Vi consigliamo 12 tra i più importanti manuali e libri di etologia disponibili in Italia; volumi ottimi per chi deve studiare la disciplina e per chiunque voglia saperne di più sul comportamento degli individui del regno animale. Dei manuali riportiamo le edizioni più aggiornate disponibili nel 2023; in generale, a parte alcuni classici il cui posto in questa lista non poteva essere messo in discussione, abbiamo favorito testi di recente pubblicazione.
L’etologia è disciplina incredibilmente affascinante, basata sullo studio comparato dei comportamenti delle varie specie animali che popolano il nostro pianeta, che racchiude in sé competenze proprie di svariati altri campi, in primis zoologia ed ecologia. Sebbene una grande spinta venne impressa alla disciplina nella prima metà del secolo scorso, e con gli ultimi decenni che l’etologia ha trovato una grande espansione, si è ammodernata, ampliata e intrecciata più strettamente alle altre discipline cui si interfaccia per analizzare a fondo il mondo della vita animale sulla terra.
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I libri consigliati
Quarta edizione italiana del manuale di Alcock. “In questa edizione ho raccolto un campione di risultati sperimentali recenti e meno recenti, organizzandoli attorno a un nucleo di temi più sedimentati che aiutano a dare una struttura all’intera trattazione. Fondamentale, fra tutte queste idee, è la nozione di teoria della selezione naturale, che fornisce un meraviglioso strumento per comprendere le cause del comportamento in una prospettiva evoluzionistica, che si parli di vermi o di rinoceronti. Mi piacerebbe pensare che questo libro sia impregnato di teoria darwiniana fino al punto che i miei lettori arriveranno ad adottare una chiave interpretativa evoluzionistica in tutte le occasioni in cui eserciteranno la loro curiosità su qualche aspetto del mondo naturale”.
Negli ultimi sessant’anni l’Etologia ha affinato i propri strumenti d’indagine: alla semplice osservazione sul campo si sono aggiunti gli esperimenti, il confronto fra specie, l’uso di modelli e di simulazioni matematiche. Ne è emerso un elegante e divertente ventaglio di teorie in grado di spiegare perché gli inquilini con cui dividiamo il pianeta Terra adottano certi modi di agire e non altri. Con un linguaggio chiaro e ricco d’immagini, questo libro racconta uno degli aspetti più affascinanti del comportamento degli animali: le strategie con cui essi riescono a condurre una vita sociale tale da permettere loro di sviluppare al massimo il senso biologico della propria esistenza.
Mai come negli ultimi decenni la fascinazione per il regno animale ha prodotto un sapere così esteso, che a sua volta ha alimentato in un pubblico via via più largo curiosità sempre nuova e inesauribile meraviglia. Circolo virtuoso che va ascritto a merito di quegli scienziati capaci di coniugare rigore nella ricerca e talento espositivo. Aubrey Manning e Marian Stamp Dawkins in questo si sono rivelati dei capiscuola. Difficile eguagliare la loro abilità di riuscire accattivanti nel sintetizzare gli aspetti neuroetologici, fisiologici, sociobiologici ed ecologici delle faune selvatiche e delle specie domestiche.
Negli ultimi decenni le scienze biologiche hanno ricostruito i tratti evolutivi che ci legano agli altri animali sul piano morfologico e genetico. Un risultato già stupefacente, se non fosse che ora ci avviamo a un salto ulteriore: verificare l'incidenza di quei tratti a livello cognitivo e affettivo-emotivo. Da rigoroso ricercatore sul campo, Safina ci immette in tre paesaggi esemplari: una riserva africana, dove elefanti dalle variegate "personalità" si aggregano in una spiccata socialità; il parco di Yellowstone, dove i lupi si muovono echeggiando cadenze pleistoceniche, fra strategie di predazione e sorprendenti gerarchie sociali, e le acque del Pacifico nordoccidentale, dove cetacei di diverse specie interagiscono col "Sapiens" in modi inaspettati e toccanti.
Al pari della teoria relativistica di Einstein o di quella psicoanalitica di Freud, l’etologia, la scienza di cui Konrad Lorenz è stato l’iniziatore e che studia il comportamento animale con il metodo dell’analisi comparata, è entrata ormai stabilmente nella “coscienza collettiva” e nella cultura dell’Occidente. Questo trattato di “fondamenti e metodi” è una vera summa del pensiero lorenziano, con la quale deve misurarsi anche chi voglia solo contestarne i risultati. Accusato spesso di eccessivo innatismo, Lorenz sorvola qui sugli aspetti del comportamento umano, ma i risultati di etologia animale che vengono illustrati sono di portata così generale che il riferimento è trasparente.
La soggettività è uno stare nel mondo e affrontare problemi comuni alla condizione dell'essere animali ma farlo in modo singolare. Riconoscere una soggettività animale significa rivalutare lo stato dell'essere nei suoi caratteri di base che trascendono l'appartenenza a un percorso filogenetico particolare. Essere soggettivi significa poter utilizzare le proprie dotazioni come si usa una mappa di una città per realizzare in modo corretto la singolarità del proprio itinerario. Ecco allora che l'essere animale è qualcosa che mi riguarda e che posso capire. Postfazione di Felice Cimatti.
Un gatto davanti allo specchio. Che cosa vede? Si riconosce? Pare che alcuni vertebrati e invertebrati reagiscano alla loro immagine riflessa. E girini, ippopotami, ciprini dorati, macachi e gabbiani possiedono una qualche forma di consapevolezza? Insomma, esistono menti non umane? Quando Donald R. Griffin ci si avventurò da pioniere, quello dell’etologia cognitiva era un terreno vergine, a cui guardavano con sospetto l’imperante behaviorismo e quanti nel mondo scientifico ritenevano che l’indagine sulla mente degli animali fosse così scopertamente viziata da una proiezione antropomorfa da non poter rientrare in una seria ricerca sperimentale.
Nella loro strabiliante varietà, gli animali perseguono scopi simili: sfruttare le risorse disponibili, evitare i predatori e assicurarsi il successo riproduttivo. Non solo ciascuna specie ci riesce con modalità particolari, ma all’interno delle singole specie gli individui sembrano agire strategicamente anche in ragione dei costi e dei benefici. Le variazioni microevolutive e le condotte inter- e intraspecifiche compongono il quadro comparativo dell’ecologia comportamentale, o ecoetologia, di cui gli scienziati John Krebs e Nicholas Davies sono i massimi esperti. Questo testo, in nuova edizione ampliata, informa con vivace concisione, e attraverso un ricchissimo apparato illustrativo, su tutti gli aspetti della disciplina.
L’autore svela senza reticenze gli aspetti più sfuggenti della vita animale, come l’intelligenza, le emozioni, la capacità di soffrire. Legando i dati sperimentali agli aneddoti, Marc Bekoff sottolinea il punto di vista di molti animali diversi: dal proprio cane, compagno di vita e assistente sul campo, ai pinguini di Adelia, studiati in Antartide, ai coyote, di cui analizza l’affascinante comportamento sociale. Ci costringe a riflettere sulla liceità della nostra intromissione nel mondo degli animali, verso i quali abbiamo il dovere della responsabilità e della compassione, perché il nostro unico pianeta possa essere un luogo migliore per ogni forma di vita. Con una prefazione di Jane Goodall.
Benché mammiferi e uccelli siano unanimemente considerati le creature più intelligenti, si va imponendo una diversa, sorprendente, evidenza: da un ramo dell’albero della vita assai distante dal nostro è nata una forma di intelligenza superiore, i cefalopodi – ossia calamari, seppie e soprattutto polpi. In cattività, i polpi sono in grado di distinguere l’uno dall’altro i loro guardiani, di compiere scorrerie notturne nelle vasche vicine per procurarsi del cibo, di spegnere le luci lanciando getti d’acqua sulle lampadine, di mettere in atto ardite evasioni. Com’è possibile che una creatura tanto dotata abbia seguito una linea evolutiva così radicalmente lontana dalla nostra?
Definiamo abitualmente cultura tutto ciò che non è natura. Possiamo quindi domandarci se gli animali hanno una cultura come la intendiamo noi? Certamente no, è la risposta più ovvia. Eppure, studiando il comportamento animale, assistiamo a bizzarrie non facilmente spiegabili: le lontre marine usano delle pietre per rompere i gusci dei molluschi di cui sono ghiotti, alcuni passeri delle Nuova Zelanda imparano rapidamente il linguaggio degli uccelli delle aree nuove in cui arrivano, le cince hanno imparato a bucare l’alluminio delle lattine per berne il contenuto. Sembra quindi che la chiave della “cultura” degli animali sia proprio l’apprendimento e che ancora una volta la straordinaria capacità evolutiva delle specie abbia permesso di sviluppare una risposta adattattiva alle difficoltà ambientali.
“Istinto” e “intelligenza” sono i termini che meglio si prestano a definire il campo di studio della scienza del comportamento animale: per questo Anthony Barnett li ha scelti come concetti chiave per guidare il lettore nel suo libro introduttivo e rivolto ai non specialisti. Nella sua esposizione, ormai divenuta un vero classico dell’etologia, Barnett offre un panorama completo sul comportamento umano messo a confronto con quello degli animali: quali sono gli effetti della ricompensa e della punizione nell’addestramento, quali sono i meccanismi sociali all’interno di una comunità di scimmie antropomorfe? Con il suo stile brillante “Istinto e intelligenza” ha giustamente contribuito a diffondere e a rendere popolare l’etologia.
Si può parlare di follia negli animali? È possibile farlo in etologia? Lo studio del comportamento patologico degli animali non ha forse ricevuto sin ora sufficiente attenzione da parte dell'etologia. Un approccio euristico strutturato sugli assunti dettati dall'etologia è oggi necessario per promuovere una discussione non soltanto basata sull'analisi dei sintomi e dei possibili approcci terapeutici, ma anche su un tentativo di esplicazione teorico, in un'ottica evolutiva, finalizzato alla discussione dei meccanismi a cui tali anomalie del comportamento potrebbero rispondere. In Etologia patologica il lettore troverà una proposta di interpretazione, articolata su una descrizione dei fenomeni con riflessioni e ipotesi dal carattere spiccatamente interdisciplinare.
Il termine etologia (dal greco ethos e logos, intesi come «carattere o costume» e «studio») indica la moderna disciplina scientifica che studia l’espressione comportamentale degli animali (compreso l’uomo), seguendo gli stessi criteri con i quali viene condotta la ricerca in altri campi della biologia. Il termine racchiude nella maggior parte delle lingue europee l’originaria espressione tedesca vergleichende Verhaltensforschung («ricerca comparata sul comportamento»), utilizzata da Konrad Lorenz, considerato padre fondatore della disciplina.
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