Un estratto delle recensioni a The Book of Strange New Things, il nuovo romanzo di Michel Faber, autore del grande Il petalo cremisi e il bianco e di Sotto pelle. L’autore di origini olandesi sorprende con una storia fantascientifica e contemplativa che accende le attese degli estimatori italiani: l’opera è già disponibile in lingua inglese ma non si hanno notizie precise in merito alla sua data di pubblicazione nel nostro paese.
Le recensioni a The Book of Strange New Things (in italiano Il libro delle cose nuove e strane) pur individuando delle particolarità che potrebbero rendere il testo in parte ostico per alcune categorie di lettori, concordano nel definire il nuovo testo di Michel Faber come sorprendente e intenso. Michel Faber, autore di origini olandesi ora residente in Scozia, è arrivato al successo internazionale con Sotto Pelle (un romanzo ben noto tra gli animalisti), pubblicando in seguito testi come I centonovantanove gradini, A voce nuda e Il vangelo del fuoco (pubblicato da Rizzoli nel 2008), ma soprattutto Il petalo cremisi e il bianco, straordinario affresco della Londra vittoriana, stilisticamente magistrale e dai personaggi memorabili.
Michel Faber, recensione di The Book of Strange New Things su The Guardian
Nella sua recensione al nuovo libro di Michel Faber, The Book of Strange New Things, Stephanie Merritt sottolinea l’imprevedibilità dell’autore, in grado di saltare da un genere all’altro a ogni romanzo, passando dalla lussuria vittoriana alla fantascienza venata di macabro. Faber introduce lentamente e gentilmente il lettore alle stranezze del suo mondo immaginario, dove il pastore cristiano Peter Leigh avrà modo di incontrare esseri alieni separandosi dalla moglie e dalla famiglia. La base USIC nella quale si ritroverà sarà asettica, misteriosa e popolata da scienziati non in vena di grandi chiacchierate. Leigh andrà incontro a sempre maggiori problemi nel comunicare le sue nuove esperienze e Faber, scrive Merrit, crea un senso di dislocazione attraverso l’accumulo meticoloso di dettagli. Nella sua recensione al nuovo libro di Faber Merrit sottolinea come i lettori non appassionati né pratici di sci-fi potrebbero metterci un po’ a iniziare ad amare l’ambientazione, ma la loro pazienza verrà ripagata: astronavi e alieni ma anche e soprattutto un esame dell’umanità e potente meditazione sui limiti della carne e le capacità dell’amore o della fede di fornire sostegno in situazioni di estrema pressione. Un romanzo che offre una visione desolante del nostro futuro ma che si aggrappa anche alla speranza che “quel che sopravviverà di noi sarà l’amore”.
Recensione a The Book of Strange New Things di Faber su The Washington Post
La recensione del nuovo romanzo di Faber di Ron Charles sottolinea l’interessante tematica della speculazione teologica unita all'”apertura di mondo e mondi” della fantascienza. Il testo viene descritto come un sottile romanzo meditativo che si snoda tra familiari questioni spaziali-extraterrestri e e riflessioni sulla fede e la devozione, che affronta in maniera molto intelligente e abile le aspettative del lettore in merito all’affascinante nuovo mondo. Come evidenzia Ron Charles, “nonostante la sua ambientazione bizzarra e tutti gli elementi di un’opera spaziale, questo è un romanzo di profonda intimità spirituale”. Lo scrittore del The Washington Post conclude scrivendo di aver trovato nel romanzo esattamente quello che stava cercando: “uno stato di familiarità mescolata a estraneità che ci lascia con domande a cui non possiamo rispondere, e che non possiamo dimenticare“.
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