Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di I segreti di Gray Mountain di John Grisham. Il romanzo è pubblicato in Italia da Mondadori con un prezzo di copertina di 12,50 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto) ed è disponibile in eBook al prezzo di euro 7,99.
I segreti di Gray Mountain: trama del libro
Samantha Kofer, giovane e promettente avvocato associato da tre anni del più importante studio legale di New York, ha davanti a sé una brillante carriera, o almeno così crede. Ma è il 2008 e con l’esplosione della crisi finanziaria, le cui ripercussioni in tutto il mondo sono ben note, moltissimi professionisti restano senza lavoro. Gli istituti bancari, gli hedge fund e i grandi studi legali ridimensionano drasticamente spese e personale. E così, ad appena due settimane dal crollo di Lehman Brothers, Samantha perde il suo lavoro, la sua sicurezza e il suo futuro. Al tempo stesso, però, è anche una delle poche persone a cui viene offerta l’opportunità di lavorare gratuitamente per un anno in un piccolo studio di assistenza legale a Brady, una sperduta cittadina di 2200 anime sui monti Appalachi, in attesa di tempi migliori. È un cambiamento di vita radicale. Samantha si ritrova infatti in un mondo lontano anni luce da quello in cui ha sempre vissuto, e grazie all’indomita Mattie Wyatt, capo della Mountain Legal Aid Clinic, e all’affascinante e misterioso nipote di lei, l’avvocato Donovan Gray, capisce subito cosa significa doversi confrontare con veri clienti e problemi reali. Ma soprattutto dovrà fare i conti con il torbido e pericoloso business dell’industria carbonifera, vera risorsa del paese. Un mondo in cui le leggi non vengono rispettate, la violenza è sempre in agguato e la terra stessa è minacciata…
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Le voci erano spaventose. Dieci associati della divisione Cause civili eliminati: vero in parte, solo sette. L’intera divisione Proprietà immobiliari chiusa, soci e tutto il resto: vero. Otto soci dell’Antitrust stavano scappando in un altro studio legale: falso, per il momento.
L’atmosfera era così avvelenata che Samantha lasciava il palazzo ogni volta che le era possibile e lavorava con il laptop nei caffè di lower Manhattan. Seduta su una panchina nel parco in una bella giornata – dieci giorni dopo il crollo di Lehman Brothers – aveva guardato l’alto edificio poco distante nella strada. Era chiamato 110 Broad e la metà superiore era affittata a Scully & Pershing, il più grande studio legale che il mondo avesse mai visto. Lo studio di Samantha, per il momento, anche se il futuro era tutt’altro che certo. Duemila avvocati in venti paesi, metà dei quali solo nella città di New York, un migliaio proprio lassù, stipati tutti insieme nei piani dal trentesimo al sessantacinquesimo. Quanti avrebbero voluto andarsene? Samantha non era in grado di dirlo, ma non era la sola. Il più grande studio legale del mondo si stava ridimensionando nel caos, così come i suoi concorrenti. I grandi studi – Big Law, come veniva chiamato il sistema – erano nel panico esattamente come gli hedge fund, le banche di investimenti, le banche tradizionali, i conglomerati assicurativi, Washington e, scendendo lungo la catena alimentare, i piccoli commercianti in Main Street.
Il decimo giorno era passato senza spargimenti di sangue, e anche il successivo. Il dodicesimo giorno c’era stato un lampo di ottimismo quando Ben, uno dei colleghi di Samantha, aveva riferito un’indiscrezione secondo la quale i mercati del credito londinesi si sarebbero sciolti leggermente. Forse gli investitori avrebbero potuto trovare un po’ di contanti, dopo tutto. Ma nel tardo pomeriggio la voce si era già sgonfiata: non c’era niente di vero. Così avevano continuato ad aspettare.
La divisione Immobili commerciali di Scully & Pershing era diretta da due soci. Uno, ormai prossimo alla pensione, era già stato buttato fuori. L’altro era Andy Grubman, un quarantenne imbrattacarte che non aveva mai visto un’aula di tribunale in vita sua. Come socio, aveva un bell’ufficio con vista sull’Hudson in lontananza, acqua che non notava da anni. Sopra un ripiano dietro la scrivania, esattamente al centro della sua “parete dell’ego”, c’era una collezione di grattacieli in miniatura. “I miei palazzi”, amava definirli Grubman. Appena un edificio veniva completato, ne commissionava la riproduzione in scala a uno scultore ed era anche solito regalare generosamente un trofeo più piccolo a ogni membro della “sua squadra”. Nei tre anni trascorsi da S&P, Samantha aveva collezionato sei edifici, e quello sarebbe stato il massimo a cui sarebbe mai arrivata.
«Sedetevi» ordinò Andy Grubman, chiudendo la porta. Samantha si accomodò sulla poltroncina accanto a Ben, il quale sedeva vicino a Izabelle. I tre associati si studiarono i piedi. Samantha provò l’impulso di afferrare la mano di Ben, come un prigioniero terrorizzato davanti al plotone di esecuzione. Andy si lasciò cadere sulla sua poltrona e, evitando di incontrare gli sguardi ma deciso a togliersi il pensiero, riassunse il disastro in cui si trovavano.
«Come sapete, due settimane fa Lehman Brothers ha chiuso i battenti.»
Ma cosa mi dici, Andy! La crisi finanziaria e la catastrofe creditizia avevano portato il mondo sull’orlo dell’abisso, e lo sapevano tutti. Ma era anche vero che Andy raramente aveva un pensiero originale.
«Abbiamo cinque progetti in corso d’opera, tutti finanziati da Lehman. Ho parlato a lungo con i proprietari, e tutti e cinque si stanno tirando indietro. Avevamo altri tre progetti in vista, due con Lehman e uno con i Lloyd’s e, be’, tutto il credito è congelato. I banchieri se ne stanno rinchiusi nei loro bunker, spaventati all’idea di prestare anche un solo centesimo.»
Sì, Andy, sappiamo anche questo. È in prima pagina. Cerca di farla finita prima che ti saltiamo addosso.
«Il comitato esecutivo si è riunito ieri e ha deciso alcuni tagli. Trenta associati al primo anno stanno per essere mandati via: alcuni licenziati, altri sospesi senza stipendio. Qualsiasi nuova assunzione è rinviata a tempo indeterminato. La divisione Testamenti e Successioni sparisce. E, insomma, non esiste un modo facile per dirlo, ma tutta la nostra divisione è stata dismessa. Tagliata. Eliminata. Chissà quando i proprietari ricominceranno a occuparsi di immobili, se mai lo faranno. Lo studio non è disposto a tenervi a libro paga mentre il mondo aspetta il credito. Accidenti, è possibile che si stia andando verso una grande depressione. Questo probabilmente è solo il primo giro di tagli. Mi dispiace, ragazzi. Mi dispiace davvero.»
Fu Ben il primo a parlare: «Quindi, siamo licenziati in tronco?».
«No. Io mi sono battuto per voi, okay? All’inizio pensavano al foglio rosa del licenziamento. Non ho bisogno di ricordarvi che la nostra è la divisione più piccola dello studio e probabilmente quella più in crisi in questo momento. Li ho convinti a concedervi quella che potremmo definire aspettativa. Adesso ve ne andate e in futuro tornate, forse.»
«Forse?» disse Samantha. Izabelle si asciugò una lacrima, ma mantenne la compostezza.
«Sì, un grosso, enorme forse. Per ora non c’è niente di definito, Samantha, okay? Ci stiamo dando da fare tutti, ma con pochi risultati. Tra sei mesi potremmo ritrovarci tutti alla mensa dei poveri. Avete visto anche voi le vecchie foto del 1929.»
Ma dài, Andy: la mensa dei poveri? Come socio, l’anno scorso ti sei portato a casa 2,8 milioni di dollari, la media nello studio S&P, il quale per inciso è risultato quarto in classifica come profitto netto per socio. E quarto non era abbastanza, almeno finché Lehman è saltata, Bear Stearns è implosa ed è scoppiata la bolla dei mutui subprime. All’improvviso il quarto posto sembrava piuttosto buono, almeno per alcuni.
«In che consiste l’aspettativa?» chiese Ben.
«Ecco l’idea: lo studio vi tiene sotto contratto per i prossimi dodici mesi, ma senza stipendio.»
«Bello» borbottò Izabelle.
Andy la ignorò e proseguì: «Manterrete l’assicurazione sanitaria, ma solo se andrete a lavorare come stagisti presso un’organizzazione non profit qualificata. L’ufficio Risorse umane sta mettendo insieme un elenco di organizzazioni idonee. Voi ci andate, fate il vostro numero da bravo benefattore, salvate il mondo, sperate con tutte le vostre forze che l’economia si riprenda e poi, tra un anno o giù di lì, rientrate in studio senza perdere l’anzianità. Non tornerete in Immobili commerciali, ma lo studio vi troverà un posto».
«Abbiamo il posto garantito al termine dell’aspettativa?» domandò Samantha.
«No, non c’è niente di garantito. Francamente, nessuno è così in gamba da poter prevedere come saremo messi l’anno prossimo. Siamo nel bel mezzo di un’elezione, l’Europa sta andando a rotoli, i cinesi scappano spaventati, le banche chiudono, i mercati crollano, nessuno costruisce e nessuno compra. Il mondo si sta avviando alla fine.»
Per un momento rimasero a sedere immobili nel silenzio cupo dell’ufficio di Andy, tutti e quattro schiacciati dalla realtà apocalittica. Poi Ben domandò: «Anche tu, Andy?».
«No, mi trasferiscono alla divisione Tasse. Ci pensate? Io odio le tasse, ma l’alternativa era andare a guidare un taxi. Comunque ho un master in diritto tributario, così hanno pensato di potermi risparmiare.»
«Congratulazioni» disse Ben.
«Mi dispiace, ragazzi.»
«No, dico sul serio. Sono contento per te.»
«Tra un mese potrei dovermene andare anch’io. Chi può saperlo?»
«Noi quando ce ne andiamo?» chiese Izabelle.
«Subito. La procedura consiste nel firmare l’accordo di aspettativa, inscatolare le vostre cose, sgombrare la scrivania e scendere in strada. Quelli delle Risorse umane vi manderanno via e-mail un elenco di organizzazioni non profit e tutta la documentazione. Mi dispiace, ragazzi.»
«Per favore, non ripeterlo» reagì Samantha. «Niente di quello che puoi dire ci è d’aiuto in questa situazione.»
«Vero, ma poteva andare peggio. Alla maggior parte di quelli sulla vostra stessa barca non viene offerta l’aspettativa. Vengono licenziati in tronco.»
«Ti chiedo scusa, Andy» disse Samantha. «Ci sono parecchie emozioni in gioco in questo momento.»
«È tutto okay. Mi rendo conto. Avete il diritto di essere arrabbiati e sconvolti. Guardatevi: tutti e tre avete una laurea in legge della Ivy League e stanno per scortarvi fuori dal palazzo come ladri. Mandati a casa come operai di una fabbrica. È orribile, davvero orribile. Alcuni soci si sono offerti di dimezzarsi lo stipendio per evitare questa cosa.»
«Scommetto che è stato un gruppo ristretto» disse Ben.
«Sì, ristretto. Molto ristretto, temo. Ma la decisione è stata presa.»
Per la biografia e la bibliografia completa dello scrittore statunitense rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a John Grisham.
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