Vi presentiamo i migliori libri sui Romanov, la famiglia che ha governato una discreta parte del mondo per più di trecento anni, che annovera tra i suoi membri uomini e donne che hanno lasciato un segno nella storia (da Pietro il Grande alla zarina Elisabetta fino a Nicola II) e altri meno conosciuti, ma non di rado tormentati e brillanti. La storia della famiglia Romanov è anche una storia di sangue e sofferenza, dei cittadini e dei regnanti stessi, di grandezza, di intrighi e potere, ed è, ovviamente ma significativamente, una storia russa. Per tutti coloro che vogliono saperne di più sulla dinastia, vi consigliamo alcuni saggi da leggere, e in fondo all’articolo anche un romanzo, per chi vuole avvicinarsi alle vicende dei Romanov attraverso la narrativa.
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Contenuti
I Romanov (1613-1918)
I Romanov hanno governato per oltre tre secoli un sesto della superficie terrestre e sono stati la dinastia di maggior successo dell’era moderna. Come ha potuto una sola famiglia trasformare un piccolo e oscuro principato nel più grande impero del mondo? Quale prezzo di sofferenze e di sangue hanno dovuto pagare i loro sudditi? E perché e come il loro dominio ha di colpo iniziato a franare all’inizio del XX secolo? Simon Sebag Montefiore è riuscito a rispondere a queste domande racchiudendo in un’unica narrazione la vertiginosa avventura di una ventina di zar e zarine, valutati e descritti non solo negli scenari della storia maggiore – incoronazioni, complotti, avvicendamenti dinastici -, ma, con il supporto di documenti e carteggi, anche in quelli meno noti della vita privata e familiare. Sebag Montefiore ha suddiviso la trama del racconto in 3 atti e 17 scene, i cui cast sono gremiti dei personaggi più disparati: ministri e boiari, impostori e avventurieri, arrampicatori sociali e cortigiane, rivoluzionari e poeti.
La storia dei Romanov
La storia dei Romanov è un’opera dedicata alla dinastia che ha regnato sull’Impero russo per tre secoli, dal 1613 al 1917. L’inchiesta, accompagnata da numerosi viaggi in Russia, tiene conto di scoperte e studi recenti, a volte ricchi di rimesse in causa o, al contrario, di revisioni, talvolta addirittura di riabilitazioni. Si tratta di capire in quale ambiente la storia dell’antica Russia sia oggi raccontata, spiegata, compresa, in un Paese che non cessa a tutt’oggi di volgere sguardi nostalgici al suo passato imperiale, troppo a lungo celato dall’oblio dell’ideologia e della propaganda. Il libro è un’ottima occasione di recuperare una memoria storica senza le imposture e la disinformazione seguite alla Rivoluzione, alla guerra civile e al totalitarismo. Da Pietro il Grande a Nicola II scorre vivace nella narrazione dell’autore la successione dei sovrani di Russia, che dominarono il più vasto Paese del mondo. Il destino dei Romanov, una famiglia riabilitata dalla storiografia, è descritto in un percorso orientato a seguire la costruzione della Russia imperiale e del suo ruolo nella storia mondiale.
La fine dei Romanov
Dagli antefatti ai motivi che portarono all’eliminazione di Nicola II e della sua famiglia nel seminterrato di casa Ipatiev a Ekaterinburg, l’autore di questo libro ricostruisce con una rigorosa indagine storica la strage di reali più celebre del XX secolo e fa tabula rasa di luoghi comuni e falsità. Ad esempio, con prove irrefutabili e definitive, dimostra come tutti gli ultimi Romanov siano morti nella strage del 17 luglio 1918 e come quindi le varie sedicenti Anastasia e gli pseudo Alessio siano o impostori o mitomani; chiarisce il ruolo di Vassilij Jakovlev, incaricato dal Cremlino di trasferire la famiglia dello zar a Ekaterinburg; rivela che solo Lenin si dichiarò contrario all’eliminazione che venne invece affrettata dai capi del Soviet degli Urali che temevano che la famiglia imperiale cadesse nelle mani dei bianchi. Il libro è arricchito da una documentazione fotografica, con istantanee private dei Romanov scattate dallo stesso zar.
I Romanov. Storia di una dinastia tra luci e ombre
Il testo ripercorre i trecento anni della leggendaria dinastia dei Romanov in un racconto con al centro grandi figure, zar e zarine che hanno portato l’impero a brillare nello scenario europeo e occupare dimensioni mai viste. Pietro il Grande, con la passione dell’Occidente, Elisabetta, la Semiramide del Nord, Caterina II, la zarina attratta dagli ideali dell’Illuminismo: le vicende dei protagonisti sono dominate da sete di potere, debolezze, intrighi di ogni sorta e fatti inaspettati, che rendono la loro storia irresistibile e il fascino senza tempo. Tuttavia questo mondo dorato arriverà all’epilogo più atroce, perché l’intera famiglia reale verrà trucidata a Ekaterinburg, in una notte di luglio di cento anni fa, e per molti anni il segreto di quei corpi sarà accuratamente nascosto.
Nicola II. L’ultimo zar e la tragica fine dei Romanov
Con grande abilità, attraverso il diario intimo di Nicola II e le memorie dei suoi contemporanei, H. Troyat, ci offre un documento di grande rilevanza per capire la Russia del nostro tempo; infatti questa visione del passato, con i nazionalismi emergenti, con gli scontri ideologici e i timidi passi verso il parlamentarismo, illumina in modo singolare i problemi della Russia contemporanea e delle sue mille anime. Colpisce, in queste pagine, il distacco dello storico, che registra gli eventi e, nello stesso tempo, la partecipazione umana dell’Autore al travaglio di un uomo lasciato sostanzialmente solo.
L’ultimo zar. Nicola II, Alessandra e Rasputin
A mezzanotte del 16 luglio 1918 un plotone della Ceka, la polizia segreta bolscevica, raduna nello scantinato di una casa di Ekaterinburg lo zar Nicola II e la sua famiglia. Il massacro dura venti minuti. I Romanov, uomini, donne, bambini, sono cancellati dalla Storia. È la fine di un mondo di cui Nicola e la zarina Alessandra furono protagonisti tragici, incapaci di fronteggiare il destino che li aspettava. Piccolo, pigro, impreparato a regnare, ossessionato dalle superstizioni, l’ultimo zar è stato definito ora patetico, ora sanguinario. La sua vita, segnata da oscuri presagi ed eventi drammatici, si è consumata fra gli intrighi di una corte corrotta e anacronistica dominata da figure oscure come Rasputin, monaco diabolico, terribile e meraviglioso. Uno zar che non è stato grande, ma che ha avuto una grande storia che merita di essere raccontata.
La croce esoterica dei Romanov
Cento anni fa, una giovane donna in fuga da un destino avverso approdava dopo un tremendo e disperato viaggio su una desolata isola nell’Artico, portando con sé un terribile segreto e una misteriosa croce d’argento con quattro smeraldi. Quasi un secolo dopo, un epidemiologo dell’esercito americano, reduce da una missione sfortunata, viene incaricato di un compito gravoso: recarsi su quell’isola e indagare su un fenomeno potenzialmente letale. Il terreno ghiacciato ha infatti cominciato a sciogliersi, portando alla luce i corpi mummificati di un’antica colonia sterminata dalla famosa influenza spagnola del 1918. Frank Slater, insieme alla sua squadra, affiancato da una forte e sorprendente donna inuit, dovrà assicurarsi che il virus mortale non sia ancora attivo e, in caso contrario, che non si propaghi di nuovo. Ma la missione si fa presto molto più complicata di quanto già non sembrasse. Quell’isola sperduta tra la Siberia e l’Alaska pare custodire un arcano potere che viene da lontano, vegliato da voraci lupi neri.
L’inizio e la fine dei Romanov
I Romanov hanno la loro origine assieme a due dozzine di altre famiglie nobili russe: il loro antenato comune più antico è Andrej Kobyla, attestato come boiardo al servizio di Simeone di Russia. Probabilmente le origini di Kobyla non erano molto nobili e significative: poiché il termine “kobyle” in russo vuol dire “cavallo” ed alcuni suoi parenti ebbero per soprannome nomi di cavalli o di animali domestici, si può pensare che appartenesse alla servitù reale.
L’ultimo zar della dinastia Romanov ed in generale della Russia, fu Nicola II. Condannato a morte dal soviet degli Urali, egli, e con lui tutta la sua famiglia, fu fucilato a Ekaterinburg, fatto a pezzi e bruciato (nelle fiamme o attraverso l’uso di acido solforico) da alcuni bolscevichi; i corpi sono ora sepolti a San Pietroburgo, nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo.
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