Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di La sposa era vestita di bianco di Mary Higgins Clark e Alafair Burke. Il romanzo è pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer con un prezzo di copertina di 19,90 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto)
La sposa era vestita di bianco: trama del libro
Ecco venire la sposa, tutta vestita di luce raggiante e bella, risplende davanti a lui.
Laurie Moran, la produttrice televisiva che ha inventato il programma Under Suspicion, può ben dirsi soddisfatta: grazie alla sua trasmissione, due omicidi irrisolti hanno trovato un colpevole e il suo successo ha dato nuovo lustro all’emittente per cui lavora. Laurie si sta quindi preparando alla riunione con il suo capo, pronta a presentargli tre cold case da investigare tra i quali scegliere il nuovo soggetto di Under Suspicion. Quando però arriva in ufficio, carica dei dolci della nuova pasticceria francese del Rockefeller Center per i suoi assistenti, ad accoglierla c’è solo il loro imbarazzo. Infatti, i due non sono riusciti a fermare la donna che ha chiesto di incontrarla senza appuntamento e che si è infilata nel suo studio con la forza della convinzione e delle lacrime. Laurie sarebbe decisa a liberarsene, ma la storia che Sandra, la bellissima signora che trova seduta sul suo divano, le racconta, la convince di avere per le mani il suo nuovo caso. Sandra le chiede di cercare la figlia Amanda, sparita cinque anni prima alla vigilia del matrimonio, senza lasciare alcuna traccia. La stampa l’ha ribattezzata la Sposa Fuggitiva, liquidando la sua scomparsa in modo frettoloso. Troppo frettoloso, secondo Sandra, che rivela a Laurie inquietanti dettagli sulla vita di Amanda, riportando alla luce vecchi rancori e gelosie che covavano da tempo sotto la cenere. Tra il testimone, la damigella d’onore e l’ex fidanzato, Laurie dovrà districare una matassa molto complicata.
Approfondimenti sul libro
La sposa era vestita di bianco è in vendita anche in formato eBook al prezzo di euro 9,99.
LAURIE Moran ascoltava l’adolescente davanti a lei che esercitava il suo francese scolastico. Era in fila da Bouchon, la panetteria francese aperta di recente, proprio dietro l’angolo del Rockefeller Center, dove lavorava.
«Gé vudré un pan sciocolat. Anzi deux.»
La cassiera sorrise paziente aspettando che la ragazza trovasse le parole per chiedere qualcos’altro. Era evidentemente abituata ai goffi tentativi dei clienti di sfoderare il loro francese, nonostante il negozio si trovasse nel cuore di New York.
Laurie non aveva altrettanta pazienza. Quella mattina doveva vedere il suo capo, Brett Young, e ancora non aveva deciso quale storia presentare nel prossimo special del suo show. Aveva bisogno di tutto il tempo possibile per prepararsi.
Dopo un ultimo «mersì» la ragazza si allontanò con un vassoio di paste.
Toccava a Laurie. «Ordinerò in anglais, s’il vous plaît.»
«Merci», rispose la donna entusiasta.
Era ormai tradizione che il venerdì mattina lei passasse alla panetteria e prendesse qualcosa di particolare per la sua squadra di lavoro: Grace Garcia, la segretaria, e Jerry Klein, l’assistente produttore. Loro adoravano l’enorme varietà di torte, brioche e pane. Fatto l’ordine, la cassiera le chiese se desiderava altro. I macarons avevano un’aria deliziosa. Magari solo qualcuno per papà e per Timmy dopo cena, promise a se stessa, e come premio per me se l’incontro di oggi con Brett andrà bene.
Uscendo dall’ascensore al venticinquesimo piano del civico 15 del Rockefeller Center, si rese conto di quanto i Fisher Blake Studios riflettessero il successo del suo lavoro nel corso dell’ultimo anno. Una volta Laurie aveva un minuscolo ufficio senza finestre e condivideva un assistente con altri due produttori, ma da quando aveva ideato un «programma di attualità» dedicato ai crimini irrisolti, la sua carriera aveva preso il volo. Adesso aveva una lunga serie di finestre in un ufficio spazioso pieno di lucidi mobili moderni; Jerry era stato promosso assistente produttore e ne occupava uno più piccolo lì accanto; e Grace era sempre indaffaratissima nel grande open space subito fuori dalla sua porta. Ora tutti e tre lavoravano a tempo pieno sul loro show televisivo, Under Suspicion, senza doversi occupare di altri programmi di attualità.
Grace aveva compiuto da poco ventisette anni, ma sembrava persino più giovane. Laurie era stata tentata più di una volta di dirle che non aveva bisogno di tutto quel trucco che meticolosamente si metteva ogni giorno, ma a quanto pareva il suo stile personale era lontano da quello di Laurie. Quel giorno indossava una casacca di seta multicolore, dei leggings esageratamente stretti, e un paio di scarponi con la zeppa alta dodici centimetri. I lunghi capelli neri erano raccolti in alto sulla testa in modo da ricadere giù perfettamente, come quelli della protagonista di Strega per amore.
Di solito Grace si avventava sul sacchetto della panetteria, ma non quel giorno.
«Laurie…» iniziò a dire lentamente.
«Qualcosa non va, Grace?» conosceva la sua assistente abbastanza bene da capire quando era turbata.
Proprio mentre Grace stava per spiegarle, Jerry uscì dal suo ufficio. Rimanere lì in mezzo fra Jerry, alto e allampanato, e Grace con quelle zeppe vertiginose, la faceva sentire piccola nonostante il suo metro e settanta e la figura snella.
Jerry alzò le mani. «C’è una signora nel tuo ufficio. Si è appena presentata. Ho detto a Grace di fissarle un appuntamento un altro giorno. Sia chiara una cosa: io non ho niente a che vedere con questa storia.»
2
SANDRA Pierce guardò fuori dalle finestre dell’ufficio di Laurie Moran. Venticinque piani più in basso c’era la famosa pista di pattinaggio su ghiaccio del Rockefeller Center. O almeno questo è quello che Sandra ci vedeva sempre, anche ora, in pieno luglio, quando al posto della liscia superficie di ghiaccio e dei pattinatori barcollanti c’erano un giardino estivo e un ristorante.
Rivide i suoi figli che pattinavano mano nella mano proprio lì, più di vent’anni prima. Charlotte, la primogenita, da una parte, e Henry, il secondo, dall’altra. Al centro c’era la più piccola, Amanda. I due grandi tenevano così stretta la bimba che se anche avesse sollevato i pattini da terra sarebbe rimasta in piedi.
Sospirando, Sandra voltò le spalle alle finestre e cercò qualcosa su cui concentrare la propria attenzione mentre aspettava. Era sorpresa dall’ordine che regnava nell’ufficio. Non era mai stata in uno studio televisivo, ma si era immaginata uno di quegli enormi open space con file e file di scrivanie, come si vedevano sullo sfondo nei telegiornali. Al contrario, l’ufficio di Laurie Moran aveva più l’aria di un raffinato ma confortevole salotto.
Notò una fotografia incorniciata sulla scrivania di Laurie e non seppe resistere all’impulso di prenderla per osservarla da vicino. Era Laurie con il marito, Greg, in spiaggia. Suppose che il bambino davanti a loro fosse il figlio. Non conosceva la famiglia personalmente, ma aveva visto su Internet le fotografie sia di Laurie sia di Greg. La curiosità per Under Suspicion le era venuta fin dalla prima volta che era stato trasmesso, ma quando, recentemente, aveva letto un articolo in cui si diceva che anche nel passato della produttrice c’era un caso irrisolto, aveva capito che doveva assolutamente conoscere Laurie Moran di persona.
Si sentì subito in colpa per aver violato la privacy di Laurie. Lei stessa non avrebbe voluto che uno sconosciuto guardasse le sue foto con Walter e Amanda. Trasalì rendendosi conto che l’ultima volta in cui era stata con il marito e la figlia risaliva a cinque anni e mezzo prima: il Natale precedente al matrimonio di Amanda. O quello che avrebbe dovuto essere il suo matrimonio.
Mi abituerò mai all’idea che Walter sia il mio ex marito? si domandò. Lo aveva conosciuto durante il primo anno di università nel North Carolina. Per via del lavoro del padre, che era un militare di carriera, Sandra aveva vissuto in ogni parte del mondo, ma mai al Sud. Perciò stava facendo molta fatica ad ambientarsi, come se gli studenti cresciuti lì, seguissero le regole di un codice non scritto che lei non capiva. La sua compagna di stanza la portò a vedere la prima partita di football della stagione, assicurandole che dopo aver fatto il tifo per i Tar Heels sarebbe diventata un’autentica cittadina del North Carolina. Venne anche suo fratello, che portò un amico, uno studente del secondo anno che si chiamava Walter ed era originario di lì. Walter passò più tempo a chiacchierare con Sandra che a guardare la partita, e quando tutti insieme cantarono l’inno della squadra – «Sono nato Tar Heel, sono cresciuto Tar Heel, e quando morirò, sarò un Tar Heel morto» – Sandra si scoprì a pensare di aver conosciuto l’uomo che avrebbe sposato. E aveva ragione. Da quel momento in poi erano stati inseparabili, e avevano cresciuto i loro tre figli a Raleigh, ad appena mezz’ora d’auto dallo stadio dove si erano conosciuti.
Sandra ripensò a come, nei primi trentadue dei quasi trentacinque anni di matrimonio, si erano aiutati l’un l’altra nei rispettivi e diversissimi settori di competenza. Anche se lei non aveva mai ufficialmente lavorato nella ditta di famiglia, gli dava sempre consigli sul lancio di nuovi prodotti, sulle campagne pubblicitarie, e soprattutto sulle questioni personali. Dei due era lei quella più brava con i sentimenti e i ragionamenti delle persone. Walter ricambiava il favore mettendosi a disposizione ogni volta che poteva per aiutarla con la chiesa, la scuola e tutti i progetti della comunità locale di cui lei si occupava. Le venne quasi da sorridere ripensando all’immagine di quell’omone di Walter intento a numerare con un pennarello centinaia di paperelle di gomma per l’annuale gara di beneficenza sul fiume Ol’ Bull, ripetendo ad alta voce ciascun numero mentre aggiungeva un’altra papera al mucchio.
Walter diceva sempre che loro collaboravano in ogni cosa. Naturalmente ora Sandra si rendeva conto che non era stato proprio così. Per quanto si desse da fare, Walter faticava a fare il padre. Assisteva alle recite e alle partite di baseball, ma i bambini capivano benissimo che la sua mente era altrove. Di solito pensava al lavoro: una nuova linea di prodotti, dei difetti di fabbricazione in uno degli stabilimenti, un rivenditore che insisteva per ottenere ulteriori sconti. Secondo Walter, la cosa migliore che poteva fare come padre era occuparsi degli affari, costruire per la famiglia un’eredità e una sicurezza economica. Il che comportava che fosse Sandra a compensare il suo distacco emotivo dai loro tre figli.
E poi, due anni prima, Sandra aveva improvvisamente preso una decisione. Capiva di non poter più tollerare l’estremo disagio di Walter quando lei nominava Amanda. Avevamo due modi diversi di soffrire, pensò, e nessuna casa avrebbe potuto contenere così tanto dolore.
Per la biografia e la bibliografia completa delle scrittrici rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Mary Higgins Clark e a quella dedicata ad Alafair Burke
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