Edito da Flavio Rosa nel 2020 • Pagine: 332 • Compra su Amazon
Aotheria, un continente un tempo pacifico e ordinato, oggi sull'orlo del collasso. Un territorio inesplorato per Shyn, che nel giorno del suo ventesimo compleanno, stufo di una falsa verità, scopre il suo passato andato perduto.
Una scelta difficile da accettare lo porterà ad esplorare nuove frontiere, per lui considerate inaccessibili. Nuovi e vecchi compagni si uniranno al suo viaggio, facendogli scoprire il resto del mondo, molto più complesso di quello che poteva immaginare.
Potrà fidarsi o lo tradiranno alla prima occasione? Il duro addestramento sarà sufficiente per affrontare i pericoli a cui andrà incontro? Riuscirà a compiere il suo destino?
Queste e molte altre domande tormenteranno le sfide che si presenteranno sul suo cammino.
Era notte e i corni risuonavano del loro lugubre presagio.
«Ci stanno attaccando!» urlò una sentinella posta sulla torre più alta.
La gente, ancora seduta alle lunghe tavolate, si alzava spaventata correndo senza ordine per le vie di Edheren.
«Mamma cosa sta succedendo?» gli chiese il piccolo, la madre era scioccata tanto quanto lui, ma non poteva darlo a vedere, aveva immediatamente capito la situazione e stava cercando una soluzione per sfuggire al pericolo imminente.
«Niente, non ti preoccupare», gli rispose la giovane elfa di nobili origini, «seguimi e tutto andrà bene.»
Corsero attraverso la città, era stata progettata come le stelle che si vedevano in cielo a quattro punte e dove partiva ogni punta era presente un portone principale.
Da quello che aveva potuto capire dalle urla e rumori di lotta avevano preso le prime due a ovest.
Decise di passare per le vie secondarie che portavano ai cancelli opposti, nessuno le conosceva meglio di lei, era abituata a farle per passare inosservata.
Giunsero al cancello, ma vide che stava per essere sfondato, dovevano trovare un’altra via.
Fortunatamente conosceva i progetti della cittadella e sapeva che esisteva un canale di scolo, che portava verso la foresta poco distante dalle mura.
Tolse la grata che chiudeva il passaggio e insieme al piccolo, passò attraverso quel luogo angusto.
L’odore era nauseabondo, ma sapeva che non potevano arrendersi per così poco.
Finalmente raggiunsero la radura, erano in salvo o almeno così credevano, perché pochi istanti dopo, sentirono dei rumori di passi in lontananza e videro delle scure figure in avvicinamento, erano armate.
«Vai! Corri senza voltarti, ti raggiungo fra poco», disse l’elfa.
Il bambino iniziò a correre, l’istinto gli diceva di continuare, non doveva pensare alla fatica che stava facendo o alla battaglia che stava infuriando all’interno delle mura.
Ad un tratto un urlo squarciò il cielo.
«Mamma!» urlò il piccolo voltandosi, ma nessuno udì quel disperato richiamo, coperto dal rumore della battaglia.
Voltandosi alla ricerca della madre non vide una grossa radice sporgente dal terreno, si inciampò e batté forte la testa contro un masso.
«Aaaah», esclamò Shyn alzandosi rapidamente dal suo letto, «sei solo tu!» un piccolo scoiattolo comparve sopra la sua pancia.
«Lo so che ti sei preoccupato perché mi agitavo, ma ti ho detto mille volte di non svegliarmi così», disse Shyn, mentre si alzava e iniziava a prepararsi per la giornata, «alla fine era solo un sogno… lo stesso sogno.»
Shyn era un giovane ragazzo aveva da poco compiuto i vent’anni e più di ogni altro desiderava scoprire cosa lo circondava, aveva la pelle di un colore verde chiaro con folti capelli di colore blu intenso che ricordavano la notte illuminata dai raggi lunari, questi ricadevano fino alle spalle ad eccezione di un paio di ciocche bionde che gli piaceva tenere legate con delle trecce.
Il suo fisico era già formato, si poteva notare che i lunghi anni passati nella foresta gli avevano donato dei riflessi eccezionali, per questo aveva un fisico snello pronto a scattare qualora si fosse presentata la necessità.
Era cresciuto da solo ad eccezione del suo maestro e del suo più fedele amico Gipsi. Non si fidava delle altre creature intelligenti che di tanto in tanto attraversavano la foresta.
Era molto riservato e aveva sviluppato un rapporto eccezionale con la natura, tutto questo anche grazie al suo maestro.
Gipsi lo accompagnava ovunque, lo aveva trovato quando era ancora nel nido, era stato abbandonato dai genitori quando avevano sentito una forte tempesta in avvicinamento. Forse proprio questo li teneva ancora più uniti.
Shyn lo prese con sé e pian piano riuscì a farsi accettare, facendogli capire che non aveva nulla da temere e che insieme avrebbero potuto affrontare qualsiasi cosa.
Grazie a duri allenamenti e riflessioni Shyn aveva imparato a creare con Gipsi, molto di più che un legame di amicizia, infatti riuscivano a mettersi in contatto e a comunicare senza bisogno di utilizzare alcuna parola, solamente trasmettendo ciò cui pensavano. Inoltre quando stabilivano il contatto delle loro menti potevano vedere quello che l’altro riusciva a vedere.
«Basta, è giunto il momento», disse Shyn risoluto, «non permetterò più al maestro di evitare il discorso, voglio sapere cosa rappresenta per me questo sogno.»
Erano anni che gli si ripresentava la stessa scena, ma ancora non era riuscito a capire il perché o cosa questa rappresentasse, sapeva solo che era legata al suo destino e che il maestro sembrava nascondere più di quello che voleva mostrare.
Si vestì come suo solito, abito leggero in cuoio, era primavera e il sole era appena tornato a scaldare le giornate, legò ai polsi e alle caviglie dei bracciali ricoperti da lunghe e strette foglie.
Mangiò rapidamente le bacche che aveva preparato il giorno prima e mentre prendeva la rincorsa afferrò il bastone, posto sopra il baule in cui custodiva i suoi beni.
Corse sopra il ramo largo all’incirca due metri fino a quando si lanciò nel vuoto, ma ad attenderlo c’era la liana che utilizzava per effettuare la discesa dalla sua casa-albero.
Una volta giunto a terra fischiò e una creatura a quattro zampe arrivò trottando verso di lui, era un Hika, aveva una corporatura massiccia e due lunghe corna sulla testa, sicuramente avrebbe intimorito chiunque, ma non Shyn, oramai conosceva ogni creatura della foresta, dato che era suo compito mantenere l’equilibrio nell’ecosistema in modo che i predatori non prendessero il sopravvento.
Con un agile balzo salì in groppa al nuovo arrivato e si diresse verso il centro della foresta.
Si fermò quando raggiunse una piccola radura al cui centro si trovava una roccia con un circolo di pietre attorno.
Sopra di essa era seduto in meditazione un piccolo essere con barba e capelli bianchi come le nuvole in cielo.
«Sei in ritardo…» disse inarcando un sopracciglio l’essere seduto immobile.
Non aveva neanche aperto gli occhi, ma era sicuro di parlare alla persona giusta.
«Hai ragione maestro Àbel, ma vedi… Oggi sento che sarà un gran giorno», disse Shyn senza esitazione.
Il maestro sospettando l’argomento del discorso iniziò a sospirare.
«Ho di nuovo fatto lo stesso sogno e oggi non accetterò altre risposte se non la verità.»
«Shyn quante volte te lo devo dire, non so nulla di quel che è successo e tu hai ancora tanto da imparare», esordì il maestro.
«Sai benissimo che questa non è la realtà, tu stesso mi hai insegnato a comportarmi in modo onesto e sincero, inoltre stai sottovalutando i tuoi insegnamenti, sai bene che ho imparato a sentire la natura circostante e ogni volta che introduco questo discorso, il tuo battito accelera improvvisamente», disse trattenendo a malapena l’entusiasmo.
«Ho sempre saputo che nascondevi qualcosa, ma non mi sentivo sufficientemente pronto, ora finalmente credo di esserlo!»
«No, non lo sei…ma capisco che stai crescendo e non mi darai tregua finché non saprai ciò che vuoi…eh va bene, avrai la verità, ma devi promettermi che seguirai sempre i miei insegnamenti.»
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea è nata da un sogno. Ho rivissuto spesso l’impresa di Shyn, fino a quando ho deciso di raccontarla ai ragazzi dell’oratorio durante un campo estivo. Sono rimasti entusiasti del racconto, così ho deciso di metterlo per iscritto, ma solamente nel 2018, quando, per scelte lavorative ho deciso con mia moglie di effettuare un lungo viaggio in Nuova Zelanda. Da quel momento ho deciso di scrivere per davvero, ispirandomi anche alla cultura dei Maori, con cui ho avuto la possibilità di collaborare, e alla magnifica natura presente in tutta la nazione. Il libro non è mai stato concluso, ma durante questo periodo di lockdown ho avuto modo di terminarlo e pubblicarlo.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Devo ammettere che le difficoltà sono state molteplici. La storia è sempre stata delineata fin dall’inizio, ma non sempre era semplice tradurla in pagine scritte. Con il passare dei capitoli però è diventato più facile e scorrevole ed ora sto già lavorando ad ulteriori progetti.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sarò scontato, ma non posso non citare J.K.Rowling, come per milioni di persone sono cresciuto con il suo mondo. In ogni caso non è stata l’unica autrice di riferimento, anche Licia Troisi ha riempito le mie giornate di lettura, così come Markus Heitz.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Ora vivo a Carmagnola in provincia di Torino, paese dove sono nato e cresciuto. Nel 2018 ho vissuto sette mesi in Nuova Zelanda e da quel momento la passione per i viaggi è diventata parte di me.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Per il momento riuscire a pubblicare il mio primo romanzo mi ha dato una grandissima soddisfazione e questo mi ha dato la spinta per credere nei miei sogni. Per questo motivo ho intenzione di proseguire la narrazione del mondo di Aotheria. Come dicevo prima sto lavorando ad un approfondimento della storia di Xion. In questo secondo capitolo si scopriranno molti dettagli che in “Aotheria: Il destino di Shyn” vengono solo accennati.
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