Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Uscita per l’inferno di Stephen King, romanzo edito in Italia da Sperling & Kupfer con un prezzo di copertina di 9,90 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto). Il titolo è disponibile anche in eBook al prezzo di euro 7,99.
Uscita per l’inferno: trama del libro
Un uomo come tanti. Una vita regolare, un buon impiego, una moglie affettuosa e una tragedia con cui convivere, da quando l’unico figlio non c’è più. Da allora George e Mary hanno cercato di riprendere un’esistenza normale, ma in realtà niente è più come prima: qualcosa in George si è spezzato per sempre. Così, quando viene informato che la sua villetta, la sua ditta, l’intero quartiere in cui abita saranno spazzati via da un inutile prolungamento autostradale non ha dubbi e si schiera a fianco dei condannati a morte. Ambientato ai tempi di un’indimenticabile crisi energetica, nell’America angosciata e impaurita dal futuro, un romanzo duro e incalzante di Stephen King firmato con lo pseudonimo di Richard Bachman.
QUALUNQUE cosa facesse, si impediva di pensarci. Meglio così, più sicuro. Era come avere in testa un relè che scattava ogni volta che una voce dentro di lui tentava di domandare: Ma perché lo stai facendo? Era il blackout immediato di una parte della sua mente. Ehi, Georgie, chi ha spento la luce? Ops, sono stato io. Qualche contatto difettoso nell’impianto, probabilmente. Faccio in un attimo. Si aziona l’interruttore generale. La luce si riaccende. Ma il pensiero è andato. Tutto a posto. Riprendiamo, Freddie, dove eravamo rimasti?
Stava andando alla fermata dell’autobus quando vide la scritta:
ARMI HARVEY’S ARMI
REMINGTON WINCHESTER COLT SMITH & WESSON
IL PARADISO DEI CACCIATORI
Nevicava stentatamente da un cielo grigio. Era la prima neve dell’anno, che si posava sul marciapiede come schizzi bianchi di bicarbonato e si scioglieva. Vide un bambino con un berretto di maglia rossa passare con la bocca aperta e la lingua fuori per cercare di acchiappare un fiocco. Si fonderà, Freddy, pensò guardandolo, ma il bambino continuò per la sua strada con la testa rovesciata all’indietro, gli occhi rivolti al cielo.
Si fermò davanti al negozio d’armi di Harvey ed esitò. Accanto alla porta c’era appesa una rastrelliera con l’ultima edizione dei giornali, sui quali campeggiava il titolo: RESISTE LA DIFFICILE TREGUA.
Sotto, appeso alla rastrelliera, c’era un avviso un po’ sporco: SI PREGA DI PAGARE IL GIORNALE! IL NEGOZIANTE CHE COMPRA I GIORNALI CONTA SULL’ONESTÀ DEI LETTORI.
C’era una temperatura gradevole. Il negozio era lungo, ma non molto largo. La merce era tutta esposta su un’unica fila. A sinistra della porta c’era una bacheca di vetro piena di scatole di munizioni. Riconobbe immediatamente le cartucce calibro 22, perché aveva posseduto un fucile a colpo singolo di quel calibro quando era ragazzo, nel Connecticut. Per tre anni aveva ardentemente desiderato quel fucile e quando finalmente lo aveva ricevuto non aveva saputo che cosa farsene. Per un po’ si era esercitato sparando sui barattoli, poi aveva sparato a una ghiandaia azzurra. Non l’aveva uccisa sul colpo. L’uccello era rimasto riverso nella neve, in una macchia rosa di sangue, ad aprire e richiudere lentamente il becco. Dopodiché lui aveva appeso il fucile ai ganci e l’aveva lasciato così per tre anni, finché l’aveva venduto per nove dollari e una scatola di giornali a fumetti a un ragazzo che abitava nella stessa strada.
Le altre munizioni gli erano meno note. Trenta-trenta, trenta-zero-sei e altre che sembravano proiettili da obice in miniatura. Ma a che razza di animali si tira con missili come quelli? si domandò. Tigri? Dinosauri? Comunque ne era affascinato. Non gli pareva vero di trovarli lì, sottovetro, come caramelline da un centesimo dal tabaccaio.
Il commesso o proprietario stava parlando a un uomo grasso in calzoni e casacca verdi. La casacca aveva tasche con la patta. Discutevano di una pistola, posata sul vetro del banco parzialmente smontata. Il grassone fece scorrere il carrello e tutti e due insieme scrutarono l’interno lubrificato della camera di scoppio. Il grassone disse qualcosa e il commesso o proprietario rise.
«Le automatiche s’inceppano sempre? Questa l’hai ereditata da tuo padre, Mac. Ammettilo.»
«Harry, tu sei pieno di stronzate fino agli occhi.»
Sei pieno zeppo, Fred, pensò lui. Fino agli occhi. Lo sai, Fred?
Fred si rispose che lo sapeva.
Sulla destra c’era un’altra bacheca di vetro che arrivava fino in fondo al negozio. Dentro vi erano appesi i fucili. Riconobbe una doppietta da caccia, ma tutti gli altri gli sembrarono misteriosi. Eppure c’era gente al mondo, per esempio quei due al banco, che aveva preso dimestichezza con questo settore tanto facilmente quanto lui si era fatto una competenza di economia e commercio all’università.
Avanzò di qualche passo per osservare la vetrinetta delle pistole. Ne vide alcune ad aria, qualche calibro 22, una .38 con il calcio di legno, una .45 e un’altra che riconobbe a colpo d’occhio: una .44 Magnum, la pistola che aveva Dirty Harry in quel film. Aveva sentito Ron Stone e Vinnie Mason che ne discutevano, giù in lavanderia, e Vinnie aveva sostenuto che mai più avrebbero permesso a un poliziotto di girare per la città con una pistola come quella, capace di fare un buco così in un uomo a quasi due chilometri di distanza.
Il grassone, Mac, e il commesso o proprietario, Harry (lo stesso di Dirty Harry), avevano riassemblato la pistola.
«Fammi uno squillo, quando ti arriva quella Menschler», si raccomandò Mac.
«D’accordo, d’accordo, ma guarda che questi tuoi pregiudizi contro le automatiche sono irrazionali», insisté Harry. (Fred concluse che Harry doveva essere il proprietario: un commesso non avrebbe mai dato dell’irrazionale a un cliente.) «Hai bisogno della Cobra per la prossima settimana?»
«Non mi dispiacerebbe», rispose Mac.
«Non prometto niente.»
«Non lo fai mai… ma resti il miglior armaiolo della città e lo sai.»
«Certo che lo so.»
Mac batté affettuosamente la mano sulla pistola rimasta sul vetro del bancone e si girò per andarsene. Mac urtò involontariamente Fred – Attento, Mac. Sorridi quando fai così– mentre si dirigeva verso la porta. C’era un giornale ripiegato sotto l’ascella di Mac, e Fred poté leggere: RESISTE LA.
Sorridendo e scuotendo il capo, Harry gli domandò: «Posso aiutarla?»
«Spero di sì. Ma l’avviso fin d’ora che non so niente di armi.»
Harry si strinse nelle spalle. «C’è una legge che obbliga a intendersene? È per qualcun altro? Per Natale?»
«Sì, infatti», rispose, cogliendo l’occasione che gli veniva offerta. «Ho un cugino. Nick, si chiama. Nick Adams. Vive nel Michigan. Ne ha così, di armi. Sa com’è, uno che ha la passione per la caccia, ma con qualcosa di più. Una specie di, be’, un…»
«Hobby?» propose Harry, sempre sorridendo.
«Ecco.» Aveva avuto feticismo sulla punta della lingua. Lo sguardo gli cadde sul registratore di cassa, sul quale c’era un vecchio autoadesivo. Lo slogan era: SE LE ARMI FINISSERO FUORILEGGE, SOLO I FUORILEGGE AVREBBERO ARMI.
Sorrise a Harry e commentò: «È proprio vero, sa?»
«Verissimo», fece eco Harry. «Dunque, mi diceva di suo cugino…»
«Già…
Per la biografia e la bibliografia completa dello scrittore del Maine rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Stephen King.
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