Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Il torto del soldato di Erri De Luca. Il romanzo è pubblicato in Italia da Feltrinelli con un prezzo di copertina di 6,50 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto)
Il torto del soldato: trama del libro
Un vecchio criminale di guerra vive con sua figlia, divisa tra la repulsione e il dovere di accudire. Lui è convinto di avere per unico torto la sconfitta. Lei non vuole sapere i capi d’accusa perché il torto di suo padre non è per lei riducibile a circostanza, momento della storia. Insieme vanno a un appuntamento prescritto dalla kabbala ebraica, che fa coincidere la parola fine con la parola vendetta. Pretesto sono le pagine impugnate da uno sconosciuto in una locanda.
Approfondimenti sul libro
In ebook Il torto del soldato (in pdf, epub e mobi) può essere acquistato al prezzo di 3,99 euro.
Poche persone potrebbero ricevere questa lettera, tra queste io. Ho imparato la lingua yiddish, parlata da undici milioni di ebrei dell’Europa orientale e ammutolita dalla loro distruzione. Ha un impianto grammaticale tedesco, è scritta in caratteri ebraici, si legge da destra a sinistra.
Mi procurai una grammatica e un paio di vocabolari in inglese. Delle lingue che ho avvicinato è quella che ho imparato a leggere più in fretta. E mi sono trovato a sfogliare una letteratura quasi sconosciuta, pochissimo tradotta.
Lo yiddish assomiglia al mio napoletano, entrambe lingue di molta folla in spazi stretti. Sono perciò veloci, di parole tronche, adatte a farsi largo tra le grida. Hanno la stessa quantità di mendicanti e di superstizioni. Sono competenti in miserie, emigrazioni e teatri. Usano proverbi simili e irridenti: “È buono impararsi barbiere sulla faccia degli altri”.
Del progresso dicono: “Pure un calcio nel sedere è un passo avanti”.
Ho tradotto l’ultimo capitolo del romanzo Di Familie Mushkat (sì, con la u) perché non c’è nell’edizione in italiano. Fu pubblicato in yiddish a puntate sul giornale “Vorwerts”, a New York. Ho tradotto l’ultimo capitolo che esiste solo nell’edizione in originale. All’epoca, negli anni cinquanta, su richiesta degli editori esteri l’autore scelse di alleggerire l’edizione ufficiale in inglese, da lui controllata. La famiglia Moshkat ha così due finali, uno per il lettore in yiddish e uno per tutti gli altri. È interessante che siano opposti. Li riassumo: è il settembre del 1939, a Varsavia. Da pochi giorni è iniziata la Seconda guerra mondiale con l’invasione tedesca della Polonia. L’esercito nazista non è ancora entrato in città e bombarda con l’aviazione specialmente i quartieri abitati da ebrei. Il protagonista incontra per le vie deserte un conoscente, un anziano signore che si aggira sgomento in cerca inutilmente di un medico per sua moglie. Nel breve colloquio l’anziano dice per congedo: “Presto verrà il messia”. Alla domanda meravigliata di che cosa intenda, risponde: “La morte è il messia. Questa è la verità pura”.
Termina così il romanzo nell’edizione inglese. Il messia, capolinea della storia del mondo per ebrei e cristiani, qui è semplicemente la morte, senza riscatto e senza redenzione. È il più spietato finale dei libri che ho letto. La bestemmia suona ancora più forte perché messa in bocca a un uomo mite.
Nell’edizione originale in yiddish c’è un altro lungo capitolo dedicato allo svolgimento del Capodanno ebraico in Varsavia, sotto i bombardamenti…
Per la biografia e la bibliografia completa dello scrittore rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Erri De Luca.
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