chiami, e te lo chiederò una volta sola».
Il ragazzo si sfregò via il fango che gli impastava le labbra.
«Roderick, signore, mi chiamo Roderick».
L’Oca Rossa
Di tutti i ritrovi della costa fra Glerenmouth e Cork l’Oca Rossa di Castlerough è fuor di dubbio il piú rinomato. Tuttavia la sua fama non è precisamente di quelle cui aspirerebbe un onesto locandiere: chi ne dubitasse, entri a suo comodo nella taverna in questione in una sera qualsiasi, e dica se ha mai vista riunita in uno stesso luogo una simile risma di ciurmatori, marinai, carrettieri, vagabondi e ubriaconi. Accomunati dalla passione per le carte e per il rhum molti di questi gentiluomini sembrano aver fatto dell’Oca Rossa il proprio domicilio elettivo, e alcuni fra loro vi sono cosí accostumati che si può ben dire facciano ormai parte dell’arredamento. L’origine di questo fenomeno, ove non ci si accontenti di spiegarlo con la forza dell’abitudine insita nell’essere umano, è verosimilmente la venustà, per non dire la procacità, delle cameriere che servono ai tavoli, intrattenendo gli avventori con ogni sorta di lazzi leciti e meno leciti. Alla scelta di tali consolatrici provvedeva personalmente il proprietario della locanda, quel famoso Jeremiah Jones di cui certo il mio informato lettore avrà sentito parlare, e non in modo particolarmente edificante.
Nell’organizzare i propri affari il signor Jones seguiva un metodo che un filosofo moderno non esiterebbe a definire scientifico. Per prima cosa si aggirava là dove giudicava maggiori le probabilità di imbattersi nell’oggetto desiderato, fra i banchi dei mercati o nelle viuzze dei quartieri piú poveri delle cittadine costiere, nelle stalle o lungo i moli. Individuata quella che soleva definire una promessa, cioè una fanciulla fra i dodici e i quindici anni, la assumeva versando ai suoi genitori un numero di monete proporzionale alla loro furbizia e avidità; anzi, a chi non aveva bisogno di braccia non pareva vero di liberarsi di una bocca da sfamare, circostanza che rendeva quel genere di accordo molto simile a una cessione permanente. Tornato all’Oca Rossa con la sua preda, il signor Jones la affidava alla cuoca perché ne facesse una perfetta sguattera. Passato un anno o due, quando riteneva che fosse giunto il momento, questo avveduto imprenditore promuoveva la ragazza a cameriera, non prima di averla opportunamente ripulita e acconciata, e soprattutto istruita sul contegno da tenere, o piuttosto non tenere, nello svolgimento delle proprie mansioni. L’evoluzione da sguattera a cameriera comportava anche il passaggio da un giaciglio rimediato alla meglio in cucina a una stanzetta al piano superiore; qui, sopra un grande pagliericcio, dormivano dalle due alle tre ragazze, mentre altre due disponevano di una stanza ciascuna, condizione che solo un ingenuo potrebbe ritenere privilegiata. Non ci vuole infatti una grande esperienza del mondo per indovinare a quale uso fossero adibite queste due ultime stanze, meta del pellegrinaggio di tutti coloro che potessero permetterselo.
Il passaggio dalla condizione di cameriera a quella di Venere mercenaria coincideva, di norma, con una pedagogica cerimonia di iniziazione officiata dal signor Jones in persona; dopodiché, come un oculato amministratore, egli dispensava le due titolari dal servizio in sala, non senza che gli avventori meno abbienti protestassero per quella improvvisa sottrazione di bellezza. Capitava, tuttavia, che di tanto in tanto una delle giovani donne rimanesse incinta: in tal caso la si rivedeva servire ai tavoli per il periodo necessario a rimettersi in forze dopo essersi sbarazzata del nascituro. In ogni modo il metodo del signor Jones prevedeva che, pervenuta a una certa anzianità di servizio, e irrimediabilmente perso ogni residuo di freschezza e di lusinga, la signorina in questione proseguisse la propria carriera in qualità di cuciniera o di lavandaia o di stalliera: cosí, come del maiale si suol dire che nulla viene buttato via, anche delle dipendenti del signor Jones si può affermare che nessuna qualità andasse sprecata.
All’epoca di cui stiamo raccontando i fatti le due attrazioni dell’Oca Rossa, come a dire di tutta quella parte di costa, si chiamavano Polly e Molly, ma subito prima di loro, e per molto tempo, c’erano state Jenny la Magra e Jenny la Grassa. Non che una fosse propriamente magra e l’altra propriamente grassa, essendo entrambe, al contrario, molto ben fatte e proporzionate: sta di fatto che una lieve differenza nelle rotondità fu sufficiente a imprimere loro quei soprannomi. Nessuno, del resto, ne conosceva il nome di famiglia, e meno che mai sembravano ricordarsene le dirette interessate. Delle due chi riscuoteva il maggior successo era Jenny la Magra, alla cui porta non di rado si formava una fila di clienti disposti ad attendere piuttosto che ripiegare sulla Grassa. Fu proprio in virtú del suo straordinario prestigio che la bella Magra ottenne quello che nessuna delle sue colleghe, qualora anche l’avesse voluto, poté mai ottenere: dare alla luce il frutto casuale della propria attività. Sulle prime il signor Jones non ne volle sapere; poi, di fronte alla minaccia di gettarsi dalla scogliera, e soprattutto in seguito alla promessa di tornare appena possibile alla suddetta attività con raddoppiato impegno, acconsentí. Cosí, nella camera dov’erano risuonate tante voci di uomini, si udí un giorno il pianto di un neonato, al quale fu posto il nome di Roderick.
Roderick
Il cuore di una madre è un mistero troppo grande perché se ne possa comprendere il disegno in tutte le sue linee. Sappiamo bene come un passo cosí sofferto sarebbe interpretato dall’uomo di chiesa, dal medico, dal naturalista, dal filosofo: noi, che nell’impiantito dell’Oca Rossa riconosciamo le tavole senza tempo di un palcoscenico, scegliamo di arrestarci sulla soglia e di non discutere la parte che Jenny la Magra scelse per sé e per la propria creatura.
I primi anni della vita di Roderick furono i migliori. Accudito a turno dalle donne che a vario titolo abitavano e lavoravano alla locanda, il piccino imparò ben presto a suddividere la rappresentazione della maternità fra tutte le serventi, le cuciniere, le cameriere e le prostitute che si occupavano di lui (ruoli, si è visto, che non si escludevano vicendevolmente). Fra loro Jenny la Magra occupava la posizione piú importante, naturalmente, perché la sua intercambiabilità con le altre figure femminili non ne pregiudicava l’autorità. Lo sapeva bene il signor Jones, che pur di non perdere i redditizi servigi della sua principale attrazione doveva sopportare che quel marmocchio fosse nutrito, lavato, vestito, ninnato e sbaciucchiato a sue spese. Fosse dipeso da lui se ne sarebbe sbarazzato con un vigoroso calcione, ma nella sua mente era vivo lo sguardo che la Magra gli aveva lanciato nelle poche occasioni in cui egli si era permesso di assestare al piccolo uno scappellotto di quelli che sogliono dirsi brucianti.
Cosí Roderick cresceva, ignaro degli spigoli piú taglienti della vita. Al compimento del suo settimo anno il signor Jones lo destinò alla cucina, dove peraltro le donne gli assegnavano i compiti meno pesanti, come disporre le fascine nelle stufe o sminuzzare i rapanelli. Lí, in un vano nascosto da una sudicia tenda, c’era il suo giaciglio: niente di piú di una stuoia ripiegata e di una coperta, ma se non altro era un posto tutto suo. Con il tempo il bambino imparò a spiumare i capponi, farcire il pie, impastare e spianare la farina d’avena, e perfino preparare un passabile chutney.
Per la biografia e la bibliografia completa dello scrittore rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Michele Mari.
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