Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Vicino a te non ho paura di Nicholas Sparks, romanzo edito in Italia da Sperling & Kupfer con un prezzo di copertina di 10,90 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto). Il titolo è disponibile anche in eBook al prezzo di euro 6,99.
Vicino a te non ho paura: trama del libro
Il giorno che Katie arriva a Southport, nella piccola e annoiata cittadina tutti gli occhi sono per lei. Chi è questa giovane donna, bella e misteriosa, arrivata in città per lavorare come cameriera? Katie non parla con nessuno, non esce la sera, sembra decisa a evitare qualunque legame. Pian piano, però, qualcuno riesce a fare breccia nella sua solitudine: Alex, vedovo con due figli, gestore dell’emporio locale, un uomo dolce e gentile. Katie e Alex si innamorano teneramente, complici i due splendidi bambini di Alex, e Katie sembra trovare infine un posto tutto per sé a Southport. Finché un giorno il suo terribile passato non torna da lei a chiedere il conto. Perché Katie si porta dentro un segreto, che minaccia di mandare in pezzi la sua ritrovata felicità, e dovrà fare appello a tutto il suo coraggio per evitare che il passato distrugga la sua nuova vita. Una vita in cui finalmente Katie ha conosciuto l’amore, l’unico porto sicuro quando tutto intorno è burrasca.
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Dopo aver preso una caraffa di tè, Katie riempì loro i bicchieri, poi tornò al banco. Lanciò una rapida occhiata al panorama. Era fine aprile, la temperatura perfetta, il cielo azzurro e limpido fino all’orizzonte. Alle sue spalle, il canale era calmo nonostante la brezza e rispecchiava il colore del cielo. Uno stormo di gabbiani era appollaiato sulla ringhiera, pronto a tuffarsi sotto i tavoli non appena qualcuno faceva cadere una briciola.
Ivan Smith, il proprietario del locale, li detestava. Li chiamava «ratti con le ali», e aveva già pattugliato due volte il parapetto agitando uno sturalavandini di legno nel tentativo di scacciarli. Melody le aveva sussurrato di essere più allarmata per la provenienza dell’arnese che per la presenza dei gabbiani. Lei non aveva ribattuto.
Preparò un’altra caraffa di tè e pulì il bancone. Un istante dopo sentì qualcuno batterle sulla spalla. Voltandosi si trovò davanti la figlia di Ivan, Eileen. Era una graziosa diciannovenne con una lunga coda di cavallo e lavorava part-time come direttrice del locale.
«Katie… puoi occuparti anche di un altro tavolo?»
Diede un’occhiata intorno, calcolando mentalmente i ritmi di lavoro. «Certo», annuì.
Eileen scese le scale. Dal suo posto, Katie udiva brandelli di conversazione… gente che parlava di amici o famigliari, del tempo o di pesca. Vide i due clienti seduti nell’angolo chiudere i menu. Si affrettò verso di loro e prese l’ordinazione, senza trattenersi a chiacchierare come era solita fare Melody. Non era brava a socializzare, ma era veloce ed educata e la clientela sembrava soddisfatta.
Lavorava nel ristorante dall’inizio di marzo. Ivan l’aveva assunta in un freddo e terso pomeriggio di sole. Quando le aveva detto che poteva cominciare il lunedì successivo, lei aveva dovuto fare uno sforzo immane per non scoppiare a piangere lì per lì dal sollievo, ma più tardi era crollata. Aveva aspettato di tornare verso casa, prima di crollare. All’epoca era sfinita e non mangiava da due giorni.
Fece un altro giro per riempire d’acqua e di tè i bicchieri, poi si diresse verso la cucina. Ricky, uno dei cuochi, le strizzò l’occhio. Qualche giorno prima le aveva chiesto di uscire, ma lei gli aveva risposto che non voleva frequentare nessuno del ristorante. Sospettava che lui ci avrebbe riprovato, anche se sperava tanto di sbagliarsi.
«Non credo che oggi il ritmo rallenterà», osservò Ricky. Biondo e dinoccolato, di un paio d’anni più giovane di Katie, viveva ancora con i genitori. «Tutte le volte che pensiamo di poter tirare il fiato, ci ritroviamo sommersi di lavoro.»
«È una bellissima giornata.»
«Ma perché la gente viene qui? Con una giornata del genere dovrebbero andare al mare, o a pescare. Il che è esattamente quello che farò appena finito il turno.»
«Ottima idea.»
«Posso accompagnarti a casa, dopo?»
Si offriva di darle un passaggio in macchina almeno un paio di volte alla settimana. «Ti ringrazio, ma non è necessario. Non abito lontano.»
«Guarda che non è un problema», insistette lui.
«Mi fa bene camminare.»
Gli porse il foglietto e Ricky l’appuntò al pannello, poi le consegnò un’altra ordinazione. Lei la portò al tavolo.
Aperto da quasi trent’anni, quel ristorante era una vera istituzione. Ormai Katie aveva imparato a riconoscere i clienti abituali e, mentre attraversava la sala, li oltrepassò con lo sguardo per soffermarsi sulle persone che non aveva mai visto. Coppie di innamorati, altre coppie che si ignoravano. Famiglie. Nessuno sembrava sospetto e nessuno aveva fatto domande su di lei, ma a volte le mani cominciavano a tremarle lo stesso, e dormiva ancora con la luce accesa.
Teneva i capelli corti; se li tingeva di castano nella cucina della casetta che aveva affittato. Non si truccava e sapeva che il suo viso si stava abbronzando, anche troppo. Avrebbe dovuto comprarsi una crema solare, ma dopo aver pagato l’affitto e le bollette non le restava molto per i lussi. Persino per una crema solare. Si trattava di un ristorante alla buona e le mance erano modeste: a forza di mangiare solo riso e fagioli, pasta o avena, negli ultimi quattro mesi era dimagrita. Aveva le costole sporgenti e fino a qualche settimana prima anche delle profonde occhiaie che temeva non sarebbero più sparite.
«Credo ti abbiano notata», osservò Melody facendo un cenno verso il tavolo con i quattro tizi dello studio cinematografico. «In particolare, quello bruno. Il più carino.»
«Oh», si limitò a rispondere lei. Preparò un’altra caffettiera. Era certa che qualunque cosa avesse detto a Melody sarebbe diventata di dominio pubblico, così evitava di confidarsi.
«Ma come? Non lo trovi carino?»
«Sinceramente non ci ho fatto caso.»
«Come fai a non accorgerti se un uomo è attraente?» L’altra la fissò incredula.
«Non lo so.»
Anche Melody aveva un paio d’anni meno di lei. Sui venticinque, era una bella ragazza con i capelli neri e gli occhi verdi, e stava con un certo Steve che faceva il fattorino per il negozio di bricolage dall’altra parte della città. Era cresciuta a Southport, che descriveva come un paradiso per bambini, famiglie e anziani, ma il luogo più tetro del mondo per i single. Continuava a dire di volersene andare a Wilmington, dove c’erano bar e club e tanti bei negozi. Sapeva tutto di tutti. A volte Katie pensava seriamente che la principale occupazione di Melody fosse raccogliere pettegolezzi.
«Ho sentito che Ricky ti ha chiesto di uscire», disse ora cambiando argomento, «e che tu gli hai dato picche.»
«Non voglio complicazioni sentimentali con i colleghi.» Katie finse di essere impegnata a sistemare i vassoi delle portate.
«Potremmo uscire in quattro, allora. Ricky e Steve vanno a pescare insieme.»
Chissà se era stato Ricky a suggerirle quella pensata, o se era un’idea sua. Forse di tutti e due. La sera, dopo l’ora di chiusura, la maggior parte del personale si fermava nel locale a bere qualche birra. A parte Katie, tutti gli altri lavoravano da Ivan da diversi anni.
«Non credo sia una buona idea», si schermì lei.
«Perché no?»
«In passato ho avuto una brutta esperienza con un tizio conosciuto sul lavoro… Da allora mi sono imposta di non ricascarci.»
Melody alzò gli occhi al cielo prima di affrettarsi verso uno dei suoi tavoli. Katie incassò un paio di conti e sparecchiò. Non stava ferma un attimo, come al solito, cercando di essere efficiente e invisibile. Lavorava a testa bassa e teneva sempre il bancone in perfetto ordine. Era un modo per far passare più in fretta la giornata. Non si mise a flirtare con il giovane dello studio cinematografico, e lui se ne andò senza voltarsi indietro.
A volte Katie copriva entrambi i turni, pranzo e cena. Quando calava la sera le piaceva guardare il cielo infiammarsi sul bordo occidentale del mondo. Al tramonto l’acqua scintillava e le barche a vela si inclinavano nella brezza. Gli aghi dei pini sembravano brillare. Non appena il sole scendeva dietro l’orizzonte, Ivan accendeva le stufe a propano e il riverbero arancione brillava come lumini dentro zucche vuote. Katie si era leggermente scottata al sole e le ondate di calore le facevano pungere la pelle.
In genere di sera Abby e Big Dave sostituivano Melody e Ricky. Abby frequentava l’ultimo anno delle superiori e rideva un sacco, mentre Big Dave faceva il cuoco lì da quasi vent’anni. Sposato, con due figli, aveva uno scorpione tatuato sull’avambraccio destro. Pesava più di cento chili e in cucina la faccia gli diventava lucida di sudore. Trovava soprannomi per tutti, e aveva deciso di chiamarla Katie Kat.
Alle nove, quando i clienti venuti a cena cominciarono ad andarsene, Katie pulì e chiuse il bancone. Aiutò gli sguatteri a portare i piatti verso la lavastoviglie mentre gli ultimi avventori finivano di mangiare. Tra loro c’era una giovane coppia con la fede al dito. Si tenevano per mano, erano belli e felici, e Katie provò un senso di déjàvu. Anche lei un tempo era stata così, tanto tempo prima, solo per un istante. O almeno così pensava, perché aveva imparato che quel momento era stato soltanto un’illusione. Distolse lo sguardo da quella coppia innamorata, augurandosi di poter cancellare per sempre i ricordi e di non provare mai più quell’emozione.
Per la biografia completa dello scrittore americano rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata ad Nicholas Sparks. Per la bibliografia rimandiamo invece alla nostra pagina riassuntiva su tutti i libri dell’autore.
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