
Edito da William Isaac Zoe nel 2018 • Pagine: 136 • Compra su Amazon
Paul e suo figlio Bill, sordo dalla nascita, vivono in un mondo pericoloso che sembra sicuro solo quando piove, ma qualcosa di misterioso si nasconde nella cittadina di Saint John, nel Dakota del Nord.
La narrazione si sviluppa in tre capitoli con tre punti di vista.
Quella di Bill: un ragazzo adolescente che vive in un mondo senza suoni e abitato dai mostri. Suo padre lo guida a diventare un uomo in maniera molto spesso dura. Il ragazzo troverà i mostri e li combatterà, ma nulla è come ci si aspetta.
Quella di Paul: il padre duro, rude e spesso violento. È un uomo di campagna, abituato a vivere nella piccola città di Saint John ma con profondi segreti e terribili fantasmi nascosti nel suo passato.
Quella del detective Clark: un detective chiamato dalla città per risolvere un caso di persona scomparsa ma che si ritroverà a scontrarsi con una realtà inaspettata.
Ogni mistero verrà risolto, ogni scheletro estratto dall’armadio e Saint John, con i suoi campi di grano turco e le sue piccole vie non sarà più la stessa.

27 Maggio
La pioggia cadeva sulle alte piante di mais che ondeggiavano accarezzate dal vento mentre le nuvole grigie ricoprivano il cielo oscurando il sole di fine Maggio.
Paul e Bill avanzavano bassi sprofondando ad ogni passo nella terra bagnata. Paul si bloccò ed alzando la mano stretta a pugno segnalò al figlio di fare lo stesso; entrambi stettero in silenzio ad ascoltare.
Bill lo imitò scostandosi i capelli, ribelli e arruffati, dalla fronte. Era bravo ad ascoltare, a distinguere i suoni ed escludere quelli superflui. Il ragazzo chiuse gli occhi ed escluse il rumore della pioggia battente, del fragore delle foglie mosse dal vento ed un suono catturò la sua attenzione. Sfiorò la spalla del padre indicandogli un punto lontano sulla destra. Paul accennò vedendo il coniglio immobile ed illuso d’essersi mimetizzato tra la terra e gli steli da cui spuntavano delle spesse foglie verdi. L’uomo si grattò la folta barba valutando l’obiettivo. Decise di affidare la balestra a Bill che, sfilando una freccia dal suo zaino, la armò puntando il mirino contro la preda.
– Ricordati, non avere fretta. – Sussurrò l’uomo muovendo appena le labbra sotto i folti baffi – Tieni entrambi gli occhi aperti, inspira profondamente e quando sei pronto premi il grilletto.
Le mani di Bill tremavano e l’obiettivo faticava a restare nel mirino.
Si morse la lingua tanto forte da farsi male per concentrarsi, respirare più lentamente ed evitare di tremare.
– Avanti, premi quel grilletto. – Mormorò Paul a denti stretti.
La balestra cominciava a pesare e la pioggia battente offuscava la vista del ragazzo.
– Ora! – Esclamò impaziente ma troppo forte. Il coniglio, allarmato, si dileguò sparendo in un istante.
La freccia scoccata s’infilzò a vuoto nel terreno.
L’uomo, iroso, batté i pugni al suolo imprecando e strappò bruscamente l’arma dalle mani del figlio.
– Come pensi … – urlò per poi abbassare la voce – … come pensi di sopravvivere contro le Belve se non riesci a colpire uno stupido coniglio?!
– Scusa…- Rispose il ragazzo con rapidi gesti delle mani.
Il padre volse la testa per non tradurre la risposta del figlio.
Bill strinse le labbra in una smorfia. Non piangeva ormai da molti anni, il padre non gli permetteva di essere debole ma la sua incapacità di parlare era per Paul fonte di profonda delusione e non mancava mai di rimarcarlo volgendo la testa altrove quando lui aveva più bisogno di parlargli.
– Torna alla macchina. – Tagliò corto, secco, senza lasciar spazio ad alcuna risposta.
Bill ripercorse la strada, guardingo, ben attento ad ogni movimento e ad ogni ombra attorno a sé. Suo padre gli aveva sempre detto che con la pioggia erano al sicuro ma ciò non doveva fargli abbassare la guardia, perché è proprio allora che le Belve ti scoprono e ti uccidono.
Pensieroso raggiunse il pick-up trascinando i piedi nel fango. La vecchia Nissan di suo padre, persino ora, quasi sedicenne, gli sembrava ancora enorme. Contemplando la carrozzeria, sempre sporca di terra da che aveva memoria, notò qualcosa nascosto dalla ruota anteriore. Si guardò alle spalle per controllare se fosse solo, si chinò ed afferrò quello che sembrava essere un libro infangato nascondendolo sotto la camicia.
Salì in macchina facendo attenzione a non far rumore richiudendo la portiera.
Il padre tornò almeno quindici minuti più tardi con due conigli morti in mano. Appoggiò silenziosamente l’arma e le prede nel vano posteriore, salì poi sull’auto al posto di guida; girò lentamente la chiave e il motore ruggì. Percorsero la strada sterrata con la visibilità ridotta al minimo per la pioggia e gli ormai logori tergicristallo.
Bill guardava fuori dal finestrino contemplando le silenziose e sterminate colline, ammirò un lontano arcobaleno là dove le nuvole grigie sembravano interrompersi. Tra sé e sé pensava come doveva essere poter arrivare a toccare l’orizzonte oltre i campi, oltre il bosco, oltre le Belve.
Sempre se esisteva davvero un luogo nel mondo dove quell’inferno non era arrivato; forse un sogno destinato a rimanere tale.
Si domandò come doveva essere il mondo prima che tutto crollasse in quell’incubo, se la vegetazione era sempre stata così alta e ribelle, se c’erano sempre stati quei boschi verso nord o se un tempo lo sguardo poteva arrivare fino all’orizzonte.
Voltò la testa verso il padre – La prossima volta ti prometto che lo colpirò.
Paul tradusse distrattamente i movimenti del figlio – Sta per arrivare l’estate. Le piogge saranno sempre più rare e non potremo più cacciare allo scoperto. Le scorte finiranno e mi costringerai ad uscire. Vuoi che le Belve mi prendano?
Il ragazzo scosse la testa.
– Certo che no. Non sapresti cavartela da solo. Tu hai bisogno di me, non te lo dimenticare.

Come è nata l’idea di questo libro?
Spesso si cerca di nascondere diverse realtà alle persone che ci circondano, ma quando questo sfugge di mano? L’idea è nata durante un lungo periodo trascorso lontano da casa, nello specifico a Roma ma, come tutte le idee è arrivata piano piano negli anni.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Non molto, dopo un intenso lavoro messa a fuoco dell’idea, la stesura è stata abbastanza facile.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
I miei autori di riferimento sono Ray Bradbury, Richard Matheson e Neil Gaiman.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Ho sempre vissuto in provincia di Milano e ora abito ad Abbiategrasso.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto già lavorando al prossimo libro ma nell’arco di quest’anno uscirà una graphic novel sceneggiata da me e disegnata da un disegnatore professionista.
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