
Edito da Ferrari Editore nel 2019 • Pagine: 148 • Compra su Amazon
Calabria, sabato 1 maggio 1920: la quotidianità di Giosuè, detto Giuè, contadino analfabeta, scorre come sempre, nel suo piccolo mondo lontano da tutti. Non sa che di lì a poco la sua vita cambierà, non sarà mai più la stessa. Si ritroverà di colpo inchiodato a una sorte che lo trasformerà in un perfetto capro espiatorio da consegnare alla grottesca verità. L'immaginazione narrativa di Antonella Perrotta, partendo da un fatto realmente accaduto, distilla una fiaba giudiziaria ricca di grovigli di tensione, in bilico tra dramma e leggerezza, tra superficie e abisso, tra disperazione e speranza. La storia di Giuè diventa così una delicata e potente analisi dell'ipocrisia, della giustizia mancata, dell'indifferenza ma anche della capacità di reagire all'imprevisto. Una fruttuosa commistione tra realtà e fiction, per un romanzo ambientato nel tumulto del primo dopoguerra, con fatti e misfatti tanto attuali come allora.


Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea del libro è nata dopo aver letto dei documenti storici reperiti all’Archivio di Stato riguardanti un omicidio irrisolto consumatosi in Calabria il 1° maggio 1920, in occasione della Festa del Lavoro. Mi sono detta: perché lasciarlo irrisolto? In fondo, l’immaginazione colma le lacune e “ristabilisce l’ordine delle cose”, per dirla con una frase del film Saving Mr. Banks dedicato all’autrice di Mary Poppins. Ristabiliamolo quest’ordine, allora! Facciamo giustizia! Tranne che, scrivendo scrivendo, è venuto fuori, al contrario, un libro sulla “giustizia mancata”, sull’ipocrisia politica e sociale, sul compromesso, sul valore della verità e della libertà di pensiero.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Non è stato molto complicato portarlo a termine. La trama si è dipanata da sola, come una matassa non troppo aggrovigliata. Lo stile asciutto e diretto mi ha aiutato a descrivere al meglio luoghi, situazioni e personaggi sempre troppi giri di parole e tergiversazioni.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Si dice che la letteratura si nutre di letteratura. Alla fine, assorbiamo tutto ciò che leggiamo, anche se lì per lì non ce ne rendiamo conto, fino a elaborare uno stile e un linguaggio personale. Io ho sempre letto di tutto, ma proprio di tutto. Non posso, quindi, dire di avere nella scrittura dei particolari autori di riferimento, solo autori che mi coinvolgono di più e altri di meno. Non dico “mi piacciono”, perché, in fondo, la lettura è bella tutta.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Ho vissuto e vivo in Calabria. Per un po’ ho vissuto anche in Sicilia. Ho origini siciliane per metà.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto scrivendo un altro romanzo. Più o meno stesso genere, storico e giallo storico. Ma anche una raccolta di racconti dedicata alle donne, quelle che la vita fa a pezzi, ma che riescono a rimettersi in piedi e ricostruirsi daccapo.
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