Corredato da un’ampia anteprima, ecco il riassunto della trama di Il vincitore è solo di Paulo Coelho. Il romanzo è pubblicato in Italia da Bompiani con un prezzo di copertina di 14,00 euro (ma online lo si può acquistare con il 15% di sconto) ed è in vendita in eBook al prezzo di euro 7,99.
Il vincitore è solo: trama del libro
Igor Malev ha una sola cosa in mente: la sua ex moglie Ewa. Anche se è un uomo ricco, affascinante e di innato carisma, lei lo ha lasciato per uno stilista di grande successo, una ferita, questa, da cui non è mai riuscito a riprendersi. Così decide di riconquistarla. Nella cornice del Festival di Cannes, circondato dal lusso e dagli eccessi della nuova aristocrazia, i vincitori definitivi della gara edonistica della vita moderna, inizia una battaglia lunga ventiquattro ore. Perché Igor è un uomo di rara forza e fredda intelligenza, e quella che vuole non sarà una riconciliazione ordinaria, pacifica. Perché ha fatto a se stesso la promessa di distruggere tutto ciò che si interpone tra lui e la sua amata. Coelho torna ai grandi temi di “Undici minuti” e lo “Zahir” con un romanzo specchio del mondo in cui viviamo, dove la ricerca del lusso e del successo a tutti i costi spesso impedisce di ascoltare quello che ci sussurra il nostro cuore.
Ovviamente, le possibilità di sopravvivere a una pallottola di questo calibro risultano piuttosto elevate: sono noti migliaia di casi in cui non è stato colpito alcun punto vitale, e la vittima ha avuto il tempo di reagire e disarmare l’aggressore. Comunque, se colui che spara possiede una certa esperienza, può scegliere tra una morte rapida – mirando alla zona tra gli occhi, oppure al cuore – o una fine più lenta, puntando la canna dell’arma tra le costole del suo obiettivo con una certa angolatura e premendo il grilletto. Quando viene centrata, la vittima impiega qualche momento per rendersi conto di essere ferita a morte – tenta di contrattaccare, di fuggire, di chiedere aiuto. Ha un grande vantaggio, però: ha il tempo sufficiente per vedere chi la uccide, mentre le forze la abbandonano; poi stramazza al suolo, senza sanguinare copiosamente e senza comprendere che cosa le sta succedendo.
Di certo, la Px4 non può dirsi un’arma per intenditori: “È molto più adatta alle donne che alle spie,” dice un tizio dei servizi segreti britannici a James Bond, nel primo film della serie, allorché gli confisca la vecchia pistola per consegnargli un nuovo modello. Un aggeggio per professionisti, sicuro: lo strumento migliore per i suoi obiettivi.
L’uomo ha comprato la Beretta al mercato nero, per cui sarà impossibile identificare l’arma. Il caricatore contiene cinque pallottole, anche se lui intende utilizzarne una soltanto, sulla punta della quale ha inciso una “X” con una limetta per unghie. Cosicché, quando verrà sparata e colpirà una superficie solida, si aprirà in quattro frammenti.
Comunque, userà la Beretta solo come ultima chance. Conosce altri metodi per cancellare un mondo, distruggere un universo, e quando sarà rinvenuta la prima vittima, di certo lei comprenderà il messaggio. Saprà che lui lo ha fatto in nome dell’amore, che non prova alcun risentimento e l’accoglierà senza fare nessuna domanda su quanto è successo negli ultimi due anni.
Dopo due mesi di meticolosa pianificazione, lui si aspetta dei buoni risultati, tuttavia avrà una qualche certezza solo a partire dall’indomani mattina. Il suo piano prevede che le Furie – antiche figure della mitologia greca – scendano con le loro ali nere su quel paesaggio bianco e azzurro, costellato di diamanti, botulino e automobili velocissime, pressoché inutili, giacché non possono trasportare più di due passeggeri. Sogni di potere, di successo, di fama e denaro – tutto questo può essere spazzato via da un momento all’altro con quei piccoli artefatti che ha portato con sé.
Avrebbe già potuto essere in camera, visto che la sua attesa è terminata alle 11:11 PM, sebbene lui fosse pronto ad aspettare più a lungo. L’uomo è entrato in compagnia di una bella donna – entrambi vestivano abiti da sera –, per una delle molte feste di gala che si svolgevano pressoché quotidianamente dopo le cene importanti, ed erano più ambite di qualsiasi prima cinematografica del Festival.
Igor ha ignorato la donna. Con una mano, si è accostato al viso un giornale francese (una rivista russa avrebbe destato sospetti) e si è ritratto verso la colonna, dimodoché lei non potesse vederlo. Si trattava di una precauzione superflua: quella donna non si guardava mai intorno, proprio come tutte coloro che si sentono regine del mondo. Sono lì per brillare, ed evitano di prestare una qualche attenzione a cosa indossano gli altri – perché la quantità e la caratura dei diamanti e l’esclusività degli abiti altrui potrebbero causare depressione, malumore, sensi di inferiorità, sebbene i loro vestiti e accessori siano costati un patrimonio.
Il suo accompagnatore – un uomo dai capelli argentati, vestito elegantemente – si è avvicinato al bar e ha ordinato champagne: un aperitivo pressoché obbligatorio, prima di una serata che promette di essere ricca di contatti, di buona musica e di un’eccellente vista sulla spiaggia e sugli yacht ancorati nel porto.
Lui ha notato che l’uomo ha trattato la cameriera in maniera rispettosa, ringraziando quando ha preso le coppe ed elargendo una buona mancia.
I tre individui si conoscevano. Igor ha provato una gioia immensa quando l’adrenalina ha sferzato il suo sangue: il giorno seguente, avrebbe fatto in modo di rendere nota la sua presenza lì. A un certo punto, si sarebbero incontrati.
E soltanto Dio sapeva quale sarebbe stato il risultato di quell’incontro. Igor – cattolico ortodosso – aveva fatto una promessa e un giuramento in una chiesa di Mosca, davanti alle reliquie di Santa Maddalena (che si trovavano nella capitale russa per una settimana, offerte all’adorazione dei fedeli). Aveva passato cinque ore in fila e, una volta arrivato davanti a esse, aveva ormai maturato la convinzione che si trattasse di una furba invenzione dei sacerdoti. Comunque, non voleva correre il rischio di mancare alla parola data.
Aveva chiesto aiuto per poter raggiungere il suo obiettivo senza grandi sacrifici. Poi aveva promesso un’icona d’oro – l’avrebbe commissionata a un noto pittore che viveva in un monastero di Novosibirsk – per quando tutto fosse finito e lui avesse potuto rimettere piede nella terra natale.
Alle tre del mattino, il bar dell’Hotel Martinez odora di fumo e sudore. Sebbene Jimmy abbia ormai smesso di suonare il piano – Jimmy, che calza scarpe di colore diverso – e la cameriera sia molto stanca, gli ospiti ancora presenti rifiutano di andare via. Per loro, sembra indispensabile rimanere in questa lobby almeno per un’altra ora, o per tutta la notte, finché non accada qualcosa!
In fin dei conti, sono ormai passati quattro giorni dall’inizio del Festival del Cinema di Cannes, e non è ancora accaduto niente. Su tavoli diversi, aleggia un unico pensiero: entrare in contatto con il Potere. Donne bellissime attendono che un produttore si innamori e affidi loro una parte importante nel prossimo film. Alcuni attori chiacchierano, ridendo e fingendo che niente li riguardi, ma tengono costantemente d’occhio la porta.
Qualcuno arriverà.
Sì, qualcuno deve arrivare. I giovani registi, con una miriade di idee strabilianti, curriculum corredati di video, e letture approfondite di saggi su fotografia e sceneggiatura, attendono un colpo di fortuna: qualcuno che, reduce da una festa, cerchi un tavolo libero, ordini un caffè, si accenda una sigaretta, sfinito e annoiato dopo aver frequentato sempre gli stessi posti, e sia disponibile a una nuova avventura.
Quanta ingenuità.
Se ciò accadesse, le ultime parole che quella persona vorrebbe udire sarebbero quelle a proposito di un “nuovo progetto non ancora sviluppato da nessuno”. Comunque, lo sconforto può ingannare il disperato. I potenti, che di tanto in tanto entrano, si limitano a lanciare un’occhiata intorno, prima di salire in camera. Loro non sono preoccupati. Sanno di non aver nulla da temere. La Superclasse non perdona i tradimenti, e tutti conoscono i propri limiti – non sono certo arrivati fin lì calpestando gli altri, malgrado sia ciò che si dice. D’altro canto, se c’è qualcosa di imprevisto e importante ancora da scoprire – sia nel mondo del cinema, sia in quello della musica o della moda –, si arriverà a trovarlo attraverso delle ricerche, e non certo nei bar degli alberghi.
La Superclasse ora sta facendo l’amore con la giovane che è riuscita a imbucarsi nella festa, pronta ad accettare tutto. O si sta struccando, contemplando le proprie rughe e pensando che è giunto il momento di un nuovo intervento di chirurgia plastica. Oppure è impegnata a scorrere le notizie online per vedere se la sua dichiarazione di quel giorno è stata riportata. O sta ingollando la solita pillola per dormire, e quel tè che promette un dimagrimento senza alcun sacrificio. O, ancora, sta spuntando sulla lista delle consumazioni le voci per la colazione in camera, prima di appenderla al pomello della porta, insieme con il cartello “Non disturbare”. La Superclasse è sul punto di chiudere gli occhi e pensa: ‘Spero che il sonno arrivi presto; domani ho un appuntamento prima delle dieci.’
In qualsiasi caso, nel bar del Martinez, tutti sanno che i potenti si trovano lì. E se sono lì, loro hanno una chance.
Non li sfiora neppure l’idea che il Potere dialoga solo con il Potere. Che i potenti si incontrano di tanto in tanto per bere e mangiare insieme, per presenziare alle grandi feste, per alimentare la fantasia che il mondo del lusso e del glamour sia accessibile a tutti coloro che sono abbastanza coraggiosi da perseverare in un’idea. Quelle persone sanno di dover evitare le guerre allorché non risultano lucrose e, al contrario, di dover fomentare l’aggressività tra paesi o società quando prevedono che ciò potrebbe generare altro potere e altro denaro. Devono fingere di essere felici, sebbene siano ormai ostaggi del proprio successo. Devono continuare a battersi per aumentare la propria ricchezza e la propria influenza, magari già enormi – e questo perché la vanità della Superclasse li porta a una concorrenza spietata per stabilire chi sia veramente al top.
Per la biografia e la bibliografia completa dello scrittore brasiliano rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Paulo Coelho.
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