Edito da Lisa Dallapiccola nel 2020 • Pagine: 120 • Compra su Amazon
"Affini" è un libro che racconta la storia intensa di due ragazze che s'incontrano condividendo dolore e sofferenza, assaporando lentamente la gioia dei sorrisi ed imparando quanto possa essere meravigliosa la vita. E' la storia avvincente dell'amicizia tra due giovani che si conoscono in uno dei posti meno desiderabili al mondo: una comunità per minori. Due ragazze che si riscoprono essere spiriti congiunti. Un romanzo in cui s'intrecciano tragedia e romanticismo, dolori strazianti e gioie incontrollabili. "Affini" racconta di come potercela fare, nonostante il dolore atroce, nonostante le avversità e le sofferenze, racconta di come, grazie all'amore si possa smettere di sopravvivere, per cominciare a vivere
E RUDI… NON VIENE?
Sdraiato sul letto con la pancia in giù e lo zaino sulle spalle, stringeva Pigro a sé. Pigro era un enorme tigre morbidissima e con l’occhietto un po’ scucito. Decisamente il suo pupazzo prediletto.
Samuel si guardava intorno: c’erano pezzetti di scotch alle pareti con lembi di poster ancora attaccati. Lena aveva praticamente staccato tutto dai muri e ripulito i mobili. Quando erano partiti per il mare, qualche anno prima, in camera erano comunque rimaste le loro cose. Non capiva perché Lena avesse messo tutto nei sacchetti e nei borsoni questa volta.
L’aveva seguita con lo sguardo nei giorni scorsi, osservando i suoi movimenti silenziosi mentre meticolosamente sistemava nelle borse i suoi vestiti. Ma perché aveva messo via sia la gonnellina rosa leggera che metteva al mare, sia la sciarpa? Non aveva senso.
La maggior parte delle loro cose erano ammassate vicino alla porta. Sulle mensole e sulla credenza si intravedevano i segni disegnati dalla polvere che ricordavano la presenza di oggetti. C’erano cerchi, quadrati, rettangoli… senza più i giochi e i libri si vedeva di più lo sporco.
Non aveva mica capito dove sarebbero andati il giorno dopo.
Una casa grande con tanti bambini gli pareva di aver capito dalla Federica, quella che quando l’aveva conosciuta sorrideva continuamente e scriveva tante cose nel suo quaderno viola scuro. Usava una bella penna, di quelle che costano tanto, cancellabili, con dentro le cartucce di diversi colori. Lui non poteva averla, la mamma diceva che costava troppo. Allora la Federica era ricca. Tenente sociale gli pareva si chiamasse. “La Federica” era più semplice.
Il suo sguardo si fermò sul piccolo Rudi, la sua casetta era un po’ sporca di verde, doveva ricordarsi di chiedere a Lena una mano per pulire le pareti. Improvvisamente Samuel si sentì pervaso da un sentimento di terrore. “Leniiiiiii!! Leniiiiiiiiii” la sorella accorse preoccupata, spalancò la porta della stanza. “Leni ma chi si occuperà di Rudi quando siamo via? E quanto staremo via? E perché andiamo via? Ma Rudi non viene? Se lo nascondo nella giacca non se ne accorgerà nessuno” Lena non sapeva cosa rispondere e Samuel se ne stava accorgendo. Impossibilitato a fermarsi nel fare domande, la sua agitazione cresceva. Aumentava esponenzialmente. Iniziò a singhiozzare, poi il respiro si fece più affannoso. Le inspirazioni sempre più rapide, le espirazioni sempre più corte. Il cuoricino gli batteva così forte nel petto che gli pareva potesse esplodere da un momento all’altro. La testa pesante, piena, dolorante. Le lacrime salate erano giunte alla bocca pizzicando le guance.
Saranno state le cataste di borse all’entrata, sarà stata la tartaruga Rudi, sarà stata la tristezza che già pervadeva la stanza… sarà stata la pioggia che incessantemente batteva sulle finestre sporche. Sembrava la scena triste di un film. Sta di fatto che Samuel si rese conto che forse non sarebbe stato come andare a dormire dall’amico Aaron, forse non sarebbe più tornato nella loro cameretta.
E la mamma? E il papà? …E Rudi?
Chi si sarebbe preso cura del piccolo Rudi?
Samuel si abbandonò tra le braccia della sorella, uno, due, cinque, quindici minuti… lasciandosi cullare dalla litania che Lena accennava già da un po’ “Naa na na nana, don’t worry, be happy… na, na, na, na, naa…”
Stai tranquillo, non ti preoccupare e sii felice, gli aveva detto che voleva dire. La voce calma di Lena che canticchiava quella canzoncina aveva sempre un potere calmante su Samuel. Si sentì improvvisamente stanco e non aveva più le forze per piangere. Le lacrime avevano smesso di scendere, il respiro si era fatto più calmo e gli occhi gonfi e pesanti.
Prima di addormentarsi tra le braccia di Lena, Samuel si perse a guardare Rudi con le zampette appoggiate sul sasso nella sua casetta. Questa volta sentì tristezza. Si disse che prima di domani avrebbe dovuto pulire con Lena la vasca e avrebbe messo del cibo in più per la sua tartaruga, affinché potesse averne abbastanza in attesa del suo ritorno.
La visuale si fece via via meno nitida, i contorni frastagliati, non se ne rese nemmeno conto e si addormentò, sfinito.
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea del libro è nata come progetto in comunità: settimanalmente veniva proposto ai ragazzi un gruppo terapeutico, ove parlare di tematiche comuni ai minori, dove condividere vissuti ed emozioni. Ecco che una delle attività fatte prevedeva la scrittura di un libro (scritto da me) sulle loro storie: ogni ragazzo ha lavorato su un tema in particolare, tutti sono stati coinvolti nella stesura del libro. Dopo diversi anni passati a lavorare in comunità, il mio percorso professionale mi ha portato a lavorare altrove e quel progetto del libro alla fine non si è mai concluso. Dopo qualche mese lontana dalla comunità in un weekend ho aggiunto diversi capitoli ed ho dato una fine a quel libro e probabilmente anche a quel meraviglioso capitolo di vita professionale e personale.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Non è stato difficile per nulla, i capitoli mi hanno attraversata come un fiume, le idee erano tutte dentro di me ed i ragazzi mi hanno fatto un dono prezioso raccontandomi di loro. Ho semplicemente scritto.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
In realtà per scrivere questo libro non ho tenuto conto di nessun autore in particolare. E a dire il vero non ho un autore di riferimento in particolare devo dire.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo in una meravigliosa regione montana, il Trentino Alto Adige, ho sempre vissuto qui, ne sono innamorata. Una casa vicino al bosco, un compagno di vita meraviglioso, un cane e tre gatti.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mi piacerebbe riuscire a scrivere per professione, anche se per ora mi tengo stretta i miei lavori come educatrice. Ho molte idee per delle storie future, anche legate ad “Affini” stesso!!
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