Edito da Nuova Ipsa Editore nel 2019 • Pagine: 77 • Compra su Amazon
In libreria la raccolta di favole espressamente pensate per invogliare i bambini a mangiare determinati alimenti.
Si sa, i bambini più piccoli fanno spesso capricci all'ora dei pasti: ci sono bimbi che mangiano poco, altri che chiedono sempre lo stesso alimento, altri che non riescono proprio a mandar giù la frutta o la verdura. Per molte mamme l'ora della pappa può trasformarsi in un vero banco di prova!
“La favola imbandita” è un libro di 10 favole, nato con l'obiettivo di invogliare i bambini più schizzinosi a cibarsi di quegli alimenti che solitamente rifiutano. Nelle storie il cibo non è l'elemento principale, ma ne fa parte integrante. Il bambino viene incuriosito e invogliato a provare l'alimento citato nella favola, anche per spirito di emulazione verso il protagonista. Alla fine di ogni storia, la ricetta del piatto proposto viene riportata sotto forma di filastrocca. L'insieme delle 10 filastrocche costituisce una unità narrativa integrante e nel contempo autonoma, come un libro nel libro.
Il libro è corredato anche da originali disegni in colori pastello che stimolano la fantasia dei bambini e li aiutano a immergersi nelle storie.
La fantastica avventura di Loxi
Annarella Asuncion Morejon
In un paese fatato c’era un’immensa e antichissima foresta, chiamata Negel. Al centro di questa foresta si trovava il paese degli elfi. Era un posto fresco e verde che profumava di erba appena tagliata.
Il nome del paese era Verdius, poiché tutti gli abitanti erano di colore verde. Gli elfi andavano molto d’accordo fra di loro e, in ogni occasione festiva, preparavano un’enorme tavolata da un estremo all’altro del paese e vi sedevano tutti per divertirsi insieme.
A Verdius abitava un piccolo elfo di nome Loxi. Era estremamente curioso e adorava scoprire nuovi posti, guardare i fiori sbocciare e vedere crescere tutti gli animali della foresta di Negel. A Loxi piaceva molto la scuola, arrivava sempre in anticipo ed era attentissimo a ciò che diceva il suo maestro, il saggio anziano Magopide, custode del Libro Magico. Il Libro conteneva tantissimi incantesimi, pozioni e magie d’ ogni tipo. Era custodito in una stanza segreta all’interno del Grande Albero della vita, che era la casa di Magopide. In una zona un po’ distaccata, sempre dentro il Grande Albero, c’era un’ampia stanza che Magopide aveva adibito a scuola.
Un giorno Loxi arrivò a scuola più presto del solito, ragion per cui non vi trovò nessuno. Decise così di dare un’occhiata all’abitazione del Grande Maestro, che in quel momento faceva la solita passeggiata mattutina. Cominciò a curiosare in ogni angolo, finché arrivò davanti a una porta circolare con una maniglia a forma di stella.
Loxi aprì la porta e al suo interno trovò un leggìo con sopra un grande libro aperto. Il piccolo elfo si avvicinò pieno di curiosità. Iniziò a sfogliare le pagine del librone, finché il suo sguardo si fermò su un bellissimo dipinto che ritraeva un uccello splendente nei colori dell’oro. Il libro che stava sfogliando era proprio il Libro Magico di Verdius, ma Loxi non lo sapeva. Incominciò a leggere a voce alta la formula scritta sotto il dipinto e, in men che non si dica, il piccolo elfo si trasformò in una fenice. Loxi sentì fortissimo il desiderio di volare e in un batter d’ali si ritrovò fuori dalla stanza.
In quel preciso istante rientrò in casa il saggio Maestro che, nel vedere la porta circolare aperta e la fenice che volava via, capì subito ciò che era successo. Magopide prese a gridare:
-
Loxi, Loxi, torna indietro!
Ma Loxi non poteva sentirlo, volava alto nel cielo come una stella cadente. Volava e volava, disegnando cerchi, scendendo e risalendo, desideroso di scoprire tutto ciò che c’era nella grande foresta di Negel. Si sentiva l’elfo più felice del mondo. Per prima cosa, andò a vedere la luminosa cascata di diamanti, nella quale abitavano i pesci volanti, ognuno di un colore diverso: essi risplendevano alla luce del sole, creando uno spettacolo meraviglioso. Sorvolò il deserto delle tartarughe quadrate, enormi e molto veloci, e poi la foresta degli alberi danzanti al suono del vento. Volò per tutto il giorno, finché si sentì stanco ed affamato. Allora decise di fare ritorno al Grande Albero della vita. Appena attraversò la finestra, vide il saggio Maestro che lo aspettava corrucciato accanto al Libro Magico.
-
Ah, Loxi, Loxi! Hai letto l’incantesimo della fenice e cosi ti sei trasformato nel mitico uccello. Ora, per ritornare ad essere un elfo, devi volare fino alla Montagna Piangente. Sulla sua cima cresce un’erba magica, devi coglierla e portarmela, così io ti preparerò il cibo che ti farà ritornare come prima.
Loxi partì come una freccia e dopo un po’ arrivò alla Montagna Piangente. Si posò sulla sua cima e prese a raccogliere l’erba magica. All’improvviso la Montagna incominciò a tremare ed a parlare. Gli chiese:
-
Perché strappi la mia erba magica?
-
Mi è indispensabile, altrimenti non posso ritornare ad essere un elfo verde.
Loxi raccontò la sua disavventura. La Montagna Piangente si divertì molto nel sentire quella storia e, per la prima volta, smise di piangere. Diede a Loxi il permesso di raccogliere l’erba magica, a condizione che ritornasse ogni tanto a farle visita. Loxi acconsentì di buon grado, raccolse l’erba e fece ritorno al Grande Albero della vita.
Il saggio Maestro gli preparò l’erba secondo la ricetta del Libro, Loxi la mangiò tutta e tornò ad essere un elfo.
Nonostante il rimprovero del suo Maestro, Loxi era felicissimo per ciò che era successo e per tutte le cose meravigliose che aveva potuto vedere. Era stata l’avventura più straordinaria della sua vita.
Da quel giorno, a scanso di altri incidenti, il Maestro chiuse sempre a chiave la stanza del Libro Magico. Fu però una precauzione inutile, dato che Loxi ricordava l’incantesimo a memoria.
Così, ogni volta che voleva sentirsi libero di volare sulla foresta di Negel, di far visita alla Montagna Piangente o di conoscere luoghi inesplorati, Loxi pronunziava la formula magica, spiegava le ali e partiva come una stella cadente.
Bietole imburrate
saporito ed indicato
per bambini golosoni
che sian birbe o siano buoni.
Ci vuol poco e porti in tavola
un contorno delizioso
come nella bella favola
di quell’elfo assai curioso.
Metti l’acqua in una pentola
al calore della fiamma
mentre intenta la tua mamma
monda e lava ben la bietola
nell’attesa del bollore
per lessarla col vapore.
Bianche coste e larghe foglie
a cottura mamma toglie
dalla pentola fumante
e le lascia qualche istante…
giusto il tempo che in gran fretta
in padella il burro scioglie
(con un aglio che poi toglie)
e la bietola vi getta
mantecandola pian piano
con formaggio parmigiano.
Nella favola dell’elfo
questo piatto è una magìa
che trasforma in realtà
ogni sogno o fantasìa.
E per te sarà altrettanto:
quando vuoi volar pertanto
bieta al burro e parmigiano
e sarai sul… deltaplano!
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea di scrivere un libro di favole incentrate sul cibo è nata dall’esigenza di far mangiare a mia figlia Elisa gli alimenti che rifiutava categoricamente, come le verdure, la frutta, il pesce e l’insalata.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Essendo stato il primo libro che ho scritto è stato difficilissimo finirlo. L’ho riscritto per ben tre volte, perché non ero mai soddisfatta.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sono una lettrice vorace sempre alla ricerca di nuovi generi ed autori, ma con un debole per i classici. Nell’ambito della letteratura infantile i miei autori di riferimento sono: Andersen, i Grimm, Gianni Rodari, Julia Donaldson, J. K. Rowling, Kate DiCamillo, Dr. Seuss, Jill Barklem, Beatrix Potter, C. S. Lewis e molti altri.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Attualmente vivo in Umbria, in passato ho vissuto nei Paesi Baschi e a Cuba, dove sono nata.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mi auguro di finire tutte le bozze che ho nel cassetto, di pubblicare un libro con una delle mie case editrici preferite e soprattutto di migliorare il mio stile letterario attraverso la lettura, la scrittura e il confronto con il mondo che mi circonda. Ma ciò che mi auguro soprattutto è che i miei testi appassionino i bambini e li invoglino ad amare la lettura.